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La mattina dopo alzarmi fu un trauma, la sera prima ero tornata a casa tardi ed ero molto stanca, ma avevo dormito davvero poco. Mi preparai velocemente e corsi in classe, dove fui sorpresa nel non trovare Ander, così mi sedetti di nuovo vicino a Rebeca, con cui parlai per quasi tutta la durata delle lezioni, che sembrarono passare veramente in fretta. Durante il pranzo mi sedetti al tavolo con tutti i miei amici, ma venne anche Valerio con noi... Diciamo che stavano imparando a sopportarlo, nonostante tutto.
Mentre mangiavamo chiesi a Polo e Guzmàn se sapessero come mai Ander non era a scuola, ma entrambi mi risposero che non ne avevano idea, così quando tornammo in classe gli scrissi. Notai che non entrava su WhatsApp da quella mattina alle sette e mezza, ma i messaggi gli arrivavano. Lui non rispose e io non ci diedi molto peso, continuando a seguire le lezioni, fino a quando non terminarono.

Valerio passò da me a salutarmi e poi rimasi da sola, così decisi di chiamare Ander, dato che non aveva ancora risposto al mio messaggio. Il cellulare squillava a vuoto, fin quando iniziò a risultare spento. Iniziai a preoccuparmi e mi diressi da Azucena, sapendo che il sabato dopo le lezioni rimaneva a scuola almeno per un'ora per sistemare alcune cose. Le lezioni erano terminate da appena mezz'ora, ma Azucena non era lì, provai a telefonare anche a lei, ma niente. Iniziai a preoccuparmi seriamente, fino a quando non ricevetti una telefonata da Polo
"L-Lisa, Ander ha fatto un incidente, è in ospedale... Io, Omar e Guzmàn stiamo andando da lui..." Mormorò Polo con voce tremante dall'altro capo del telefono. I miei occhi si riempirono di lacrime per la paura, chiesi debolmente se potessero venire a prendermi, e loro mi dissero che erano quasi davanti al dormitorio. Uscii velocemente e, appena vidi l'auto di Guzmàn, corsi verso di loro salendo in auto, mettendomi nei sedili posteriori, affianco a Polo. Non salutai neanche, non era il momento di fare saluti, e scoppiai a piangere
"Voi sapete qualcosa?" Chiesi, e Guzmàn mi guardò dallo specchietto retrovisore
"Ci ha chiamato un infermiere dall'ospedale dicendoci che aveva fatto un incidente e che le condizioni non erano delle migliori, ma non sappiamo altro" Affermò, ed io trovai appena la forza di annuire e poi mi buttai tra le braccia di Polo, cercando un po' di consolazione. Lui mi accarezzò i capelli dicendomi frasi come "Stai tranquilla" oppure "Vedrai che starà bene, magari ti stai preoccupando troppo". Io lo guardai, lui accennò un debole sorriso, quasi per rassicurare più lui che me, e io lo abbracciai di nuovo.

Il viaggio fu fin troppo lungo e decisamente straziante, nonostante Guzmàn stesse decisamente violando i limiti di velocità ci mettemmo più di mezz'ora a raggiungere l'ospedale. Ebbi troppo tempo per immaginare tante situazioni tragiche in cui il mio amico potesse essere stato coinvolto e, più ci pensavo, più stavo male. In un attimo pensai a tutti i bellissimi momenti passati con il mio migliore amico, nonostante lo conoscessi da poco più di un mese era già una parte fondamentale della mia vita, ed era già uno strazio sapere della malattia contro cui combatteva ogni giorno, figuriamoci sapere che aveva avuto un incidente...Probabilmente non mi sarei data pace fino a quando non avrei visto con i miei occhi che stava bene. Mi ero affezionata troppo a lui e mi faceva male sapere che stesse in quelle condizioni.
I miei pensieri furono interrotti da una frenata improvvisa di Guzmàn, che fermò l'auto nell'enorme parcheggio dell'ospedale. Io alzai di scatto la testa dal petto di Polo e uscii dall'auto quasi di corsa, stessa cosa che fecero i miei amici. Lasciai che mi guidassero loro, dato che non ero mai stata in quel posto, e mi fermai solo quando vidi Guzmàn, pochi passi avanti a me, parlare con un infermiere
"Mi scusi, sa dirmi dove si trova Ander Muñoz?" Sentii chiedere, e l'infermiere annuii indicando l'ascensore
"Dovete andare al terzo piano, lì vi diranno con precisione dov'è" Disse, ed io iniziai a correre per stare dietro ai ragazzi, che avevano già raggiunto l'ascensore, e aspettai con loro che si liberasse. Per fortuna non ci volle molto e l'ascensore si aprì dopo pochi istanti, noi piombammo dentro e in un attimo arrivammo al piano indicatoci dall'infermiere. Guzmàn chiese nuovamente informazioni e l'infermiera ci indicò una porta, che raggiungemmo correndo, dove finalmente potei vedere Ander.

Indestructibles||Valerio Montesinos Hendrich Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora