Epilogo

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Erano passati molti mesi, ed eravamo già a giugno, e finalmente era arrivato il tanto atteso giorno del diploma. Ero a mille, felicissima, nonostante fossi anche triste, sapendo che non avrei più potuto rivedere tutti i giorni i miei migliori amici, perché sarei dovuta tornare a casa mia nel piccolo paese dove abitavo prima di venire a Madrid.
Quella mattina mi svegliai prestissimo, decisamente prima del solito, anche se per l'ansia non addormentai mai realmente quella notte. Mi vestii e mi preparai lentamente e con calma, finendo poi anche per truccarmi, utilizzando tutti i trucchetti imparati durante le preziosissime lezioni di mia cugina Sara. Quando ebbi finito andai a bussare proprio a lei, che mi aprì entusiasta con un enorme sorriso
"Finalmente sei arrivata! Non puoi immaginare quanto io sia in ansia!" Esclamò, saltandomi letteralmente addosso, provocandomi una risata
"Comunque, vedo che ti sono servite molto le mie lezioni" Sentenziò, visibilmente soddisfatta, ed io annuii sorridendo.
"Buongiorno anche a te! Ora andiamo su, vorrei evitare di fare tardi anche il giorno del diploma!" Quasi urlai, prendendola per la mano e trascinando fuori dalla sua stanza con entusiasmo senza darle il tempo di chiudere bene la porta della sua stanza.

Quando arrivammo nell'atrio della scuola non ci mettemmo molto ad individuare i nostri amici, che stavano già parlando tra di loro.
"Buongiorno ragazze! Emozionate?" Chiese Carla, sorridendo in una maniera così sicura che mi chiesi se quella sicurezza fosse reale o servisse solo a nascondere tanta emozione o ansia
"Emozionata è dire poco!" Esclamò Sara, andando ad accoccolarsi al petto del suo fidanzato, Polo. Dopo la prima uscita quei due non si erano più separati, si vedeva che erano fatti l'uno per l'altra ed io non potevo fare altro che essere felice per entrambi per aver trovato, almeno per il momento, la persona giusta. Mentre guardavo i due piccioncini non mi resi conto di essere immersa nei miei pensieri, fin quando non fui risvegliata da due braccia che mi strinsero da dietro e dei voluminosi capelli ricci che si appoggiarono al mio collo
"Buongiorno tesoro" Sussurrò sul mio collo, facendomi girare
"E che bel buongiorno..." Mormorai sorridendo, girandomi verso di lui per baciarlo
"Non sei in ansia?" Chiesi al mio fidanzato, che in risposta alzò un angolo della bocca in un mezzo sorriso e scosse la testa
"In realtà no, questa è già la seconda volta che ci provo. Se non mi va bene neanche quest'anno mi sa che mi dedico ad altro" Scherzò alzando le spalle
"Ma smettila! Mi sembra ovvio che quest'anno ti diplomerai, altrimenti ti ammazzerò con le mie stesse mani" Dissi con tono di sfida, muovendo le dita nell'aria e ridendo da sola, come una cretina, facendo però poi ridere anche lui.

Dopo poche ore ci ritrovammo tutti nel solito locale a festeggiare, tutti finalmente diplomati.
"Hai visto che ci sei riuscito? Non vorrei dire che te l'avevo detto ma... Te l'avevo detto!" Esclamai, con un sorrisetto soddisfatto, al mio fidanzato che era affianco a me con un bicchiere in una mano, come al solito sempre a bere, e con un braccio sulla mia spalla. Lui sorrise mentre beveva e quando finì il liquido giallastro che aveva nel suo bicchiere si girò verso di me annuendo per poi abbracciarmi.
La festa passò in fretta e subito si fece tardi, con le lacrime agli occhi salutai tutti i miei amici, promettendogli che sarei tornata a trovarli tutti ogni volta che avrei potuto, mentre Valerio se la rideva. Questo mi diede non poco fastidio e lo notò, ma cosa aveva da ridere? Me ne sarei andata di nuovo, non saremmo stati più tutti i giorni insieme, non avremmo passato più i pomeriggi, le sere e le notti a parlare sul letto della mia piccola stanza o sul suo grande letto matrimoniale dove dormiva da solo, nella sua enorme casa, non sarei più andata alle feste organizzate da Lucrecia e neanche a ballare con tutti quanti il sabato sera, come ormai da tradizione, tornando a casa ubriachissima, o sobria, ma costretta ad accompagnare quasi tutti a casa loro, come era successo spesso.

Salutai tutti e lasciai Ander per ultimo. Quando arrivai davanti a lui non ce la feci più, e scoppiai a piangere come una bambina
"Non penso che riuscirò a sopravvivere senza la mia migliore amica" Sussurrò lui quando mi abbracciò, facendomi piangere ancora più forte
"Ti prometto che verrò a trovarti, però smettila di piangere, ti prego, stai facendo piangere anche me" Mormorò, ed io appoggiai il mento sulla sua spalla cercando di calmarmi
"Senza di te nulla di tutto ciò sarebbe successo, Ander, sei stato il mio primo amico a Madrid, grazie a te ho conosciuto delle persone meravigliose e con te ho passato i momenti più belli della mia vita, come quella sera al concerto. Ti ricordi? Io che urlavo, stonata come sono, parole a caso delle canzoni e tu che cantavi quasi meglio del cantante della band. Mi mancherai tantissimo, sei la persona a cui mi sono affezionata di più qui e non riesco proprio ad immaginarmi la mia vita senza di te, senza le tue battute stupide, la tua buonissima cucina, i passaggi a cui ormai mi sono abituata, che mi dai nonostante siano mesi che ho la patente, tutto. Ti prego, non andartene vai dalla mia vita" Dissi, cercando di trattenere i singhiozzi, lui mi strinse ancora di più e poi mi diede un bacio sulla testa. Salutai tutti ancora una volta e, intrecciando la mia mano a quella di Valerio, uscii dal locale. Lui non l'avevo ancora salutato, perché mi avrebbe riaccompagnata al dormitorio a prendere le valigie. Entrammo nella sua auto e vidi che iniziò a prendere una direzione diversa dalla solita
"Dove stai andando?" Chiesi, preoccupata dal ritardo che avrei fatto, e lui in risposta alzò l'angolo destro della bocca, facendo un mezzo sorriso
"Tu non preoccuparti" Mormorò, concentrato sulla strada, vagando con la mano libera a cercare la mia per stringerla, cosa che mi fece sorridere.

Quando si fermò davanti ad una grande casa bianca mi accigliai. Perché eravamo lì? Cosa doveva fare? Mi fece segno di seguirlo senza dire nulla ed io lo ascoltai, seguendolo. Quando entrammo non persi tempo ed iniziai a guardarmi intorno, quel posto era davvero enorme e bellissimo.
"Ti piace?" Mi chiese il mio fidanzato, abbracciandomi da dietro
"Sì, è davvero bella, ma che ci facciamo qui?" Domandai, cercando di capire il collegamento tra noi e quella casa
"Siamo qui perché tu ed io da oggi viviamo qui, insieme, e non accetto un no come risposta" Mi sussurrò all'orecchio, ed io spalancai gli occhi, cercando di realizzare le sue parole. Tolse un braccio dalla mia vita per infilare una mano nella tasca dalla quale estrasse un mazzo di chiavi che mi mise in mano
"Che ne dici?" Chiese con un sorrisetto
"Ti amo, ti amo, ti amo" Urlai in risposta, saltandogli in braccio e baciandolo.

Spazio autrice
Eccoci arrivati alla fine della storia. Sono così felice e così triste allo stesso tempo, perché questa storia è diventata la mia vita, una parte di me. È la prima volta che scrivo una storia seria e mi sembra sia andata più che bene. Vi ringrazio tutti, ma a breve pubblicherò anche un capitolo speciale con i ringraziamenti alle persone più importanti per me e per questa storia. Spero che vi sia piaciuta, perché in questa storia c'è davvero tutta me stessa, mi ci sono impegnata tantissimo e spero si sia capito. Vi voglio bene, tanto.
-Dina💙

Indestructibles||Valerio Montesinos Hendrich Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora