5.

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I giorni successivi passarono molto velocemente e ci ritrovammo già a sabato. Giovedì andai insieme ad Omar, Ander e sua madre a vedere i risultati della prima sessione di chemio a cui era stato sottoposto Ander. I medici ci dissero che la sua malattia era in remissione, io fui contentissima per il mio amico e fui ancora più contenta nel vedere la felicità nei suoi occhi.
In ospedale conobbi Alexis, un amico di Ander che soffriva della sua stessa malattia, solo che la sua situazione era più critica di quella del mio amico. A scuola, grazie ad Ander, feci amicizia con altri ragazzi : Carla, Christian, Polo, Cayetana e Marina, la sorella di Guzmàn. Mi stavano tutti molto simpatici, soprattutto Polo, che sembrava quasi volerci provare con me. L'unica che non mi andava molto a genio era Marina, una ragazza misteriosa e che se ne stava sempre per i fatti suoi, ma speravo di conoscerla meglio e di ricredermi. Di Valerio avevo un po' perso le tracce, erano diversi giorni che non veniva a scuola ma non me ne preoccupai e, visto come mi avevano parlato di lui, mi sembrò una cosa normale.

Quel giorno, invece, Valerio venne a scuola, ma mi ero ripromessa di ignorarlo e così feci, continuai la mia giornata facendo finta che non esistesse e lui sembrò non cercarmi.
Dopo le prime lezioni andai a mensa insieme al mio solito gruppo e Polo, che si era aggiunto a noi da poco. Pranzammo velocemente per poi tornare a lezione.
Quando le lezioni terminarono mi sentii sollevata dal fatto che Valerio non mi si fosse avvicinato neanche una volta per tutta la giornata, ma sembrava troppo bello per essere vero, e infatti pochi minuti dopo il suono dell'ultima campanella me lo ritrovai davanti alla porta della mia stanza, di nuovo. Appena vidi che era lui non gli dissi nulla e gli chiusi la porta in faccia, ma lui continuò a bussare insistentemente, poi ad un certo punto smise e io mi affacciai, pensando che fosse realmente andato via. Ma mi sbagliavo, visto che lui ne approfittò per fiondarsi in camera mia senza darmi neanche il tempo di aprire la porta.
Quando me ne accorsi mi arresi e chiusi la porta alle mie spalle, per poi girarmi verso di lui
"Che vuoi ancora, Valerio?" Chiesi a denti stretti, lui mi guardò 
"Mi mancavi e volevo parlare un po' con te!" affermò ed io mi intenerii per un attimo, ma poi ricordai quello che mi ero ripromessa  "A me non mancavi per nulla e soprattutto non ho voglia di parlare con te, quindi per favore va' via" Lo scacciai via io, ma lui fece il finto broncio e mi si avvicinò sempre di più, mentre la sua espressione mutò in un ghigno beffardo, il sorriso di chi non aveva buone intenzioni.
Vedendolo avvicinarsi io indietreggiai fino ad arrivare alla porta e capii di essere stata intrappolata tra quest'ultima e Valerio, che si faceva sempre più vicino
"V-Valerio, cosa stai facendo?" Chiesi, prima di essere zittita dalle sue labbra sulle mie. Io misi le mani tra i suoi capelli e ricambiai il bacio, ma subito mi tornarono in mente le parole di Ander e mi staccai da Valerio "Cazzo Valerio, ti ho detto di andare via!" Urlai, attaccandolo. Lui serrò la mascella e mi guardò con un misto tra rabbia e preoccupazione sul volto, ma poi andò via sbattendo la porta.
Per la prima volta da quando ero in quella scuola capii che forse mi stavo davvero innamorando di Valerio, ma subito scacciai quel pensiero. Decisi che quella sera mi sarei distratta e divertita un po', così scrissi agli altri che mi sarebbe piaciuto molto andare a ballare quella sera, e tutti si mostrarono d'accordo con me.
Poco dopo mi arrivò un messaggio di Ander dove mi diceva che sarebbe passato a prendermi e di farmi trovare pronta per le 21. Io gli risposi con un semplice "Grazie" E dopo un po' andai a prepararmi per una serata di divertimento.

Indestructibles||Valerio Montesinos Hendrich Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora