29.

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Guardai a terra e spalancai gli occhi, c'era una bustina trasparente piena di polvere bianca, la presi in mano facendola dondolare davanti agli occhi sbarrati del mio fidanzato
"V-Valerio... E questa cosa cazzo è?" Lui sbiancò e provò a dire qualcosa, senza riuscire però a terminare una frase di senso compiuto
"Tu... Tu ti..." Provai a dire senza riuscire a terminare la frase, e le lacrime iniziarono a riempirmi gli occhi
"Lisa, ti giuro che non è come sembra, okay? Non è assolutamente come sembra" Sussurrò lui cercando di calmarmi, senza riuscirmi. Il problema più grande non era il fatto di avere un fidanzato drogato, ma il fatto che non me l'avesse detto
"Perché non me l'hai detto prima? Cazzo, perché non l'hai fatto? Ne avremmo parlato, non c'è bisogno di nascondermi una cosa simile..." Cercai di dire, ormai in lacrime
"Valerio, perché non ti fidi di me?" Chiesi guardandolo negli occhi, lui aprì la bocca e poi la richiuse, non sapendo cosa dire
"Lisa, è complicato, È davvero molto complicato. È una cosa più grande di me dalla quale tutt'oggi, dopo anni che ci provo, non riesco ad uscire. Non volevo tirarti in mezzo a tutta questa storia, è tutto così brutto e non volevo che c'entrassi qualcosa anche tu, scusami tanto" Mormorò lui, cercando una giustificazione, ma io sentii che ormai la mia fiducia era stata tradita, ed era impossibile ripristinarla con qualche parola di scuse. Puntai i miei occhi nei suoi e scossi la testa energicamente, aprii la bustina riversando tutto il suo contenuto a terra, sotto gli occhi sconvolti di Valerio, per poi accartocciarla e buttarla in un punto indefinito dell'auto. Chiusi la portiera sbattendola forte e mi diressi correndo verso il dormitorio, gettandomi a peso morto sul mio letto subito dopo essere entrata nella mia stanza.
Non riuscii a dormire neanche un'ora, quella notte. Passai il tempo a pensare a Valerio e a quello che aveva fatto. Mi ero sentita tradita ed ero profondamente delusa... Proprio ora che le cose andavano bene, e stavo così bene con lui, doveva succedere questo casino. Provai a distrarmi dai miei pensieri senza riuscirci e mi accontentai di passare la notte a leggere, non riuscendo a dormire, fino a quando non si fecero le sette. Mi buttai sotto la doccia e mi lasciai scorrere addosso l'acqua gelida, cosa che odiavo, ma di cui avevo estremamente bisogno in quel momento per rimanere sveglia. Indossai la divisa e mi pettinai senza neanche guardarmi allo specchio, per evitare di guardare in faccia il mostro che ero diventata dopo una notte insonne. Passai al distributore ed essendo in anticipo mi fermai a prendere un secondo caffè oltre al mio solito, per continuare a vincere la battaglia contro il sonno che stavo combattendo. Incredibile come alcune volte non riuscissi a dormire di notte ma crollassi appena arrivava la mattina. Mi trascinai lentamente verso la classe, sicura, per una volta, di non essere in ritardo, ma in anticipo. Entrai e mi sedetti al mio solito posto, buttando lo zaino sul banco e poggiando la testa su di esso. A risvegliarmi dai miei pensieri, o forse dal mio sonno, fu Polo, che mi scosse leggermente
"Hei, è tutto okay?" Chiese, leggermente preoccupato. "No, non è affatto tutto okay" Avrei voluto dire, ma mi limitai semplicemente ad annuire sforzando un sorriso
"Ti va se mi siedo qui, per oggi?" Domandò il mio amico
"Sì, fai pure, ma non ti assicuro di riuscire ad essere di compagnia. Sono distrutta, e l'unica cosa che vorrei fare è dormire" Lui annuii senza rispondermi, probabilmente capendo che avevo bisogno di calma e silenzio, ed iniziò a guardare il suo cellulare, spostando di tanto in tanto lo sguardo verso di me. Per tutta la giornata stetti in silenzio, a mensa non toccai cibo e cercai di non incrociare lo sguardo di Valerio, nonostante sapessi che se solo avessi spostato leggermente gli occhi lo avrei trovato a fissarmi. A fine giornata Polo si offrì di riaccompagnarmi alla mia stanza ed io accettai
"Sei sicura di stare bene? Ti è successo qualcosa? Sai che di me puoi fidarti..." Sussurrò quando arrivammo davanti alla porta del dormitorio e dovetti fermarmi per cercare le chiavi. Io mi limitai a scuotere la testa
"Grazie per esserti preoccupato, Polo, ma è tutto ok. È solo un periodo no, ma passerà, fidati" Mormorai fingendo un sorriso, evitando di guardarlo negli occhi per non fargli capire che mentivo
"Va bene..." Sospirò guardandomi, io gli sorrisi di nuovo e feci per entrare nella mia stanza, ringraziandolo
"E, una cosa..." disse prendendomi per il polso, io lo guardai invitandolo a continuare
"Sappi che per qualunque cosa, davvero per tutto, io ci sono" Disse e io mi fiondai tra le sue braccia, dove rimasi per diversi minuti prima di ringraziarlo e rinchiudermi nella mia stanza, dove rimasi fin quando non sentii qualcuno bussare alla mia porta.

Indestructibles||Valerio Montesinos Hendrich Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora