Serena si sentì morire. Quel mostro le aveva immobilizzato il volto,mentre le baciava il collo. Sorrideva,come solo un pazzo malato può sorridere.
-Shhhh,Serenella..ti è sempre piaciuto- le sussurrò.
La ragazza aveva ormai il volto rigato dalle lacrime che aveva versato. Sì sentì debole, senza forze. Continuava a pensare a Niccolò e Sara, ma non successe nulla. Forse quel filo non esisteva, forse la volta scorsa era stata solo una maledetta coincidenza. Si stava arrendendo ormai, Giulio avrebbe fatto l'amore con lei e lei non sapeva come impedirglielo. Provò a urlare,ma la mano di quella bestia che aveva sulla sua bocca si fece più forte. Le alzò la maglietta e raggiunse il suo seno, lo strinse tra le mani e Serena sentì il respiro morirle in gola. Il suo cuore non batteva più, lo stomaco ormai era in fiamme.
"Niccolò..Sara..vi prego, aiuto" si ritrovò a pensare,per l'ennesima volta.
Poi un boato, Giulio si fermò di colpo.
-Che cazzo ha fatto cadere quel ammasso di peli di merda del tuo gatto?- esclamò furioso. Fece per uscire dalla stanza, ma due braccia lo presero per il collo e lo attaccarono al muro. Serena si accasciò a terra,aveva la mente altrove ormai. Vide solo la figura di Sara correrle incontro e stringerla forte, poi i suoi occhi si appannarono ancora una volta di lacrime e scoppiò a piangere,di nuovo. Un pianto misto di dolore,sofferenza e tristezza,ma anche un pizzico di gioia. C'era davvero un filo che li collegava allora, i suoi amici erano lì. Il suo Niccolò era lì.
Ma il ragazzo non corse da lei, aveva un conto in sospeso da quando quel verme le aveva alzato le mani la prima volta. Gli riempì il volto di pugni, nonostante Adriano tentasse di fermarlo.
-Nic. Nic. Fermate!!! Stai facendo er gioco suo!- gli urlava l'amico, invano.
-Nic,te prego. È quello che lui voleva- disse poi.
Serena lo guardò, era terrorizza. "Niccolò.." pensò,non aveva il coraggio di parlare. Non ne aveva la forza. Allora Niccolò si fermò con il pugno a mezz'aria,come se qualcosa di più potente lo avesse bloccato. Qualcosa che poté udire solo lui. Lasciò cadere Giulio a terra, questo rise tra un colpo di tosse e l'altro.
-Non sai in che guaio ti sei cacciato, Niccolò Moriconi- biascicò poi. Sentendo il suo nome uscire da quella bocca malata, un altro impeto di rabbia lo travolse, gli sferrò un calcio tra le gambe e Giulio urlò dal dolore. Sì mise in posizione fetale,con le mani racchiuse tra le cosce,imprecando. Niccolò lo guardò con tutto l'odio e il disprezzo che poteva provare, poi si girò verso Serena. Era lì,era così fragile. Gli occhi erano gonfi e rossi,le lacrime non riuscivano a fermarsi. Sara piangeva con lei, accarezzandole i capelli e tenendola stretta tra le sue braccia. Ma,proprio come in quel maledetto locale, la lasciò andare quando vide il cantante avvicinarsi. Il moro s'inginocchiò ai piedi di Serena, la guardò ancora una volta negli occhi, in quegli occhi tanto sofferenti. Niccolò in quel momento si sentì crollare. Sentì ogni parte del suo corpo abbandonarlo, vederla in quello stato lo fece imbestialire verso sé stesso. Aveva lasciato che Serena andasse da quel mostro,non l'aveva protetta. Così come non l'aveva protetta dai giornalisti che avevano fatto le foto,la sera prima. Così come non l'aveva protetta quando scappò da lei,facendole altro male. Sì sentì inutile e questo lo devastò più di qualsiasi altra cosa al mondo. Se non fossero arrivati in tempo...se avessero ritardato anche solo un minuto...strinse i denti, così come strinse i pugni,le nocche delle mani erano diventate ormai bianche. Gli occhi un velo di lacrime e la bocca secca. Eppure, appena la mano di Serena toccò il suo viso, Niccolò si rilassò. Chiuse gli occhi, respirò a fondo e sentì i muscoli a mano a mano prendere il loro posto d'inizio. Lei era la sua salvezza, lei era la sua cura, era lei a proteggerlo e calmarlo ogni volta. E non se ne rendeva conto.
Niccolò poi aprì gli occhi, incrociò quelli di Serena. La ragazza fece per aprire la bocca, ma il cantante le poggiò un dito sulle labbra. La prese in braccio e insieme ad Adriano e Sara,uscirono da quella casa.
-Ve ne pentirete! Merde!- urlò Giulio, ma ormai Serena era in salvo. Ed era l'unica cosa che contava.Aveva insistito che rimanesse lì,accanto a lui,a casa sua. Aveva avuto troppa paura,aveva bisogno di sentirla e vederla al sicuro. Così quando Adriano e Sara andarono via, Niccolò con Serena ancora in braccio andò in bagno. La spogliò piano. La ragazza s'irrigidí ma Niccolò le sussurrò -Va tutto bene,piccola anima. Ci sono io qui-
Vederla così gli fece scoppiare il cuore,lo poté sentire frantumarsi ancora una volta. Mandò indietro quelle lacrime che minacciavano ancora di uscire. Doveva essere forte,doveva farlo per lei. Serena poi si rilassò,si fece togliere quei vestiti che puzzavano di Giulio e della sua cattiveria. C'era Niccolò accanto a lei,era tutto finito. Il cantante poi riempì la vasca d'acqua e bagnoschiuma e l'adagiò delicatamente al suo interno,era così piccola e fragile, temeva si spezzasse più di quanto già non fosse. Con la spugna le passò piano la schiuma sul corpo, voleva lavarle via il ricordo di quelle mani viscide. Le lavò anche i capelli. Ogni volta che era piccolo e stava male, si faceva sempre un bagno per sentirsi meglio. Forse quel male che aveva dentro Serena era un po' più forte di un dolore che può provare un bambino, ma sperò di farla sentire meglio anche solo un pochino.
Una volta lavata via la schiuma, l'avvolse nell'accappatoio,poi passò a pettinarle i capelli e ad asciugarli. Serena guardava il loro riflesso nello specchio,ma non aveva nemmeno la forza per provare vergogna o sentirsi in imbarazzo. Aveva bisogno che Niccolò si prendesse cura di lei in quel momento, e il cantante lo stava facendo nel migliore dei modi. Le fece poi infilare un paio di suoi boxer e una t-shirt. La prese di nuovo in braccio e la portò al letto. Le rimboccò le coperte e sì sdraiò accanto a lei,stringendola.
-Nic..Nicco..- provò a dire Serena. Voleva scusarsi. Voleva che Niccolò sapesse che non era stata colpa sua. Voleva che la perdonasse per avergli detto quelle parole e avergli causato altro dolore. Voleva spiegargli della minaccia che Giulio le aveva fatto. Voleva sussurrargli che lo aveva fatto per proteggerlo.
Ma Niccolò l'abbracciò più forte, si beò del profumo dei suoi capelli e della sua pelle,poi le sussurrò
-No,piccola anima. Stasera no. Dormi, dimentica tutto. Siamo solo io e te, saremo solo io e te-
La cullò tra le sue braccia e dopo un po' poté sentire il suo respiro farsi più dolce, più leggero. Sì era addormentata, ma Niccolò decise di rimanere sveglio. Doveva vegliarla, doveva sapere che non si sarebbe mossa tra le sue braccia. Doveva vederla sempre lì, rannicchiata contro il suo petto. Aveva temuto di perderla,aveva avuto paura che le succedesse qualcosa di troppo brutto da immaginare. Adesso non avrebbe permesso a nessuno di portargliela via. Lei era la sua piccola anima. Solo sua. E l'avrebbe difesa da tutto e tutti!
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Come Peter Pan ~
FanfictionUna nuova vita. Una nuova città. Accanto la persona che amava, o almeno così cercava di convincersi Serena. Ma un paio di occhi scuri e un corpo un po' troppo tatuato, le diedero la spinta per guardare in faccia la realtà.