Cap 39

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Sapeva che quello che aveva fatto la sera prima, avrebbe avuto delle ripercussioni. Sapeva che aveva esposto un po' troppo la sua relazione con Serena, ma entrambi furono tranquilli.
Sì prepararono per passare la giornata al mare con i loro migliori amici, ma prima di aprire la porta della camera d'albergo, Niccolò si girò a guardare Serena.
-Pronta?- le sussurrò.
La ragazza chiuse gli occhi, sospirò e quando li riaprì,annuí. Il cantante allora le prese la mano, aprì la porta e cercarono di scappare e sottrarsi quanto più potevano da giornalisti,fotografi e impiccioni vari, quando uscirono dall'hotel. Salirono in macchina, e Niccolò si accorse solo allora quanto teneva stretta la mano di Serena. Ma lei non se ne lamentò, sapeva che il cantante la voleva proteggere.
La strinse a sè e le sussurrò
-Benvenuta nel mio mondo- poi sorrise. Serena allora si strinse ancora di più tra le braccia del cantante. Non aveva paura,non più.
-Il tuo fantastico mondo- gli rispose,sentendolo ridacchiare.

Adriano e Sara erano già sulla spiaggia quando arrivarono. Erano intenti a stendere i loro teli, la giornata era bellissima per essere fine inverno. Respirarono quel profumo del mare e si sentirono liberi.
-Com'è annata?- chiese Adriano,quando vide la coppia. Sapevano già a cosa si riferisse.
-È annata. Ora me voglio godè solo sta giornata con la mia piccola anima- disse Niccolò,per poi posare un bacio sulla guancia di Serena.
Sì tolsero i vestiti,rimanendo in costume.
-Allora? Ce lo famo er bagno?- esclamò Adriano
-Voi siete pazzi! Sarà gelata- disse Sara,rabbrividendo al solo pensiero.
-Eddaje,amò. Me pari na vecchia!- la prese in giro il suo ragazzo e Sara gli mise il broncio,per poi rincorrerlo per la spiaggia. Ma ovviamente a vincere fu Adriano,che la prese in braccio e la portò in acqua. Serena e Niccolò poterono sentire le urla della ragazza e le maledizioni che mandò ad Adriano,quando il suo corpo toccò quell'acqua fredda. Ma fu un attimo,perché poi il ragazzo si fiondò sulle sue labbra e lei,come succedeva sempre, ritornò a sorridere.
-Devo fà così anche co te o ce vieni coi piedi tuoi?- disse Niccolò,girandosi verso Serena e guardandola con aria di sfida.
-Non ci privare,Moricò. Vengo da sola- disse la ragazza,sbuffando e alzando gli occhi al cielo.
-Nun alzà gli occhi al cielo co me,signorí- la canzonò il moro,ridendo.
L'acqua non era gelida,di più. Serena indietreggiò istintivamente quando ne poggiò un piede all'interno.
-No,io non vengo- disse poi, terrorizzata.
-Eddaje,Serè. Nun fa a bambina- la prese in giro Niccolò,lui si era già tuffato e fece di tutto per nascondere che quell'acqua fredda gli stava gelando anche il sangue.
-Vedi di uscire anche tu,Moricò- gli urlò Serena dalla riva -Non ti puoi permettere un malanno-.
Niccolò sbuffò, non ci aveva pensato. Sapeva che rischiava di farsi venire un accidenti se non usciva subito, e aveva altri 6 concerti da fare. Non poteva ammalarsi.
-Va bene,mammina- le rispose ridendo, mentre la raggiungeva. Tornarono sui loro teli,vennero seguiti anche da Adriano e Sara. Il solo per fortuna quella mattina era abbastanza caldo, così i brividi che avevano addosso passarono facilmente. Era ora di pranzo ormai, così decisero di mangiare quei deliziosi panini che la stessa Serena si era fatta preparare dalla cucina dell'albergo. Sì sentirono spensierati, avrebbero voluto fermare il tempo e vivere così,con il sole sul viso e la felicità negli occhi.
Quella giornata al mare era trascorsa divinamente,deciso di rivestirsi perché il sole iniziava a diventare meno caldo. Parlarono del tour,della bellissima canzone che Niccolò aveva cantato a Serena, e di quanto fosse stato magico quel momento.
-Nun pensavo che Ultimo potesse esse così romantico- lo prese in giro Adriano.
Niccolò gli mollò un leggero pugno sulla spalla
-Quante cose nun sai di me,Cassiolí- ma sapeva che non era vero. Nessuno lo conosceva meglio del suo migliore amico. Riusciva a capirlo senza che si parlassero,guardandosi semplicemente negli occhi. Sapeva le parole che doveva usare in ogni momento,sapeva come prenderlo e come farlo ritornare in sé. Sapeva sgridarlo e allo stesso tempo supportarlo. Di Adriano non ne avrebbe mai potuto fare a meno.
-Ci pensate mai al destino che ci ha fatto incontrare?- chiese d'un tratto Serena. Guardò i suoi amici e il suo ragazzo che la guardarono con aria interrogativa, così continuò.
-Insomma, quante probabilità c'erano che il mio cantante preferito si innamorasse di me? E quante probabilità c'erano che il suo migliore amico si innamorasse della mia migliore amica? A volte ci penso,ed è assurdo. È tutto così perfetto- aveva un sorriso da ebete sul viso e i suoi soliti occhioni sognanti. Nessuno di loro ci aveva mai pensato,ma Serena aveva ragione. Tutto quello che gli era successo,visto da fuori,poteva sembrare una cosa fatta apposta, ma non era così. Erano ancora immersi in quei pensieri quando il sole cominciò a tramontare. Serena allora si girò a guardare Niccolò e gli sussurò
-Nic, me la canti?- quel tramonto rese il colore dei suoi occhi ancor più bello, Niccolò allora annuí sorridendole e cominciò a cantare la canzone che le aveva dedicato. Rimasero tutti in silenzio, con gli sguardi fissi in quel sole che spariva dietro al mare,con sottofondo la voce dolce e leggera del cantante.

Trascorsi quei tre giorni,si ritrovarono di nuovo in macchina per un'altra data,quella di Bari. Alla guida c'era Jacopo,accanto Niccolò e dietro Serena,Sara e Adriano. Durante il viaggio il cantante poggiò la testa contro il finestrino e si perse nei suoi pensieri. Era cambiata così tanto la sua vita in pochi mesi. Aveva perso un amore,ma ne aveva trovato un altro. Più vero, più sincero. Sì girò a guardare Serena,caduta nel mondo dei sogni e sorrise nel vederla così tranquilla. Le accarezzò una gamba e poi tornò a guardare avanti.
Jacopo sorrise teneramente a quel gesto
-Quanto sei innamorato,Niccolò?- gli chiese
-Tanto. Perché se vede?- chiese divertito.
-Mah..giusto un po'-
Risero entrambi,poi ritornò il silenzio e il moro ritornò nei suoi pensieri.
"Te amo da morí,Serè".

Si sedette al pianoforte e suonò le prime note di "Rondini al guinzaglio", ma si fermò a sorridere quando sentí il pubblico urlare
-SERENA. SERENA. SERENA-
Anche loro volevano che cantasse quella canzone con lei accanto. La ragazza, esattamente come era successo a Napoli,voleva restarsene in disparte. Non le piaceva stare al centro dell'attenzione. Ma Niccolò aveva bisogno di lei e non poteva dirgli di no. Un forte boato partì tra la folla quando il cantante tornò sul palco tenendo la mano della sua ragazza. Sì alzarono tanti cartelloni con su scritto
"NIC E SERE, PORTATECI CON VOI"
Sorrisero nel leggerli,non sapevano spiegare l'emozione che provavano. Si tennero per mano per tutta la durata della canzone, e proprio come aveva fatto al concerto precedente, Niccolò lasciò che l'ultima strofa fu la sua gente a cantarla. Sì inginocchiò e pianse. Quella era la sua vita. Aveva tutte le persone che amava con sè,in quel momento. Aveva Serena che era la sua spalla. Aveva il pubblico che era la sua forza. Aveva i suoi migliori amici che erano la sua àncora. Urlò un grazie che gli partí dal cuore, seguito da altre urla,applausi e lanci di cartelloni e peluche.
S'inchinò a quel pubblico e lasciò scorrere le lacrime. Prese la mano di Serena e gliela baciò teneramente,guardandola negli occhi.
-Ti amo da morire,piccola anima- le sussurrò poi all'orecchio.

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