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Mi feci coraggio e bussai, sentii che qualcuno stava per aprire, probabilmente la domestica, ma poi sentii la voce di Valerio urlare "Apro io", facendomi sorridere. Infatti, dopo pochi istanti la porta si aprì mostrandomi il mio fidanzato che mi salutò con un bacio a stampo
"Ma non c'era bisogno di vestirti così elegante, saresti andata bene anche con un jeans ed una felpa. In ogni caso sei stupenda" Mi sussurrò evitando di farsi sentire dagli altri ed io sorrisi
"Beh, questo dovresti dirlo ad Ander, è stato lui a scegliere il mio outfit per stasera" Mormorai, alzando gli occhi al cielo. Valerio mi prese per mano e mi guidò lungo il corridoio fino ad arrivare ad una sala enorme, che doveva essere il salotto, dove vidi Lucrecia seduta sul divano accanto ad un uomo dall'aspetto giovane, ma sicuramente più vecchio di me. Pensai che quello fosse il padre di Valerio, e infatti era proprio lui
"Papà, lei è Lisa, la mia fidanzata" pronunciò l'ultima parola in leggero imbarazzo, ma poi sorrise. Suo padre si alzò tendendomi una mano
"Io sono José, è un piacere per me conoscere la ragazza che ha finalmente fatto innamorare mio figlio" Si presentò sorridendo e io gli strinsi la mano
"Il piacere è tutto mio, signore" Dissi sorridendo
"Oh, non chiamarmi signore, mi fai sentire vecchio, chiamami solo José" Mi rimproverò ironicamente ed io annuii
"Ora andiamo in cucina, sono curioso di sapere cos'ha preparato Clara per la serata" Mormorò, riferendosi alla domestica per poi avviarsi verso la cucina, seguito da me, Valerio e Lucrecia
"Stai benissimo, non pensavo potessi avere vestiti così belli oltre quelli che hai comprato con me" Mi sussurrò Lucrecia scherzando
"Beh, in realtà è così bello perché lo ha scelto Ander, lui si che ha buon gusto" Sussurrai a mia volta trattenendo una piccola risata, ricordando l'insistenza che aveva avuto il mio migliore amico nel farmi andare nel reparto dei vestiti a scegliere qualcosa di elegante.

Quando arrivammo in cucina spalancai gli occhi: c'era un enorme tavolo pieno zeppo di cibo, c'era davvero qualsiasi cosa. Ci sedemmo e Valerio si mise vicino a me
"Grazie mille Clara, sembra tutto squisito, ora puoi andare" José liquidò Clara, che si diresse probabilmente in qualche altra stanza. Iniziammo a mangiare e ad un certo punto José iniziò a chiedermi un po' di cose
"Dove vivi, Lisa?" chiese e io sarei voluta sprofondare dalla vergogna, dato che avrei dovuto rispondere che vivevo nel dormitorio della scuola, piuttosto che in un'enorme villa come quasi tutti gli altri ragazzi che frequentavano quella scuola
"In realtà non vivo a Madrid da molto, sono qui da quasi due mesi in realtà, e dato che non ho una sistemazione stabile qui sto vivendo in una stanza del dormitorio scolastico" Mormorai, senza alzare lo sguardo dal piatto, cosa che invece fece José ed iniziò a guardarmi, come se fossi una nuova scoperta e lui uno scienziato. Mi sentii decisamente in soggezione, Valerio se ne accorse e mi poggiò una mano sulla gamba destra accarezzandomela
"Interessante, e perché non vieni a vivere qui?" Chiese con tono calmo e io per poco non mi strozzai con l'acqua che stavo bevendo, mi girai a guardare Valerio e Lucrecia per vedere le loro reazioni, ma loro parvero tranquilli
"No, non potrei mai. Ecco vede, non sono una ragazza molto ricca, e mi sentirei inutile a non poter contribuire in quasi nulla, quindi non credo sia il caso, ma grazie mille per la proposta" risposi, tenendo ancora la testa bassa per paura che, se l'avessi alzata, mi sarei ritrovata davanti lo sguardo severo di José. La conversazione si chiuse lì e finimmo di mangiare, nonostante la tensione fosse palese su quella tavola.

Dopo aver mangiato ci spostammo verso il salotto, dove bevemmo un po' ed iniziammo a parlare
"Allora, Lisa... Che te ne pare di questa nuova scuola e di questo nuovo ambiente?" Chiese José, guardandomi attentamente
"A dire la verità non era affatto come me l'aspettavo. Mi sono trovata bene fin da subito e la maggior parte delle persone sono fantastiche" Risposi accennando un sorriso, per poi bere un sorso del liquido alcolico che c'era nel mio bicchiere
"Perché, come te l'aspettavi?" Domandò, bevendo anche lui ma tanendomi comunque sott'occhio, facendomi sentire leggermente a disagio
"Beh, non avevo una vera e propria idea, ma tutte le voci che girano su Las Encinas si sono rivelate false. Pensavo di rimanere esclusa per la mia situazione economica, ma fortunatamente non è stato così" Mormorai, cercando di rimanere calma
"E come fai a permetterti questa scuola se non sei ricca?" Chiese, e quella domanda mi sembrò la cosa più sfacciata che avessi mai sentito
"I miei genitori hanno fatto tanti sacrifici e mi sono impegnata anche io. I soldi conservati negli anni ed una borsa di studio che ho ricevuto mi hanno permesso di passare qui il mio ultimo anno" Risposi, sul punto di avere un crollo emotivo. La mia  eccessiva sensibilità mi aveva sempre penalizzata nelle conversazioni.
"E ora, se non le dispiace, io vado. Si è fatto tardi e domani ho scuola. Buonanotte e grazie della serata, ma soprattutto dell'accoglienza, è stato un piacere conoscerla" Aggiunsi, per poi uscire dalla stanza il più velocemente possibile, sentendo i passi di qualcuno seguirmi per poi afferrarmi un polso, riconobbi subito la presa del mio fidanzato e mi girai, buttandomi tra le sue braccia. Lui ormai sapeva com'ero fatta, sapeva che ci sarei rimasta male e che mi sarei sentirà offesa dalle parole di suo padre
"Dove vai?" Chiese quando ci staccammo ed io dovetti trattenere dentro le lacrime che stavano per uscire
"Torno al dormitorio. Grazie per l'invito, ma penso sia ovvio che a tuo padre non sono così simpatica, e penso di non essere la benvenuta in questa casa. Ci vediamo domani a scuola, buonanotte" Dissi con la voce che mi tremava. Stavo per piangere ed ero davvero imbarazzata per la figura che avevo fatto davanti al padre del mio fidanzato.

Aprii la porta d'ingresso e camminai a passo deciso verso la mia auto, appena fui dentro accesi il motore e sfrecciai via, mentre mi si appannava la vista per le lacrime che mi stavano scendendo. Arrivai davanti al dormitorio e, prima di entrare nella mia camera bussai alla porta della camera di Sara, sperando di non averla svegliata. Venne ad aprirmi in pochi istanti e capii che era ancora sveglia, in fondo dovevo aspettarmelo: raramente lei andava a dormire prima che fosse notte fonda. Quando mi vide piangere mi fece entrare e sedere sul suo letto, mi chiese cosa fosse successo ed io le raccontai tutto: dall'inizio della cena più che tranquillo, agli sguardi severi che mi aveva rivolto José dopo aver saputo che non ero ricca. Sara passò diverso tempo a consolarmi, fin quando si fece troppo tardi e io tornai in camera mia. La prima cosa che feci fu togliere quello scomodissimo vestito che avevo anche macchiato con quel poco mascara che avevo sugli occhi, dopo aver appoggiato la testa sulle gambe, e lo buttai sul divano, infilai il pigiama e mi buttai sul letto, provando a dormire con scarsi risultati. Lo sguardo pieno di cattiveria di José mi tormentò i pensieri per tutta la notte.

Indestructibles||Valerio Montesinos Hendrich Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora