Cap 13

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La lasciò dormire a casa sua. Lui andò sul divano, lasciandole così il suo letto.
-No,Nic. È già tanto che sono venuta a disturbarti a quest'ora. Ci vado io sul divano- aveva insistito lei ma Niccolò rimase fermo sulla sua decisione.
-Non ti preoccupare, e smettila con questa storia del disturbo. Sto molto meglio adesso che so che sei al sicuro- si sorrisero e si diedero la buonanotte.
Ma Niccolò proprio non riusciva a dormire. "Che sto facendo? Che me prende? Perché ho così tanto bisogno de proteggerla?" continuava a chiedersi. "Non è il momento,Nic. Tu c'hai ancora er core rotto" si disse. E fu in quel momento che si stupí del fatto che in quei giorni non aveva minimamente pensato a Federica. Fu come una nuvola,sparita dopo la tempesta per lasciar spazio ai raggi di sole. Era troppo preoccupato per Serena, si era quasi dimenticato di quella bionda con gli occhi azzurri che lo aveva lasciato. "Ma dimenticato che? Federica io nun me la scordo". Sì prese in giro da solo, non voleva ammettere ciò che Adriano gli aveva sempre detto. E adesso che la vita gli voleva dare una seconda possibilità, lui non se ne accorgeva. O forse non voleva accorgersene. Sospirò e andò in bagno, passando davanti alla porta di camera sua. La porta era socchiusa, l'aprì leggermente e la guardò. Piccola e indifesa sul suo letto, persa in un mondo di sogni. Serena sembrava così fragile in quel momento,ranicchiata su se stessa e con i capelli sparsi sul cuscino. Non aveva alcun lenzuolo a coprirla, così Niccolò prese una coperta dal suo armadio e gliela adagiò sul corpo. Le diede un piccolo bacio sulla fronte e le sussurrò
-Fai bei sogni,piccola anima-

Le luci del sole invasero la stanza, così Serena si ritrovò a sforzarsi per aprire gli occhi. Sì guardò intorno notando che quella non era la sua camera. Si ricordò di tutto quello che era successo la sera prima e un dolore allo stomaco la colpì di nuovo. Notò una coperta a coprirla, ma non si ricordava di averla messa. Si alzò e si trascinò in cucina,dove venne accolta da un Nathan sveglio e pimpante e uno Spugna che lo imitava, andandole incontro e strusciandosi addosso. Serena sorrise e si piegò ad accarezzarli, poi i due iniziarono a rincorrersi e fare la lotta.
-Stanno facendo quello da stamattina- sbuffò divertito Niccolò, seduto in cucina con una tazza di caffè tra le mani. Serena lo raggiunse, sedendosi sulla sedia accanto.
-Buongiorno- disse
-Buongiorno a lei,signorina. Le posso fare un po' di caffè?-
Serena sorrise ancora e annuí, Niccolò ricambiò il sorriso e si alzò. Stava armeggiando con la macchinetta da caffè, quando Serena gli disse
-Grazie di tutto, Nic..e ti prego,scusami per le parole che ti ho detto ieri pomeriggio. Solo dopo ho capito quanto tu avessi ragione-
Niccolò si girò e si ritrovò una Serena dallo sguardo triste e lo sguardo perso nel vuoto
-Quando la smetterai di scusarti? Avrei fatto lo stesso,Serè. Avrei reagito proprio come te!-
Serena lo guardò e senza nemmeno accorgersene iniziò a parlare
-Non riuscivo a chiudere occhio stanotte, così sono andata in cucina.. stavo per andare via.. ma il suo cellulare si è illuminato.. e allora io avevo ancora le tue parole in testa... e così io..cazzo io ho lasciato la mia vita per lui..ho lasciato la mia famiglia,l'università perché lui diceva che qui aveva bisogno di me..e invece..- scoppiò a piangere, così Niccolò si precipitò da lei e la strinse forte proprio come aveva fatto quella notte.
-No,Sere..no.. shhh,non fare così.. non ti merita, ti prego non ci soffrire più- le lasciava piccoli baci tra i capelli, e anche quel gesto gli sembrò assurdo, ma Niccolò aveva bisogno di farlo. Doveva calmarla e farla sentire al sicuro. A poco a poco Serena si calmò, alzò la testa e incontrò gli occhi del ragazzo, anch'essi lucidi.
-Che fai? Soffri per me?- gli chiese dolcemente Serena, sorridendogli lievemente
-Sei così fragile- Niccolò non smetteva di guardarla negli occhi. Quel verde così spento e triste gli faceva spezzare le parole in gola. Lo faceva sentire vulnerabile facendogli perdere ogni briciolo di lucidità.
Quel momento venne interrotto dallo squillo del cellulare di Serena. I due si staccarono come se avessero avuto un colpo di corrente. Serena andò a prendere il cellulare e vedendo il nome sul display esclamò
-Cazzo!- per poi guardare Niccolò.
-Non gli rispondere- disse il cantante, dallo sguardo della ragazza aveva già capito chi era.
-Non la smetterà mai così-
-Datti del tempo,Sere. Lo risponderai quando ti sentirai in volere di farlo-
-Nico ma nel frattempo cosa faccio? Dove vado?-
Niccolò la guardò e sapeva che se avesse pronunciato quelle parole, se ne sarebbe subito pentito. Ma si ritrovò comunque ad aprire la bocca e sussurrare
-Resta qui-
Serena lo guardò negli occhi, frastornata
-Nic..ma che dici?!?- disse pacatamente
-Davvero, resta qui. Vedi, anche Nathan e Spugna hanno legato,non li puoi separare. E poi..- si avvicinò a Serena e le prese la mano "Cosa cazzo stai facendo Niccolò?" si disse, ma continuò a parlare
-..e poi..io ho bisogno di saperti al sicuro. Resta qui,Sere..- si perse ancora una volta nei suoi occhioni verdi. Vide un piccolo sorriso spuntare sul viso della ragazza, ma le sue parole lo delusero.
-Non posso,Nic. Io sarò sempre al sicuro se ci sarà uno stalker affacciato alla finestra per controllarmi- sorrise e gli carezzò i capelli, volgendo lo sguardo al famoso balcone dove Nic era solito fumare le sue sigarette.
Niccolò sorrise -Non sono uno stalker- fece finta di offendersi e mettere il broncio, e questo fece ridere Serena che era ancora tra le sue braccia.
-Quanto sei bella quanno ridi,Serè- e la ragazza poté sentire tranquillamente il suo cuore mancare di un battito.

Niccolò era uscito con Spugna e Serena si stava convincendo di ritornare a casa sua. Le squillò ancora una volta il telefono,ma questa volta era Sara a chiamarla.
-Pronto?-
-Sere ma dove sei? Mi ha chiamata Giulio, sembrava un pazzo furioso. Cos'è successo?-
-Oh Sara..- non riuscì a finire di parlare perché ricominciò a piangere
-Dove sei,Sere?- chiese l'amica dolcemente
-A casa di Niccolò-
-Arrivo- e riattaccò.

-MA QUELLO È PROPRIO UN FIGLIO DI...UN FIGLIO DI... CRISTO CHE PEZZO DI MERDA!! MA A SAPERLO PRIMA, QUANDO MI HA TELEFONATO LO DISTRUGGEVO. MA CHE PEZZO DI MERDA-
Serena aveva appena finito di raccontare tutto a Sara, che si era alzata dal divano su cui le due ragazze si erano accomodate e stava dando di matto.
-Sara.. calmati-
-MA COME FACCIO? TU MI HAI APPENA DETTO CHE QUEL RIFIUTO UMANO TI HA PRIMA DATO UNA SBERLA E POI TI HA TRADITA. E DOVREI STARE CALMA SERÈ-
In quel momento videro la porta di casa aprirsi e Niccolò entrò seguito da Spugna.
-Ecco di chi erano le urla che si sentivano dalle scale-, disse Niccolò non appena vide Sara
-Si..scusa Nic, non riesco a calmarla-
rispose Serena
-Ha ragione. Ti ricordo che io ho fatto lo stesso,magari non urlando, ma ho avuto la sua stessa reazione-
Sara si voltò a guardare Niccolò
-IO GLI SPACCHEREI LA FACCIA A QUELLA MERDA-
-Sara,ascolta..- le disse Niccolò -Non cambierebbe niente, tu ti sentiresti comunque arrabbiata come lo sei adesso. Quello che conta è prenderci cura di Serena..- si girò a guardare la ragazza sul divano,si avvicinò e poggiò la mano sulla sua. Poi si rivolse ancora a Sara -È a lei che dobbiamo pensare adesso-
Sara ebbe un piccolo sussulto al cuore,quella scena l'aveva addolcita.. ma non tanto da farle passare la rabbia che aveva addosso.
-Ti accompagno al tuo appartamento,Sere. Lui adesso non c'è,prendi le tue cose e vieni a vivere da me-
-Sara dai..non fare la solita..-
-SERÈ, TU ADESSO VIENI CON ME E ANDIAMO A PRENDERE LE TUE COSE,POI VIENI DA ME. CHIARO?-
Serena sbuffò, ma dopo aver abbracciato Niccolò e ringraziato ancora, andò via con Sara e Nathan in braccio. Niccolò la fermò
-Lascialo qui. Sì trovano così bene. Puoi venire quando vuoi- disse il cantante rivolgendosi a Nathan
-No,Nic.. ti ho creato già troppo disturbo, tu hai già Spugna..-
-Ecco perché te lo dico, mi serve un po' di compagnia. Sul serio-
Sara fu d'accordo con Niccolò, ricordando all'amica la sua allergia per gli animali
-E va bene- Serena si convinse, così strinse forte a sé Nathan e gli diede dei piccoli baci. Il gatto non appena fu messo a terra corse dal suo nuovo amico.
-Grazie Nic- disse Serena, poi andò via.

La osservava dal balcone mentre lei e la sua amica si affrettavano a riempire le valigie.
"Cosa hai fatto Niccolò? Perché te sei tenuto il gatto?"si chiese. Ma la risposta Niccolò la sapeva.. avendo Nathan a casa,Serena sarebbe andato da lui più spesso.
Diede un'altra occhiata alle due ragazze,che adesso si stavano dirigendo in macchina di Sara e stavano andando via.
Niccolò sospirò
"Non ti avrò al mio fianco, ma a me basta saperti al sicuro"

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