10.

1.3K 64 32
                                    

Sentii bussare alla porta, segno che era arrivato Valerio. Ero veramente agitata, anche se non sapevo neanche io perché fossi così tanto in ansia nel dover uscire con lui. Da quando avevo accettato questo "appuntamento" non riuscivo a pensare ad altro, anche studiare mi era sembrato più difficile del solito.
Finalmente mi decisi ad aprire la porta e mi trovai davanti Valerio appoggiato allo stipite della porta mentre fissava il suo cellulare. Quando sentì la porta aprirsi alzò lo sguardo su di me e sorrise
"Stai da Dio" Sussurrò, facendo sorridere anche me e poi mi prese per mano, guidandomi verso la sua bellissima ed enorme auto, come d'altronde quella di quasi tutti i ragazzi che frequentavano Las Encinas.
Io non ebbi il coraggio di togliere la mia mano dalla sua, ma quella situazione mi metteva a disagio, e non poco.
Mi fece salire e poi salii anche lui, guidò per un po' di minuti e poi si fermò davanti ad un piccolo bar in periferia dove non ero mai stata in queste prime settimane qui a Madrid. Nonostante avessi praticamente girato tutto il centro, la periferia mi era ancora sconosciuta.
Valerio scese dalla macchina e io lo seguii, mi aspettò ed entrammo insieme. Quando entrammo il ragazzo che era dietro al bancone salutò Valerio con un abbraccio amichevole
"Un'altra delle tue conquiste?" Chiese a voce bassa. Abbassare la voce fu inutile, visto che io sentii lo stesso e Valerio se ne accorse e fulminò l'amico con lo sguardo facendolo zittire all'istante. Subito mi resi conto che Ander e Polo avevano ragione : Valerio era uno di quei ragazzi che fa innamorare tutte le ragazze e poi le lascia andare come se nulla fosse, ma io non volevo cadere nella sua trappola.
Ci sedemmo ad un tavolo per due e Valerio iniziò ad ordinare qualcosa dal nome strano, sicuramente un alcolico. Io indugiai un po' ma poi chiesi un semplice tè alla pesca. Il cameriere mi guardò stranito, ma poi andò via per preparare le nostre ordinazioni. Valerio mi guardò ridendo
"Un tè alla pesca? Sul serio?" Chiese con un ghigno divertito. Quell'affermazione mi diede non poco fastidio, ma provai a non darlo a vedere
"Sì, Valerio, un tè alla pesca. È mercoledì, domani abbiamo scuola e sai, vorrei evitare di ubriacarmi" Sbottai contro di lui. Ci provai anche ad utilizzare un tono gentile ma i miei tentativi furono vani, la mia voce era chiaramente infastidita e lo notò anche Valerio che cambiò argomento 
"Allora, tu e Benavent state insieme?" Chiese, ed io sorrisi nel sentire il cognome di Polo e decisi di inventarmi qualcosa
"Beh, più o meno..." Risposi. Valerio in risposta serrò la mascella, ma non ebbe il tempo di dire nulla che arrivò il suo amico con le nostre ordinazioni.
Mentre io cercavo di aprire la lattina di tè, Valerio aveva già finito il suo drink. Probabilmente non sarei riuscita ad aprire la lattina da sola e avrei dovuto chiedere aiuto a lui, ma non l'avrei fatto, sarebbe stata una soddisfazione per lui. Peccato che lui però si accorse della mia difficoltà e mi prese la lattina dalle mani, aprendola e versando il tè nel mio bicchiere già pieno di ghiaccio. Io feci per ringraziarlo ma poi incrociai le braccia al petto
"E cosa ti ha fatto pensare che io non volessi berlo dalla lattina?" Chiesi con tono di sfida. Lui alzò un sopracciglio
"Insomma, fammi capire, io ti aiuto ad aprire una lattina che non saresti mai riuscita ad aprire e non mi ringrazi neanche?" Esclamò, con fare ironico. Io mi morsi il labbro cercando di nascondere una risata per rimanere seria ma lui lo notò
"Sei così carina quando ti mordi il labbro" Sussurrò, ed in quel momento sarei voluta sprofondare, ero diventata un peperone e mi vergognavo da morire, quindi decisi di provare a coprirmi il viso con il bicchiere. Lui quasi sicuramente se ne accorse lo stesso, ma non disse nulla.
Ordinò un altro drink e passammo così la serata, tra chiacchiere e lui che ordinò almeno altri tre drink. Non saprei dire come riuscì a rimanere sobrio, doveva reggere l'alcool molto bene.

Dopo un po' di tempo che passammo a parlare di tutto, e in cui avevo scoperto cose su Valerio che neanche avrei mai immaginato, lui pagò e mi riaccompagnò al dormitorio.
Durante il viaggio in macchina lo trovai più volte a guardarmi e la cosa mi fece sorridere, sembrava così tenero, peccato che non lo fosse davvero.
Quando arrivammo io feci per salutarlo e scendere dalla macchina, ma lui mi fermò prendendomi per il polso e mi fece sedere di nuovo accanto a lui. Io lo guardai stranita e in meno di due secondi mi ritrovai le sue labbra sulle mie. Mi scansai prima che quel "semplice" bacio potesse diventare qualcosa di più e lui abbassò lo sguardo senza dire niente. Io scesi dalla macchina senza salutarlo e lui in pochi secondi sfrecciò via.

Indestructibles||Valerio Montesinos Hendrich Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora