Cap 30

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Decisero di incontrare gli altri,Tiziano,Gabriele,Alessandro e Valerio. Dopo quelle foto,almeno loro,avevano diritto di sapere. Sì ritrovarono così al loro solito bar e appena si sedettero, Tiziano disse
-Mbè? Penso dobbiate dirce qualcosa-. Era un po' infastidito, Niccolò non li aveva mai tagliati fuori da ciò che succedeva nella sua vita.
-Regà- iniziò a parlare il moro -se nun ve abbiamo detto niente è perché era presto. Nun volevamo de certo che lo scoprisse così, anzi, quelle foto nun dovevano manco esiste-
-Nic, ascolta- questa volta era Alessandro a parlare -Nun ce stato manco bisogno de vedè le foto. Certo,c'hanno un po' scioccato. Ma noi sapevamo già. Te conosciamo da anni,davvero credevate che nun ce fossimo accorti di nulla? Eddaje, pure un ceco capirebbe- risero tutti e Niccolò e Serena furono sollevati dal fatto che non li avessero delusi.
-Nun ve state a preoccupà, sappiamo e ve capimo. Semo felici per voi- disse poi Gabriele. Fecero un piccolo brindisi alla felicità della nuova coppia e poi iniziarono a divertirsi come era loro solito fare.
Di colpo una mano non troppo sconosciuta si poggiò sulla spalla di Serena. Tutti si misero in allerta nel vedere Giulio, soprattutto Niccolò. Ma sapeva che doveva contenersi,non poteva fare scenate. La loro storia era ancora un dubbio per gli altri, se avesse fatto qualche stronzata avrebbe solo dato certezze. Si limitò a guardarlo con rabbia,come tutte le persone sedute a quel tavolo.
-Ciao,Serenella. Quante coincidenze, in meno di 24ore è la seconda volta che ci vediamo- esclamò Giulio,sorridendo in modo inquietante.
Serena non ebbe il coraggio di voltarsi, voleva ancora illudersi che fosse un brutto incubo. Ma quando vide le facce dei suoi amici e di Niccolò, svaní ogni sua speranza.
-Che vuoi ancora, Giulio?- esclamò,esasperata e arrabbiata.
-Voglio parlarti. Ti va?-
-No,non le va- rispose per lei Sara.
-Saretta,Saretta..ma i cazzi tuoi?- e a quelle parole Adriano scattò in piedi. Lui non aveva niente da temere,avrebbe potuto rompergli la faccia senza problemi.
-Ma perché nun te ne vai affanculo? Nun vedi che nessuno te vole? Te ne vai tu o ti ci porto io a calci nel culo?- disse.
-Mamma mia,ma con che gente volgare esci,Serenella. Ho bisogno solo di dirti due parole- Serena guardò Niccolò, aveva lo sguardo basso ma poteva sentire la rabbia uscire da ogni parte del suo corpo. Sapeva che se non avesse seguito Giulio,sarebbe finita in tragedia. Così si alzò, e anche il cantante alzò lo sguardo per guardarla negli occhi. "Che cazzo fai?" pensò,ma Serena con un'occhiata lo rassicurò.
-Ragazzi,tranquilli..continuate pure. Arrivo subito- disse,prima di allontanarsi. Sara la bloccò prendendole il polso
-Non sei costretta,Serè- le disse poi.
-Lo so,staremo fuori. Stai tranquilla- le rispose l'amica,sorridendole. Lei e Giulio uscirono dal locale e Serena poté sentire lo sguardo di Niccolò per tutto il tempo. Il ragazzo strinse le mani in un pugno, fu Adriano a calmarlo.
-Stà calmo, stanno fori. Se le dovesse fà qualcosa usciamo subito- gli disse.
Niccolò annuí, ma non si calmò. Tutti smisero di fare quello che stavano facendo, dovevano tener d'occhio Serena e quel mostro che le era accanto.
-Allora?- gli chiese la ragazza,una volta fuori dal locale.
-Serenella, le notizie corrono- la prese in giro Giulio.
-Quali notizie?- e Serena pregò in silenzio che non si stesse riferendo alle foto con Niccolò.
-Il sogno di tutte eh? Avere una relazione con il proprio cantante preferito!- continuò lui,senza smettere di sorridere.
-Relazione? Ma di cosa parli?-
-Oh,quanto sei ingenua- le si avvicinò e le mise una mano sulla guancia. Niccolò vedendo quel gesto balzò in piedi,ma Gabriele lo fermò facendolo risedere.
-Nun adesso,Nic. Calmate- il cantante sbuffò, stava per perdere la pazienza.
Serena si allontanò da quella mano, ebbe un flashback.. quella mano,lo schiaffo. Ebbe un tuffo al cuore e si sentì gelare.
-Non ti faccio niente- le sussurrò Giulio
-Cosa vuoi da me,Giulio?- chiese lei,tremava ormai.
-Niente, solo te. Ti voglio di nuovo nella mia vita,mia dolce Serena-
A quel punto Serena scoppiò a ridere, lasciando sorpresi i suoi amici che dal locale non riuscivano a sentire quello che si stessero dicendo.
-Tu te lo scordi- rispose poi.
-Ah si? E vediamo se ti convinco. Sai che ho diversi amici..giusto Serena?-
La ragazza non riuscì a parlare,sapeva bene a chi si riferisse Giulio.
-Cosa cazzo vuoi?-
-Torna con me,altrimenti qualcuno di molto vicino a te si farà male-
Serena sentì il mondo crollarle addosso,stava per scoppiare in lacrime ma non gli avrebbe dato questa soddisfazione. Non di nuovo.
-Tu sei pazzo. Tu sei malato!- disse.
-Sarò anche come dici tu,forse anche peggio. Ma sappi, o ritorni con me o dovrai piangere il tuo Niccolò- la guardò ancora una volta, si voltò e prima di andare via le disse
-Hai tempo fino a domani per pensarci,poi agirò di conseguenza-
Andò via,lasciandola lì immobile con la testa che le scoppiava e quelle farfalline che cadevano distrutte.
Sara si alzò di scatto, andò da lei e la prese tra le braccia. Serena si lasciò andare, scoppiò in lacrime e abbracciò Sara. Nessuno doveva saperlo, nessuno doveva sapere di quello che si erano detti. Avrebbe inventato una scusa, ma non poteva mettere in pericolo la vita di Niccolò.
-Cosa ti ha detto,Sere?- chiese Sara
-Nulla,in realtà non so nemmeno perché sto piangendo. Anzi, è stato.. è stato.. carino- mentí, asciugandosi in fretta le lacrime.
-Carino e Giulio non possono stare nella stessa frase. Che ti ha detto?- continuò a chiederle.
-Te l'ho già detto. Ora scusa, vorrei andare a casa-
-Vengo con te- disse Sara.
-No,ho bisogno di stare da sola-
Alzò la testa e incontrò lo sguardo di Niccolò che aveva raggiunto le ragazze in tempo per sentire quello che Serena aveva detto. Senza dire altro, iniziò a camminare verso casa. Sì sentì esplodere il mondo dentro, il suo cuore si ruppe in infiniti pezzi. Ma lo doveva fare. Doveva salvare Niccolò,come lui aveva salvato lei.

-Che signica,Serè?- le urlò il cantante. L'aveva seguita e raggiunta in casa. La vide mettere delle cose in valigia.
-Niccolò è stato tutto uno sbaglio. Noi,questa storia..non so nemmeno io perché l'ho fatto- disse la ragazza,cercando con tutti le sue forze di non scoppiare a piangere e rivelargli tutta la verità.
-Che cazzo stai a dí,Serè?!?- Niccolò urlò così forte che Serena si spaventò.
-Devo andare via-, prese la valigia, chiuse Nathan nella sua gabbietta e uscì dalla stanza. Niccolò la raggiunse, in quel momento erano rientrati anche Sara e Adriano. La ragazza non poteva credere a quello che stava vedendo
-Dove cazzo vai?- le chiese Sara
-Giulio..Giulio mi ama ancora.. e forse anche io amo ancora lui..è pentito di tutto,mi ha chiesto scusa..ed io..- Serena disse tutto senza guardare nessuno negli occhi.
Niccolò le scattò vicino,stava impazzendo.
-Che cazzo hai detto??? Ma sei seria? E noi,Serè? E io???- le urlò
-Tu sei stato solo uno sbaglio,forse un divertimento. Avevo bisogno di dimenticare e tu eri lì,sempre pronto a correre da me- Serena non pensava nemmeno una delle parole che aveva appena pronunciato,si sentì morire dentro vedendo Niccolò con il viso colmo di lacrime.
"No,non piangere. Perdonami,lo faccio per te" pensò.
-Un divertimento eh? Davvero? Abbiamo passato dei momenti fantastici e tu li chiami DIVERTIMENTO?- Niccolò ormai non si controllava più,avrebbe rotto qualsiasi cosa in quelle maledetta casa. A nulla servì il braccio di Adriano a calmarlo, Niccolò ormai era fuori di sé dalla rabbia. Era devastato,di nuovo. Sì sentì morire e non riusciva a controllare più le lacrime.
-Si. Divertimento. È stato bello Niccolò, ma il cuore appartiene ad un'altra persona. Ti sei mai chiesto perché non volevo che sapessero di noi? Non ero sicura,sapevo che in una parte del mio cuore,Giulio era ancora presente. E mi è bastato incontrarlo di nuovo e guardarlo negli occhi per averne la conferma- sussurrò Serena. Si rese conto che stava per scoppiare a piangere, si potettero sentire i loro rispettivi cuori rompersi come vetro.
Aprì la porta e raggiunse il taxi che la stava aspettando. Fu solo in quell'abitacolo che si lasciò andare ad uno dei pianti più dolorosi della sua vita.
"Perdonami, Niccolò. Perdonami,ti prego. Ma non posso mettere la tua vita in pericolo!" pensò, mentre il volto le si rigò di lacrime.

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