Cap 3

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-Mmhh.. cazzo- si era addormentato mezzo ubriaco la sera prima, dimenticando le tapparelle della finestra aperte, così le prime luci del mattino, fastidiosamente, fecero capolinea nella sua stanza.
-Fedeeeee, chiudi 'sta finestra- mugugnò.
-Fede? Fedeeee?- tentò di aprire gli occhi, ma la luce e il mal di testa post-sbornia ebbero la meglio. Sì lamentò ancora, poi si sedette sul letto e si stropicciò gli occhi. "Non era un sogno, Niccolò. È andata via davvero", pensò vedendo la parte di armadio,dove fino alla sera precedente c'erano i vestiti di Federica, aperto e completamente vuoto. Ebbe voglia di rimettersi a dormire, ma uno Spugna abbastanza bisognoso di coccole lo raggiunse e gli saltò addosso
-A bello, mica sei leggero- rise -Sisi,ho capito. Annamo in cucina che te riempio la ciotola-
Dopo aver preso un antidolorifico per la testa, diede un'ultima carezza sulla testa di Spugna, adesso impegnato a divorare i croccantini che Niccolò gli aveva messo nella ciotola.
Si fece un caffè e uscì fuori al balcone per fumare una sigaretta.
"Oh cavolo, proprio 'ste scene smielate di prima mattina devo vedè?!?", pensò dopo aver visto il nuovo dirimpettaio e una ragazza scambiarsi baci e abbracci, prima che lui salisse in macchina e si dirigesse verso il traffico di Roma.
Niccolò guardò la ragazza,ancora intenta a guardare l'auto del suo ragazzo fin quando questa non sparì. Castana, con i capelli legati in un disordinato chignon. Non era magrissima, e nemmeno alta. Ma Niccolò non poté fare a meno di osservarla. "Anche la mia Federica faceva così, ogni volta che io partivo per un tour", sorrise al ricordo e si accese un'altra sigaretta.
Lei poi rientrò nel portone e Niccolò in casa sua.
Accarezzò ancora Spugna,che gli era andato incontro con il guinzaglio tra i denti
-Sisi, annamo a fa i bisogni- sospirò.

Si era svegliata presto,per preparare la colazione a Giulio e accompagnarlo alla macchina,per andare a lavoro. Ritornata in casa prese Nathan in braccio e gli fece tutte le coccole che il cucciolo chiedeva dalla sera precedente. Andò poi in camera da letto e guardò le valigie che Giulio non le diede il tempo di disfare. Arrossí ripensando alle sue carezze,ai suoi baci.. erano ormai cinque anni che lo conosceva, ma non riusciva mai a spiegarsi come mai lui avesse scelto lei. Serena si guardava allo specchio e non si piaceva mai. Chili di troppo e centimetri in meno. Lui invece era così bello. Moro con gli occhi verdi e un fisico che veniva allenato tre volte a settimana."Sono le tue curve a farmi impazzire",le ripeteva Giulio ogni volta. Sorrise ripetendosi le sue parole e iniziò a sistemare i suoi vestiti nell'armadio.
Non prima di aver acceso la sua cassa e aver messo la musica. Ovviamente la SUA musica.
Sì ritrovò così a cantare insieme a colui che la capiva sempre e sembrava scrivere canzoni sulla sua vita.

"Non posso darti più quello che chiedi
Ti dedico un sogno ma tu non lo vedi
L'amore non esiste ma è quello in cui credi
E quando ti senti sola riempi la mente
Alza gli occhi nel cielo, rinchiuditi sempre
Tra l'eleganza delle stelle"

Non poteva immaginare che un ragazzo moro, con un ciuffo fuori posto,un corpo tatuato e un cane che teneva al guinzaglio, si era fermato sotto la sua finestra e si mostrò fiero nel sentire qualcuno cantare le sue canzoni. Sorrise,scosse la testa e continuò la sua passeggiata con Spugna.

Come Peter Pan ~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora