Cap 12

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-E tu come..?-
-Come faccio a saperlo,Serè? Beh, ti devo ricordare dove abito?- disse Niccolò, con una voce più dura.
-Non sono cose che ti interessano, Niccolò-
-Hai ragione, cretino io che mi metto lì a pensare a quella maledetta scena. È vero,non sono affari miei. Ma cazzo, dimmi perché non vai via? Perché resti lì e non scappi?- Niccolò senza volerlo aveva alzato un po' il tono della sua voce. Serena smise di guardarlo, volgendo lo sguardo altrove. La testa le girava e lo stomaco bruciava dal dolore. Le lacrime avevano ricominciato a scendere sulle sue guance.
-Perchè non lo farà più- disse con un filo di voce.
Niccolò rise, ma quella risata fu così fredda e amarea che spaventò persino lui.
-Non lo farà più eh? Come smetterà di vedere,baciare e abbracciare un'altra donna?- disse poi, e si maledisse ancora, ma non poteva sopportare che lei si facesse distruggere così.
-Che stai dicendo, Niccolò?- Serena alzò la testa per incontrare lo sguardo del cantante, ma lui guardava altrove e non le rispose.
-Niccolò..che cosa cazzo hai detto?- ripeté con tono più duro e alterato
-Si,Serè. Te tradisce, l'ho visto stamattina co gli occhi mia. E nun sai quanta voglia c'ho avuto di spaccargli la faccia. E nun sai quanta voglia ho di aprirti la testa e fatte render conto che quello lì è una merda-. Queste ultime frasi le pronunciò guardandola diritto negli occhi. Non voleva che il suo tono fosse così duro, ma non riusciva a fare altrimenti. Serena doveva lasciarsi aiutare. E forse lui era l'ultima persona al mondo in grado di farlo, l'ultima persona al mondo a cui Serena lo avrebbe concesso, ma Niccolò voleva aiutarla.
-Ma cosa ne sai tu? Ma chi ti credi di essere? Che c'è, la fama t'ha dato in testa? Non ti conosco, e tu non conosci me. Il fatto che io sia una tua fan non ti dà alcun diritto. Lasciami in pace, Niccolò!-. Lo guardò con rabbia, lo lasciò lì e rientrò nel locale, non prima di essersi asciugata le guance e gli occhi,non voleva che Sara e Adriano la vedessero così.

-Raga,io vado. È stato un piacere conoscervi- Niccolò raggiunse il tavolo dei suoi amici, aveva bisogno di andare a casa. Non poteva stare seduto nel suo stesso tavolo. Non la guardò e non la salutò, andò via senza dare nessuna spiegazione.
Serena lo guardò uscire dal locale e salire in macchina, e per una frazione di secondo i loro occhi si incontrarono, ma entrambi distolsero subito lo sguardo.
"Dimenticalo,Serè".

-Si può sapere cos'è successo fuori tra te e Niccolò?-
Sara e Serena erano in macchina e si stavano dirigendo verso casa di quest'ultima. Da quando era andato via Niccolò, era passata un'altra oretta, così le due salutarono Adriano e andarono via.
-Niente- sbuffò Serena
-Senti Sere,ti conosco da abbastanza anni per dire che mi stai prendendo per il culo. Stavate bene,poi siete usciti fuori e lui è tornato incazzato nero ed è andato via-
-E cosa ti fa pensare che sia colpa mia? Magari ha ricevuto una telefonata,un messaggio..-
-Serè lo hanno visto pure i muri che non vi siete nè salutati e nè guardati in faccia-
-Sara non è successo niente,quante volte lo devo ripetere? Sti cantanti so strani,lo sai-
-Con Giulio come va?- disse Sara cambiando discorso.
Serena sentendo quel nome ebbe i brividi, un nodo le si bloccò in gola e fece l'impossibile per evitare di riscoppiare a piangere.
-Tutto bene- disse, guardando fuori dal finestrino
-Serè, devo ribadirti quanto ti conosco?-
-Sara va tutto bene, perché devi dubitare di ogni singola cosa che io dica, oggi?
-Perchè ti conosco- ripeté l'amica
Sorrisero entrambe, Serena sapeva quanto fortunata era ad averla al suo fianco. Arrivarono sotto casa, Serena scese dall'auto e l'amica andò via. Stava per entrare nel portone, quando alzò la testa. Incrociò lo sguardo di Niccolò, fuori al balcone intento a fumare la sua solita sigaretta.
Rimasero lì per un po', a fissarsi, senza far trasparire alcuna emozione. Poi Serena entrò nel suo portone e salì in casa.

"Nun me guardà cu quegli occhi,Serè". Si ripeté Niccolò mentre il suo sguardo era posato in quello di Serena. Poi lei andò via e lui sospirò. Buttò via la sigaretta e rientrò in casa.
"Ma che me sta succedendo?". Venne riportato alla realtà dal suono della porta. Andò ad aprire e fu felice di fare entrare Adriano in casa sua.
-Allò? Se po' sapè che t'è preso?- aveva detto l'amico non appena entrò.
-Niente,Andrià. Dovevo fa na cosa-
-Oh sentì Niccolò, tu a me nun me freghi. Te e Serena siete usciti fori, tu poi entri e te ne vai. Senza guardarla manco negli occhi. E mo me vorresti dí che nun è successo niente?-
-Adrià, lassame in pace. Nun è successo niente, dovevo tornà a casa-
-Ah Niccò..-
-Oh Adrià, basta.-
Andò in cucina, prese due birre e tornò in soggiorno dove trovò Adriano seduto sul divano. Ne seguì uno strano silenzio, mentre i due bevevano le loro birre. Poi Niccolò sospirò. Aveva bisogno di parlare con qualcuno,si sentiva morire. Guardò un punto fisso sul tappeto, e iniziò a parlare
-Ieri lo stronzo le ha dato uno schiaffo-, disse poi, con la voce piena di rabbia
Adriano non parlò, si limitò a sbuffare
-Che le hai detto,Nic?-
-Le ho chiesto perché non scappava via, perché voleva farsi del male-
Adriano annuí e così Niccolò continuò a raccontare
-Le ho detto che stamattina l'ho visto co n'altra-
-Cazzo,Nic..-
-Doveva saperlo,Adrià. Quell'omo de merda..- strinse la mano libera in un pugno
-Nun te poi intromettere in sta storia Nic. Se lei non vole, tu la devi lassà in pace!-
-E dimme..come? Ho quella cazzo de scena dentro agli occhi ogni secondo. Repenso a quanto piccola s'è fatta, a quegli occhi pieni de paura. Dimme,Adrià.. come la lasso in pace?-
-Nun la conosci,Nic- rispose semplicemente Adriano.
-Lo so. Eppure sento un disperato bisogno de proteggerla-
Adriano scosse la testa, come sempre Niccolò aveva messo da parte il suo dolore per Federica per preoccuparsi di un'altra persona. Ma questa volta era diverso, quella ragazza era una sconosciuta.
-Stà attento,Nic. È inutile che te dica de nun immischiarti, tanto o farai lo stesso. Ma statte attento-, poggiò una mano sulla spalla dell'amico, posò la bottiglia di vetro ormai vuota sul tavolino e andò via, lasciando Niccolò in preda ai suoi pensieri.

Serena e Giulio cenarono in silenzio, fino a quando lui non le prese la mano, facendola irrigidire.
-Va tutto bene,Sere. Ti prego,perdonami-
Serena non riusciva a non pensare a quello schiaffo e alle parole che le aveva detto Niccolò.
"E se fosse vero?", pensò.
-Mi dici qualcosa,per piacere?- le disse con voce dolce Giulio.
-Ho bisogno di tempo, non ce la faccio a dimenticare tutto quello che è successo. Lo sai Giú, io ti ho sempre creduto- le lacrime ricominciarono ad uscire.
Giulio si alzò dalla sedia e le si avvicinò, la prese tra le braccia e le baciava i capelli
-Piccola mia, scusami tanto. Mi sento un verme,uno schifoso. Non avrei mai voluto farti del male, non succederà mai più- le disse senza smettere di accarezzarla. Le alzò poi il viso, accarezzandole le guance e pulendole via le lacrime. Serena lo guardò negli occhi, era ancora scossa.. ma quando Giulio posò le sue labbra sulle sue, lei non si allontanò. Ricambiò il suo bacio e si teneva stretta al suo petto. Il ragazzo senza staccarsi la portò in camera, l'adagiò sul letto e stava per sfilarle la maglia, quando Serena si bloccò. Non poteva,non se la sentiva, non era quello il modo di far pace.
-No,Giulio..aspetta- gli disse fermandolo
-Che succede?- disse lui, sorpreso
-Non mi va. Scusa,ho bisogno di tempo-
Lui la guardò per un altro secondo, poi sbuffò e prima di lasciare la stanza sbattendo la porta alle sue spalle, le disse
-Vaffanculo,Serena!-

Era notte ormai, ma Serena non riusciva a chiudere occhio. Accanto a lei c'era Giulio,che dormiva come se nulla fosse successo. Ai suoi piedi un tenero Nathan dormiva,con un peluche a forma di cuore come cuscino. Si alzò da quel letto e andò in bagno,poi in cucina a bere un sorso d'acqua. Stava per tornare in camera,quando il cellulare di Giulio si accese e avvisò l'arrivo di una notifica.
Serena lo guardava e nella testa aveva ancora le parole di Niccolò. Piano si avvicinò al cellulare del suo ragazzo, lo sbloccò e quello che lesse le fece crollare ancora una volta il mondo addosso.

Messaggio da Sconosciuto
Questo letto ha ancora il tuo profumo. Grazie per questa magnifica giornata, a domani 😘

Serena si sentí morire. Niccolò aveva ragione. Lo aveva accusato ingiustamente,quando lui cercava solo di metterla in guardia. Lui voleva solo aiutarla.
Andò in camera, prese il suo cellulare e il suo Nathan, che si svegliò senza capire cosa stesse succedendo, ma si riaddormentò non appena annusò la sua padrona.
Uscì da quella casa. Aveva bisogno di sentirsi al sicuro.

Dopo tutto quello che le aveva fatto, lei lo aveva anche baciato e adesso probabilmente staranno facendo l'amore. Niccolò si rigirava nel letto. Aveva visto Serena baciare il suo ragazzo. Non riusciva a prender sonno, non sopportava l'idea che si facesse trattare una merda. Stava finalmente per addormentarsi, quando il campanello di casa suono un paio di volte.
"Chi cazzo è a quest'ora?", si alzò,biascicando un -Arrivo-, mentre si dirigeva alla porta.
Quando l'aprì dovette strofinarsi gli occhi. Credeva di sognare. Quella piccola anima era lì. Con un pantaloncino,una maglietta a mezze maniche un po' troppo lunga per lei è un gattino tra le braccia. Aveva gli occhi gonfi, segno di chi aveva pianto troppo.
Niccolò la fece entrare, senza parlare, spostandosi solo al lato della porta. Nathan si svegliò, si guardava intorno, poi notò quel cagnolone addormentato nella sua cuccia. Fece capire a Serena che voleva scendere, si avvicinò a Spugna,lo annusò. Quest'ultimo si svegliò e quando vide Nathan cercò di fare spazio nella sua cuccia. Il gatto lo raggiunse e si addormentò con la testa sulle zampe del suo nuovo amico.
Niccolò sorrise alla scena, guardò Serena che avevo lo sguardo perso.
-Hey, che succede?- le chiese lui, dolcemente.
-Avevi ragione Niccolò- rispose la ragazza,con la voce ancora rotta dal pianto. Il cantante non ci pensò su due volte. Serena aveva scoperto tutto. Le si avvicinò, si guardarono negli occhi e Niccolò voleva sprofondare vedendo quelli di Serena così pieni di lacrime. La strinse forte a sé e lei si lasciò andare ad un altro pianto.
-Scusami- disse,tra una lacrima e l'altra
-Shhhh, va tutto bene-
La strinse ancora più forte e diede il permesso a quelle lacrime di solcargli le guance.

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