14. Temporale

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Un rombo sordo si intromise, seguito da uno scroscio di pioggia, che percosse il tetto e fece risuonare il piccolo cottage come un sonaglio.

Le sembrava quasi impossibile, pensò guardando il vassoio di castagne annerite. Anche la prima volta in cui aveva trasfigurato correttamente una zuccheriera in una farfalla, aveva pensato che fosse impossibile. Eppure fu un trionfo.

E Lily si fece finalmente quella domanda: perché aveva smesso di praticare la magia? Una cosa così essenziale, naturale e spontanea; che scaturisce da emozioni violente o dalla semplice volontà; che la faceva sentire capace, creativa, libera?

"Scusami." 

Severus chiedeva scusa per averla pungolata fino a farle perdere il controllo. Ora non sorrideva, e il suo sguardo era grave e interrogativo. Lo avrebbe dovuto ringraziare invece, per non averle nascosto il suo disappunto.

"No... no, scusa tu." Lily si passò le mani sulle guance, tirando su col naso. "Per questa scena, e anche per averti trattenuto..."

indicò la sua piccola cucina con gli occhi, come a intendere quanto patetica fossero lei e la sua proprietaria.  

"Dovrai tornare..."

"No."

"Pensavo che..."

"Non mi hai ancora detto tutto. E poi mi è venuta voglia di mangiare quelle castagne."

Lily scosse il capo. 

"Non devi mangiarle per forza! Sono vittime di una mia magia... E se le avessi maledette?"

L'uomo soppresse una risata. 

"Dove vuoi che ci sediamo?"

Non lo aveva capito. Poche donne forse lo avrebbero capito, in quelle circostanze, ossia che si fermava per lei. A nessuno piace la compagnia delle frane, e lei lo era, e se ne  vergognava. Tuttavia si scoprì sollevata da un peso, quello del suo segreto, da che lo aveva condiviso con qualcuno. C'era qualcosa in Severus, qualcosa di... antico, che lo rendeva la persona giusta. Ma non comprendeva ancora il suo cuore a riguardo.

Lo riportò in salotto, 14 metri quadri con il focolare, un piccolo divano e un paio di poltroncine attorno, un tavolino nel mezzo, un tavolo a lato sotto la finestra, pieno zeppo di carte e buste, e la scala che conduceva di sopra. Pose il vassoio sul tavolino, spostando le tazze da the usate e la teiera. 

"Permetti?" Severus borbottò quattro parole in latino e fece un gesto con la mano, al che tazze e teiera si ripulirono. Aguamenti fu il successivo incantesimo, che riempì la teiera d'acqua, e con un altro rapido gesto la fece bollire, poi sul palmo della sua mano apparve un sacchettino. 

"Sei sempre stato il più bravo." Commentò Lily, sorridendo un po'.

"Non è vero."

"Cos'è il sacchetto?" gli chiese prendendolo dalla sua per annusarlo e immergerlo nell'acqua calda.

"The."

Giurava che non fosse solo the. La magia faceva cilecca ma il suo naso funzionava ancora.

"Il fuoco..." Severus accennò al camino, "proveresti tu? Con le castagne ha funzionato."

"Uso i fiammiferi di solito..." rispose Lily, riluttante a prendere la bacchetta e mostrarsi di nuovo incapace. Ma si rassegnò, perchè lui risultava molto persuasivo con quel suo modo paziente e fermo. 

"Cosa... devo dire?" mormorò timidamente puntandola a dei ceppi che aveva sistemato.

"Incendio"

Lily Of The Night - #harrypotter ffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora