Quando entrai nella stanza quello che vidi mi lasciò senza parole: c'era Ander steso su un lettino, pieno di ingessature e di piccole cicatrici in faccia, ma almeno era sveglio, e quella era la cosa più importante. Avrei voluto fiondarmi tra le sue braccia, ma ero sicura che l'avrei fatto male, con tutte le ingessature che aveva. Restammo tutti e quattro lì, sulla porta, senza avere la forza di dire nulla, fin quando Ander si sforzò di fare una piccola risata
"Perché mi guardate così? Non sono mica morto!" Esclamò, ed io cercai di sorridere nonostante le lacrime, fu la stessa cosa che fecero gli altri, nonostante loro non si trovassero nelle mie stesse condizioni "Vorrei abbracciarvi, ma forse mi farei troppo male" Continuò il mio amico. Il tono che usò fece ridere tutti quanti, e si mise a ridere anche lui
"Ma come hai fatto a... Ridurti così?"A Domandai io e lui si girò a guardarmi, accennando una smorfia di dolore
"Beh, è un po' complicato da spiegare... Stavo venendo tranquillamente a scuola, come tutte le mattine, quando ad un certo punto ho visto un'auto enorme venire verso la mia, dal lato opposto, nonostante non potesse farlo. Io mi sono spostato per evitare di scontrarci ma lui si è spostato ancora di più verso di me e ha iniziato ad accelerare, fino a quando non mi ha colpito. Ora ho l'auto distrutta e sono distrutto anche io. Bella storia, vero?" Raccontò lui, io spalancai gli occhi
"Quindi non è stato un incidente, qualcuno voleva farti del male!" Sbottai, mentre Polo provò a calmarmi inutilmente
"Forse era qualcuno ubriaco..." Iniziò, ma io lo fermai subito
"Polo, ma dai, un ubriaco per strada alle sette del mattino? Ma non è possibile" Urlai, e mi resi conto di avere gli occhi di tutti puntati addosso
"Scusatemi, sono stressata" Mormorai, per poi avvicinarmi al mio migliore amico
"Ora come stai?" Chiesi debolmente, nonostante conoscessi già la risposta. Mi avrebbe detto che stava bene, per evitare di farmi preoccupare
"Lisa, stai tranquilla, sto bene" Affermò, provando a sorridermi
"Entro quanto tempo ti dimetteranno e ti toglieranno tutte queste ingessature?" Domandai, e lui sembrò pensarci su un attimo, come se non si ricordasse
"Beh, ho un braccio rotto, e dovrò rimanere con il gesso per un mese, più o meno. Mentre il resto me lo toglieranno entro una settimana. Penso che verrò dimesso la settimana prossima, non è il caso di dimettermi prima di sette giorni" Sentenziò, ed io annuii, contenta che non fosse nulla di troppo grave. Mi avvicinai e lui mi lasciò un bacio sulla guancia, poi io, Polo e Guzmàn uscimmo, lasciandolo da solo con Omar.Quando Omar uscì andarono a parlarci Polo e Guzmàn, che non ci misero molto, e poi andai anche io. Entrai cercando di mostrarmi il meno preoccupata possibile, ma in realtà ero più preoccupata che mai
"Lisa, non devi essere così preoccupata, sto bene, sta tranquilla" Sussurrò Ander quando mi avvicinai e io mi limitai semplicemente ad annuire, sforzando un sorriso. Sapevo bene, però, che mi stava dicendo una grande stronzata. Era su un letto d'ospedale, dove sarebbe dovuto rimanere per almeno un'altra settimana, pieno di flebo, gessi e cicatrici, e la cosa che più mi preoccupava era che qualcuno voleva fargli del male di proposito.
Mi avvicinai ancora di più e provai ad abbracciarlo delicatamente, sperando di non farlo male
"Hai visto chi c'era nell'altra auto?" Chiesi, lui scosse il capo in segno di negazione e sospirò
"Aveva i vetri completamente oscurati, non ho potuto vedere nulla... Non riesco neanche a ricordare bene che auto era, ma sono sicuro di aver visto l'auto correre via pochi secondi dopo avermi travolto, non si è fatto nulla quello stronzo" Mormorò a denti stretti. Io lo ascoltai senza dire nulla, anche perché non avrei saputo cosa dire, e rimasi tra le sue braccia in silenzio per un po'. Quando ci staccammo lui notò l'anello al mio dito e iniziò a fare un sacco di domande, finì che iniziai parlandogli del discorso di Valerio, finendo per raccontargli anche dell'auto che mi avevano regalato i miei genitori
"Perfetto, allora da quando prenderai la patente sarai tu che darai passaggi a me, ci stai?" Scherzò lui e io sorrisi annuendo.
Prima di uscire salutai Ander, promettendogli che sarei tornata a fargli visita nei giorni successivi. Evidentemente ero stata davvero molto tempo nella stanza del mio amico, perché quando uscii vidi dalle grandi vetrate dell'ospedale che si era fatto buio, e vidi Polo addormentato, con la testa sulla spalla di Guzmàn
"Oddio ragazzi, scusatemi, non mi ero resa conto che fosse passato così tanto tempo, mi dispiace!" Esclamai e Polo si alzò di scatto dalla spalla dell'amico, strofinandosi gli occhi. A quella vista sorrisi e poi i ragazzi si alzarono, dicendomi di non preoccuparmi e si diressero verso l'uscita.
Guzmàn riaccompagnò ognuno a casa propria ed io, appena entrata nella mia stanza, senza neanche cenare, mi buttai a letto. Era già successo abbastanza per quel giorno.
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Indestructibles||Valerio Montesinos Hendrich
Fanfiction[Storia Completa in revisione] Lisa Rodriguez è una ragazza di diciassette anni che vive in un piccolo paesino vicino Madrid e ha sempre sognato di andare a studiare a Las Encinas, nonostante sia una scuola molto costosa e prevalentemente frequenta...