-Hey,c'hai na faccia- Niccolò aveva il suo solito sorriso da innamorato prima che Serena salisse in macchina. Gli svanì del tutto vedendola quasi cadaverica.
-Mmhh,grazie del complimento- disse la ragazza, chiudendo gli occhi e poggiando la testa al sedile.
-Perchè non mi hai chiamato? Ti riportavo a casa- le chiese Niccolò in tono apprensivo,mentre rimetteva in moto e si dirigeva verso casa.
-Perchè non volevo che tu facessi quello che stai facendo!- sbuffò Serena.
-E che starei facendo?- Niccolò la guardò con aria interrogativa.
-L'ipocondriaco!- sbottò la ragazza.
Niccolò rise di nuovo, amava quando lo chiamava così. In effetti era troppo fissato con la salute,per non parlare del fatto che gli bastava un giramento di testa per credersi già sepolto in una bara. Appena arrivarono a casa, Serena andò in camera da letto. Aveva bisogno di togliere quei vestiti di dosso e mettersi comoda. Poi raggiunse Niccolò,che era uscito fuori al balcone per fumare una sigaretta. Cercava di non farglielo capire,ma era davvero preoccupato.
-Cosa ti cucino?- gli chiese Serena, abbracciandolo.
-Oh,nulla..tu adesso vai diritto in camera e riposi. Me cucinerò qualcosa velocemente e poi verrò da te- le disse in tono di rimprovero.
-No,Nic. Sto meglio. E poi ho fame anche io- rispose la ragazza,mettendogli il broncio. In effetti non aveva più dolori o senso di nausea, forse quella brutta indigestione era passata.
-E va bene, me sto zitto,solo perché nun me voglio sentí dí de novo che so ipocondriaco- strofinò il naso contro il suo e le sorrise.
Serena allora andò in cucina e iniziò a preparare una veloce pasta al sugo. In poco tempo era tutto pronto, quando sentí delle dolci note provenire dalla stanza in cui Niccolò aveva il pianoforte. Sì avvicinò alla porta e in silenzio l'aprì. Lo poté vedere concentrato e immerso nelle sue note,poi cominciò a cantare qualche strofa che Serena non aveva mai sentito prima.
-Questo senso di niente
Passa se ci sei tu
Quanto costa averti dentro
È come l'immenso
È lo stesso e il diverso
Tutto questo sei tu-
Quella voce,quella musica e le parole che ne seguirono, la colpirono diritto al cuore,come ogni volta che ascoltava una canzone di Niccolò. Sì avvicinò a lui, gli poggiò una mano sulla spalla e lo sentì sorridere.
-Ti sei decisa ad entrare- disse,mentre si girò a guardarla negli occhi. Le prese la mano e la fece sedere sulle sue ginocchia, stringendola e dandole un bacio veloce.
-Nic,era bellissima- disse la ragazza,con ancora la voce emozionata. Era incredibile come Niccolò potesse usare parole così belle e farle diventare poesie.
-Ti piace?- aveva gli occhi di un bimbo quando corre dalla sua mamma a farle vedere un nuovo disegno.
-L'adoro- gli rispose Serena,sorridendogli.
-Per ora ho solo 'ste parole, le ho pensate stamattina mentre venivo a prenderti all'università- spiegò il moro.
-Sono sicura che diventerà un capolavoro,come ogni tuo testo- lo baciò teneramente sulle labbra e fece per staccarsi ma Niccolò l'avviccinò di nuovo a sè. Aveva bisogno della sua dose giornaliera di labbra. Quando si staccarono avevano entrambi il fiato corto e la pelle in fiamme, così Serena si alzò
-Moriconi, di là c'è un piatto un po' freddo di pasta al sugo-
-Mmhh,ma io c'avrei fame de altro- disse Niccolò con il suo solito sorriso malizioso. Serena lo guardò divertita,poi andò verso la porta.
-Muoviti,stupido!--Te devo confessà na cosa. Io t'ho voluta qui perché cucini da Dio- le disse Niccolò,dopo aver addentato l'ultima forchettata di pasta.
Serena gli sorrise,un po' imbarazzata. Non glielo aveva mai detto nessuno, anzi..ogni volta che cucinava per Giulio lui le rimproverava qualcosa.
Il cantante la guardò negli occhi, capì che le stava passando per la mente un brutto ricordo, così le accarezzò la mano.
-Hey,io non sono lui. Non lo sarò mai- le sussurrò,prima di stringerla forte a sè. Il dolore che le aveva lasciato quel bastardo si faceva ancora sentire, l'aveva resa così fragile e restia ai complimenti che Niccolò a pensare a Giulio provò solo ribrezzo.
-Come ti senti?- le chiese poi
-Bene- gli rispose Serena, sorridendogli. Ed era vero.
-Vuoi uscire stasera?- le chiese Niccolò
-Mmmhh,si- disse poi,felice come una bimba.
-Ok,piccola anima. Allora la porterò in un posto fantastico- le disse prima di baciarla.-La posso togliere questa benda?- chiese Serena,divertita. Non appena furono pronti per la loro serata romantica, salirono in macchina e Niccolò la bendò.
-Nun te azzardà! Tra cinque minuti siamo arrivati- le rispose ridendo il moro.
E infatti dopo poco la macchina si fermò, Niccolò scese dall'auto e andò ad aprire lo sportello di Serena. L'aiutò a saltar fuori, poi le disse
-Togli i tacchi,ti darebbero fastidio-
Serena era sempre più confusa,ma fece come lui le aveva detto. Dopo qualche passo infatti,mentre era ancora ancorata al braccio di Niccolò, poté sentire la sabbia sotto ai piedi. Le si riempì subito il cuore di gioia, poté sentire l'odore del mare e sorrise.
-Niccolò..- sussurrò,con ancora il sorriso sulle labbra.
-Shhh- gli rispose il cantante, mentre le toglieva la benda. Serena quando riaprì gli occhi non poteva credere che tutto quello che le si parò davanti era tutto organizzato per lei.
Sulla spiaggia era stato messo un enorme telo bianco con sopra dei cuscini e avanti un tavolo ricco di cibo. Il tutto era coperto da una specie di baldacchino, da dove scendeva una tendina sottile dello stesso colore del telo. Intorno,tantissime candele a forma di cuore, e qualche petalo di rosa sparso qua e là. La ragazza si portò le mani al viso,era tutto così magico. Sì girò a guardare Niccolò,che aveva abbassato lo sguardo per l'imbarazzo. Quella sera era bellissimo, aveva indossato un jeans chiaro,una camicia nera e una giacca dello stesso colore,mentre Serena aveva optato per un vestitino rosso. Lo abbracciò,per poi baciarlo teneramente. Quando si staccarono Niccolò era più sollevato,fiero che la sorpresa che le aveva organizzato le fosse piaciuta.
Camminarono poi verso il telo, il cantante aiutò Serena a sedersi per poi affiancarla.
-Sicura di star bene?- le chiese,mentre le riempiva il piatto.
-La finisci?- rispose una Serena divertita, alzando gli occhi al cielo.
-Quante volte le devo dí de non alzà gli occhi al cielo co me,signorí?-
Passarono quella serata tra cibo, carezze,prese in giro e risate. Perché loro si amavano anche per quello, riuscivano ad essere tutto quello che volevano,riuscivano ad essere sé stessi come non lo erano mai stati prima.-Grazie,Peter Pan- gli sussurrò Serena. Avevano finito di cenare e si erano distesi sul telo a guardare le stelle.
-Grazie a te,piccola anima- le disse Niccolò,le accarezzò i capelli e le alzò il viso. Sì tuffò sulle labbra della ragazza,stringendola più forte a sè. Quel bacio divenne man mano più passionale,e non importava se qualcuno avesse potuto vederli, si erano rinchiusi nella loro dolce bolla, escludendo il mondo che li circondava. Niccolò si mise sopra la ragazza,scendendo a baciarle e mordicchiarle il collo. Serena si lasciò sfughire un gemito, per poi togliere la giacca al cantante e sbottonargli la camicia. Il moro le fece scivolare dolcemente il vestito di dosso,baciando ogni singola parte di pelle che veniva scoperta. Serena aveva ormai perso ogni briciolo di vergogna e lucidità, poté sentire la sua pelle andare a fuoco sotto le labbra calde del cantante. La guardò per un attimo,mentre aveva ancora l'intimo addosso
-Sere,nun te rendi conto de quanto sei perfetta- le sussurrò.
La ragazza arrossí violente, ogni volta che Niccolò glielo diceva, poté sentire quelle maledette farfalle diventare delle ballerine professioniste. Il cantante sì sfilò poi i jeans e i boxer, per poi occuparsi di togliere quei fastidiosi strati di nessuno che coprivano ancora il corpo di Serena.
Niccolò entrò in lei,non smisero di guardarsi negli occhi nemmeno un secondo. Baciò ogni centimetro di pelle della sua piccola anima mentre si muoveva dolcemente sul suo corpo. La sentí rabbrividire,gemere e chiedere di più. Sì beò dei flebili suoni che uscivano dalla sua bocca e si sentí l'uomo più innamorato del mondo. Sì amarono su quella spiaggia,con le stelle che fecero da testimoni al forte sentimento che l'uno provava per l'altro.
-Ti amo,amore mio- disse Niccolò sulle labbra di Serena,mentre lasciò che il piacere gli invadesse il corpo.
-Ti amo anche io,Peter Pan-.
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Come Peter Pan ~
FanfictionUna nuova vita. Una nuova città. Accanto la persona che amava, o almeno così cercava di convincersi Serena. Ma un paio di occhi scuri e un corpo un po' troppo tatuato, le diedero la spinta per guardare in faccia la realtà.