8.

1.3K 64 30
                                    

La mattina dopo mi svegliai presto per andare a scuola, ma ero assonnatissima.
La notte precedente ero rimasta tutto il tempo a parlare con Polo, nonostante ci fossimo appena visti. Quella mattina mi guardai davanti allo specchio e vidi che avevo delle occhiaie che più che occhiaie sembravano dei fossi. Non riuscii a coprirle neanche con molto correttore, quindi mi arresi e mi diressi velocemente verso i distributori per prendere il mio solito caffè, sperando di non buttarlo addosso a nessuno questa volta. Una volta arrivata in classe c'erano già quasi tutti, ma per fortuna la lezione non era ancora iniziata. Andai a sedermi al mio posto, vicina ad Ander, e salutai i miei amici. Appena mi sedetti mi preparai all'interrogatorio di Ander : lui, Polo e Guzmàn erano migliori amici, quindi pensai che Polo gli avrebbe sicuramente detto di ieri sera. E infatti, dopo neanche dieci secondi Ander mi sorrise
"Com'è andata la serata con Polo?" Chiese, ed io mi morsi il labbro imbarazzata pensando che Polo potesse avergli detto del bacio che stavamo per darci, ma probabilmente non l'aveva fatto, dato che quando glielo raccontai Ander iniziò a dire cose come "Oddio" oppure "Cazzo" o ancora "Quel cameriere di merda". Io iniziai a ridere, ma poi dovetti chiudere la conversazione perché arrivò il professore di inglese e la lezione iniziò.
Durante quella lezione ci furono molti scambi di sguardi tra me e Polo, ma mentre mi girai ancora per guardarlo notai che Valerio, seduto avanti a Polo, mi fissava. Subito abbassai lo sguardo per poi rialzarlo dopo interminabili secondi, e lui era ancora lì a fissarmi. Io lo fulminai con lo sguardo e decisi di continuare a seguire la lezione. Quel ragazzo mi distraeva troppo.

Dopo la fine delle lezioni invitai Polo a venire un po' nella mia stanza per farmi compagnia. Lui accettò e rimanemmo per un po' a parlare sul mio letto, poi presi il computer e iniziammo a girare su Netflix, e alla fine decidemmo di guardare un film insieme. Mentre lo guardavamo mi girai verso Polo che mi stava fissando e ci avvicinammo sempre di più l'uno all'altra. Ma poi ecco, di nuovo, interrotti per la seconda volta. Se la prima volta era stato un cameriere ad interromperci, questa volta era stato qualcuno che aveva bussato alla mia porta. Andai ad aprire e vidi Valerio, mi girai immediatamente verso Polo e lo vidi che mi guardava con in volto un misto tra rabbia e confusione. Valerio mi guardò e io deglutii, in che situazione ero finita...
Valerio spostò lo sguardo da me a Polo "Valerio, cosa ci fai qui?" Fu l'unica cosa che riuscii a dire. Lui mi guardò di nuovo
"Ero venuto per te, ma a quanto pare sei già in ottima compagnia. Io tolgo il disturbo" Tuonò lui e fece per chiudere la porta ma io lo afferrai per il polso, lo guardai e poi lo lasciai. Lui sbattè la porta e andò via a passo veloce.
Dopo due minuti di silenzio in cui io ero con lo sguardo basso mi decisi ad alzarlo e incontrai gli occhi di Polo in cui notai qualcosa di diverso dal solito, probabilmente rabbia, Aveva la mascella serrata
"Cosa c'è tra te e Valerio?" Mi chiese ed io ormai sentivo gli occhi pizzicare per le lacrime, ero convinta che ora che Polo avrebbe saputo di Valerio non sarebbe più stato né mio amico né quell'ipotetico qualcosa in più che saremmo potuti diventare in futuro. Mi sedetti di nuovo sul letto e iniziai a raccontare tutto a Polo, dal secondo giorno di scuola, quando si avvicinò a me, fino al bacio che mi aveva dato l'altro giorno. Polo non sembrò arrabbiarsi ancora di più, anzi, sembrò quasi addolcirsi. Mi guardò negli occhi quasi preoccupato
"Lisa, a te piace Valerio?" Chiese ed io ci misi un po' a rispondere
"No" Dissi semplicemente e Polo sembrò sollevato dalla mia risposta
"Quel ragazzo è pericoloso, fa sempre così : seduce le ragazze, le fa innamorare, fa finta di tenerci e poi puff... Scompare! A quanto pare lui si diverte così. Ma tu sei diversa, Lisa, non sei come tutte le altre... Non innamorarti anche tu di lui" Mi disse le stesse cose che mi diceva spesso Ander. Io restai in silenzio, mi avvicinai a lui e lo abbracciai, stringendolo come si stringe qualcosa che si ha paura di perdere.

Chiudemmo lì la conversazione e finimmo di vedere il film in poco tempo, studiammo un po' per un'interrogazione che avremmo avuto il giorno seguente e poi guardammo l'ora : erano le diciotto, e Polo aveva detto alle sue madri che per le diciassette sarebbe stato a casa, quindi prese velocemente tutte le sue cose, mi salutò con un abbraccio ringraziandomi per l'ospitalità e poi sfrecciò via verso casa.

Indestructibles||Valerio Montesinos Hendrich Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora