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Il giorno dopo mi svegliai in perfetto orario, mi vestii e andai a bussare a Sara, le avevo promesso che sarei passata a bussare alla sua porta ogni mattina, così da arrivare in classe insieme. Dovetti aspettarla per qualche minuto, ma eravamo comunque in orario, passammo a prendere un caffè e poi ci dirigemmo con calma in classe, dove trovammo già Ander e Polo, che erano in perfetto orario, come sempre. Iniziammo a parlare di cose inutili, fin quando non arrivò Valerio che venne verso di me
"Buongiorno, come stai?" Chiesi, prima di dargli un bacio a stampo
"Ora che ti vedo bene" Sussurrò al mio orecchio, nonostante sapesse che detestassi tutta quella dolcezza, ma sorrisi lo stesso
"Oggi hai qualcosa da fare?" Domandò, mettendomi un braccio sulla spalla
"In realtà questo pomeriggio vado dai miei a prendere l'auto, ma torno presto, perché?" Chiesi e lui alzò le spalle
"No, nulla di importante... Solo che stasera c'è mio padre a casa e mi chiedevo se ti andasse di venire a cena da me, così te lo presento" Mormorò, come se fosse una cosa normalissima, ma io per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva
"Cosa? Vuoi seriamente presentarmi a tuo padre? Oddio" Pensai ad alta voce, per poi coprirmi la bocca con le mani e alzare lo sguardo su Valerio
"Certo che voglio, perché no?" Chiese e poi si avvicinò al mio orecchio
"Voglio che mio padre conosca la ragazza che amo" Sussurrò, facendomi sorridere
"Va bene, ma sei sicuro che andrà a buon fine la cosa? Cioè, io non sono ricca come te, e se a tuo padre non piacesse questa cosa?" Iniziai a pensare, di nuovo ad alta voce, facendomi le mie solite paranoie, facendo ridere Valerio
"Lisa, stai tranquilla, non succederà niente di tutto questo. Vieni per le otto e mezza a casa mia, va bene?" Chiese, io annuii e lui mi lasciò un bacio sulla guancia per poi andare a sedersi al suo posto, e io mi sedetti di nuovo vicino ad Ander, raccontandogli la situazione mentre aspettavamo l'arrivo del professore. Lui disse che avrei dovuto fare colpo su suo padre per stargli simpatica e si propose di venire a fare shopping con me quel pomeriggio per scegliere un vestito che andasse bene
"Perfetto, allora passo a prenderti per le sei ed andiamo insieme, prima non posso perché vado dai miei" dissi, entusiasta, sotto lo sguardo enigmatico del mio amico
"In che senso passi a prendermi?" Chiese, e solo in quel momento mi ricordai di non avergli ancora detto che ora potevo guidare, così cacciai la patente dalla cover del cellulare e gliela mostrai
"Finalmente ora puoi essere tu a passarmi a prendere! I ruoli si invertono ora" Esclamò scherzando, ed io annuii ridendo. Quando arrivò il professore seguii la lezione, anche se più distrattamente del solito, con la testa occupata dalle paranoie e dai film mentali su ciò che sarebbe potuto accadere quella sera. Anche quel giorno saltai il pranzo, dato che in quei giorni ero davvero poco affamata, e appena finirono le lezioni salutai tutti e corsi nel mio dormitorio a cambiarmi e mi avviai verso la fermata del bus, sperando di riuscire a prendere quello delle tre e mezza. Fortunatamente quando arrivai il bus non era ancora arrivato, controllai l'ora ed erano le 15:27, infatti in un paio di minuti il bus era lì. Salii e mi sedetti nel primo posto vuoto che trovai, infilati le cuffiette nelle orecchie ed aspettai pazientemente che passassero i quaranta minuti di viaggio che mi separavano dalla mia vecchia casa. Quando arrivai alla fermata più vicina scesi e mi avviai a piedi fino a casa mia, quando bussai venne ad aprirmi mio padre che mi abbracciò. Nonostante non vedessi la mia famiglia da sole due settimane mi mancavano già tutti da morire, e la prima cosa che feci fu abbracciarli tutti, gli raccontai di mia cugina che era arrivata a Madrid pochi giorni prima e loro mi dissero che in realtà loro lo sapevano, ma non mi avevano detto nulla per non rovinarmi la sorpresa. Passammo tanto tempo a parlare fin quando non mi accorsi che erano già le cinque e un quarto, così gli mostrai la patente che avevo finalmente ottenuto e scesi in garage a prendere la mia nuova auto, salutai di nuovo tutti e partii verso casa di Ander, per paura di fare tardi. Quando arrivai davanti casa del mio migliore amico gli inviai un messaggio e in pochi secondi lui mi raggiunse fuori. Mi salutò provando ad abbracciarmi, ma fallendo per via del braccio ingessato, e si limitò ad un bacio sulla guancia
"Caspita, bella quest'auto. È quella che ti hanno regalato i tuoi genitori?" Chiese, ed io annuii
"Sì, sono andata a prenderla proprio ora" risposi, fiera della mia auto. Guidai fino al negozio dove avevo scelto dei vestiti con Lucrecia
"Allora, non ho intenzione di mettere qualcosa di troppo elegante. Un pantalone ed una camicia andranno più che bene" Provai a dire appena entrammo, ma fu inutile perché il mio migliore amico si era già diretto verso il lato del negozio in cui c'erano i vestiti
"Ander no ti prego, altri vestiti no!" Mi lamentai, cercando di trascinarlo via da lì e provando ad indirizzarlo verso altri settori, ma senza riuscirci
"Non se ne parla tesoro, tu stasera devi essere perfetta e non accetto lamentele su ciò che sceglierò!" Esclamò, con fare autoritario, per poi scegliere tre vestiti e mandarmi nel camerino per provarli. Due di questi erano decisamente troppo, in tutto, e infatti non scelsi nessuno dei due. L'ultimo, però, era un semplice vestito bianco lungo fino al ginocchio, con le maniche lunghe ed una cintura color oro. Scelsi quello, e Ander disse che avrei dovuto abbinarci delle scarpe, sicuramente con il tacco, infatti scelse delle scarpe color oro, abbinate alla cintura, con un tacco forse troppo alto per me, che ero abituata a tacchi molto più bassi.

Quando arrivammo alla cassa feci per cercare il portafoglio nella borsa, ma quando lo trovai vidi che Ander aveva già pagato tutto
"Dovete smetterla di farmi questi regali a caso, sapete che io non sono in grado di ricambiare! In ogni caso grazie mille" Mormorai quando uscimmo fuori, per poi abbracciarlo. Lo riaccompagnai a casa sua e quando arrivai al dormitorio vidi che erano già le sette, così mi diedi una mossa a farmi un bagno e a preparami. Lasciai i capelli lisci ed evitai di truccarmi, mettendo solo un po' di mascara, per evitare di rendere il tutto troppo esagerato, e poi partii verso la casa del mio fidanzato. Il viaggio sembrò infinito, e le paranoie aumentarono sempre di più mentre pensavo all'impressione che avrei potuto dare al padre di Valerio e a quale sarebbe stata la sua reazione quando avrebbe scoperto che suo figlio, in una scuola di persone ricche, si era innamorato proprio della ragazza "normale". Quando arrivai lasciai l'auto fuori e mi avvicinai lentamente alla porta, quando arrivai lì davanti feci un grande respiro, facendomi coraggio, e bussai.

Indestructibles||Valerio Montesinos Hendrich Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora