Prologo

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Che quel giorno ci fosse qualcosa di strano nei corridoi del Ministero nessuno lo avrebbe detto, tranne Herbert Todd.

Fu l'unico che fece caso a lei, mentre scendeva al reparto Scartoffie Essenziali dove era impiegato da ben 14 anni. La sua compagna d'ascensore era una donna dal volto cereo e familiare, con la chioma rossa e scarmigliata.

"Lily Evans?"

Lei girò il capo quel tanto che basta. L'uomo si illuminò.

"Sei Lily Evans! Per i folletti... ma non ti vedo da... quanto? Dieci anni? Ah, certo, Lily Potter. Scusa, è che è passato... Sono Herb, ricordi? eravamo insieme alle Scartoffie."

Lei salutò con un piccolo cenno che tradiva il suo totale disinteresse.

"Non pensavo che lavorassi ancora al ministero! Sei qui da molto e non ti avevo ancora vista?"

Le labbra screpolate si tesero in un sorriso spento, "Ho fatto domanda di riassunzione di recente."

"Splendido!" esclamò Herb, aggiustandosi la cravatta, "sempre al vecchio settore immagino, te la cavavi bene... Ehi, ora che ricordo avevi avuto un figlio, ma sarà a scuola ormai!"

"Sì. Mi fa piacere te ne ricordi... Herb."

Il su faccione lentigginoso si tinse di rosso "Ma scherzi! Oh, e come sta James? Quell'incidente con Tu-sai-chi è stata roba pesante... si è ripreso vero?"

Lei lo fissò senza battere ciglio e senza espressione. Poi gli disse che James era stato dimesso da San Mungo dopo molti anni di terapie.

"Benone! Lily, ora che sei tornata potremmo prenderci un caffè, di tanto in tanto... ecco la fermata, scendi anche tu?"

Ma Lily non mosse un passo.

"Non oggi."

"Oh allora... Beh, ci rivediamo... per quel caffè giusto?" Herbert aveva detto in fretta, e c'era una certa urgenza nel tono di 'giusto', come se sapesse che l'appuntamento non si sarebbe mai tenuto.

Lei sorrise, ma ora non lo convinceva più.

"Certo, Herb."

Le porte dell'ascensore si chiusero davanti all'impiegato, e riaprirono molti metri più sotto, dinanzi a un tetro salone.

Il freddo, nero marmo dei pilastri che torreggiavano a ridosso delle pareti era illuminato da pallide torce la cui luce non raggiungeva il soffitto. La navata era completamente vuota, eccezion fatta per un arco di pietra posto esattamente al centro come una bocca enorme, spalancata su una gola ancora più grande. Un velo nero, liquido, si increspava al suo interno.

L'aria densa venne tagliata dal passo di lei che percorse la navata fino al centro. I suoi respiri sembravano infrangere il voto di morte di quel posto, la sua assenza di vita.

Avanzando lasciava cadere i vestiti, prima la cappa, poi il cardigan. Scalzò le ballerine e i suoi piedi rabbrividirono al contatto con la pietra fredda. Quel brivido non sarebbe durato a lungo

Quando fu a pochi centimetri dall'arco si denudò completamente e così rimase per qualche istante.

La bocca parve mormorare qualcosa.

Poi.

Fece un passo.

Lily Of The Night - #harrypotter ffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora