1. Chiaroscuro

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12 mesi prima.

"Harry!"

C'era posta dai gufi. Si erano appollaiati sul salice per una pausa dalla loro attività di corrieri.
L'ombra del grande albero che si stagliava sul cottage di Godric's Hollow ritagliava sulle chiome di Lily Potter degli sprazzi di luce incandescente.

Riconobbe il sigillo di ceralacca ed esplose in una risata, facendo goffe piroette che divertirono assai i gufi.

Al suo grido un ragazzino in pigiama con brillanti occhi verdi, la sua unica eredità, si era affacciato alla porta. Il sole lo abbagliò per un attimo, ma quando vide la lettera che lei gli porgeva quegli occhi perfettamente identici si spalancarono.

"Allora, che c'è scritto, Hers?"

"E' la lettera! La lettera di Hogwarts!" urlò lui trionfante.

Il cuore di Lily si fece leggero come non lo era da tempo. Dopo averlo abbracciato scappò in cucina ad asciugarsi una lacrima: non aveva voglia di fare la sentimentale davanti a lui.

"Leggi tutto a voce alta mentre faccio la torta, quella al cioccolato. Stasera festeggiamo!"

Harry pareva una gazzella. Lesse e commentò ogni singola riga, ora salendo sulla poltrona con i piedi come se parlasse da un pulpito, ora saltellando intorno, fermandosi solo per chiedere al loro gufo Wirth, ormai anziano, se voleva seguirlo a Hogwarts. Ad un tratto le sue guance si tinsero di rosso per l'eccitazione.

"Mamma. Qui c'è scritto anche che devo procurarmi un manico di scopa!"

A parte qualche approccio fatto nel giardino di casa Potter, a Harry non era stato permesso di fare un vero volo fino a che non gli fosse stato insegnato alla Scuola di Magia e Stregoneria, sua madre era stata anche troppo scrupolosa. E lui non stava nella pelle di salire sulla scopa, perché era figlio di tanto padre. Lily pensava che lontano dai suoi occhi sarebbe stato più facile per lei accettare che lui corresse dei rischi. Più tardi si sarebbe ricreduta.

"Domani, a Diagon Alley, prenderemo anche quell..."

La vide.

Una scopa.

Nitida nella sua memoria.

Era in una fotografia smarrita chissà dove. Ritraeva un gruppo di amici, poco più che ragazzi, e un bimbo di un anno che si librava in aria, aggrappandosi al manico con le tozze manine. Riuscì persino a udire la voce di Sirius - perchè era sempre così maledettamente definita nei suoi ricordi la voce di Sirius? - che diceva "tienti forte! Non mollare Harry!".

Non mollare Harry. Già, il manico di scopa lui l'aveva ricevuto come regalo al suo primo compleanno. Ora giaceva ben nascosto in qualche angolo della soffitta. E non era certo quello il momento di dirglielo. Non era quello il momento di parlargli del suo padrino...

"Pensi che giocherò a Quidditch a Hogwarts, mamma?" esclamò Harry, "Giocherò come papà?"

"Chi...?"

"Papà! Lui era un campione!"

Come lo guardò, Liliy notò che era già identico a lui. A James.

"Beh anche tu non te la cavavi male, mamma..." disse Harry, pensando che quello strano sguardo di lei fosse dovuto al mancato riconoscimento.

"Pensi che potrebbe venire stasera? Vorrei dirgli di Hogwarts. E' passato un mese dall'ultima volta, ormai... l'ospedale può permettergli di uscire ancora?"

Lily cercò di ignorare l'istantaneo crampo allo stomaco, sollecitando Harry a mandare subito una lettera a S.Mungo.

Rimasta sola, tornò a mescolare la farina e le uova.

I gufi lasciarono l'ombra del salice, e quella inghiottì la casa.

Lily Of The Night - #harrypotter ffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora