13.

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Vidi Valerio appoggiato alla porta della mia stanza con il cellulare in mano. Lo guardai e lui sembrò non essersi accorto della mia presenza, quindi provai ad allontanarmi senza farmi sentire
"Dove vai?" Chiese lui subito. Io chiusi gli occhi e tornai lentamente indietro
"Valerio, che ci fai qui?" Mormorai e lui alzò le spalle
"Ti aspettavo" Rispose come se fosse una cosa normale. Io ero sempre più scocciata dalla situazione
"Valerio, secondo me è il caso che tu vada via, per favore" Sbottai, e lui alzò finalmente lo sguardo dal cellulare
"Sono qui ad aspettarti da più di un'ora e tu mi dici di andarmene?" Mi incolpò. Rimasi sconvolta, era davvero lì da più di un'ora? Sospirai e pensai a come avrei potuto fare, ma non riuscii a pensare a nulla di concreto e mi arresi
"Va bene, entra" Sussurrai rassegnata e lo sorpassai per aprire la camera
"Cosa ci fai qui?" Chiesi, incrociando le braccia al petto
"Mi mancavi" Mormorò. Si avvicinò a me e pensai che volesse baciarmi, quindi mi allontanai. Lui però non voleva baciarmi, si avvicinò sempre di più e mi strinse in un abbraccio. Io rimasi sconvolta per qualche secondo, ma poi ricambiai l'abbraccio. Tra le sue braccia mi sentivo protetta e al sicuro.
Dopo qualche minuto ci staccammo  "Dov'eri oggi?" Chiese, ed io tentennai un po'
"Ero a casa di Polo" Sentenziai. Lui sembrò quasi arrabbiarsi
"Si è fatto tardi, meglio che torni a casa, buonanotte" Si congedò, mi lasciò un velocissimo bacio a stampo e, senza darmi il tempo di rispondere, uscì dalla mia stanza. Dopo pochi secondi sentii la sua auto sfrecciare via.
Quel ragazzo era proprio strano: era stato tutto quel tempo ad aspettarmi per poi andarsene dopo aver nominato Polo. Sarà stato geloso, o doveva solo andare davvero a casa? Probabilmente la seconda.
Dopo poco andai a dormire perché si era davvero fatto tardi e il giorno dopo avevo scuola.

La mattina seguente mi svegliai stranamente presto e riuscii a prepararmi in tempo. Andai a prendere il mio amato caffè e poi mi diressi verso la classe, ancora totalmente vuota.
Dopo pochi minuti la classe si riempì, Ander quella mattina non venne a scuola e vicino a me si sedette Rebe, visto che stava cercando di allontanarsi da Samuel, perché si erano appena lasciati.
Non parlammo molto e cercammo entrambe di seguire la lezione, anche se ci distraevamo facilmente. Durante tutta la durata della lezione io e Valerio ci guardammo diverse volte, ma non ci dicemmo niente e lui non si avvicinò a me.
A mensa mandai un messaggio ad Ander per sapere come stesse e lui mi rispose che stava abbastanza bene, ma la sera prima era stato male e quindi non era venuto a scuola.
Dopo aver pranzato tornammo alle lezioni che passarono velocemente. Io e Rebeca eravamo ancora sedute, quando Nadia venne verso di noi per chiederci se ci andasse di passare il pomeriggio a casa sua.
Entrambe accettammo e l'autista di Rebe ci accompagnò a casa di Nadia. Subito notai la differenza tra Nadia e gli altri : in queste settimane avevo visto solo casa di Polo e casa di Ander, ma entrambe erano molto più grandi di quella di Nadia. La casa della mia amica non era piccola, si trovava dietro al negozio dei genitori ed aveva uno stile abbastanza antico, nulla a ché vedere con le case degli altri ragazzi della scuola.

Quando arrivammo, Nadia ci presentò i suoi genitori e poi andammo in camera sua e provammo a studiare, provammo perché non ci riuscimmo, facemmo di tutto tranne che studiare. Ad un certo punto rinunciammo al tentativo fallito di studiare e iniziammo a parlare, in quelle settimane avevo conosciuto Nadia e Rebe, ma non benissimo, quindi quella volta ci raccontammo un po' della nostra vita, fino a quando non si aprì il discorso "fidanzati".
Si scoprì che Guzmàn era fidanzato con Lucrecia, ma poi si innamorò di Nadia e si mise con lei.
La storia tra Rebe e Samuel era ormai finita, quindi lei si limitò a parlare di come fosse iniziata la loro storia, ma niente di più.
Poi toccò a me, la mia vita sentimentale prima di arrivare in quella scuola era stata veramente breve, quindi parlai di quello che mi stava succedendo in quel periodo: raccontai un po' tutto, il primo incontro con Valerio, i baci, Polo e tutto il resto.
Loro rimasero abbastanza sconvolte e mi confermarono la versione di Polo sulla storia di Valerio e Lucrecia.
Non avemmo il tempo di finire di parlare della questione che la mamma di Nadia ci chiamò per la cena. Nonostante in quella famiglia non si potesse mangiare carne, per via della religione, la cucina della mamma di Nadia era davvero buonissima.
Dopo cena Rebeca andò via con il suo autista e io andai via a piedi, nonostante Nadia avesse insistito per farmi dormire da lei, visto che era tardi e sarebbe stato pericoloso camminare da sola fino al dormitorio.
Io mi incamminai verso il dormitorio, che distava circa venti minuti a piedi da casa di Nadia, e infilai le cuffie nelle orecchie.
Ero immersa nei miei pensieri e nella musica, quando all'improvviso una macchina si fermò accanto a me, facendomi spaventare.

Indestructibles||Valerio Montesinos Hendrich Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora