9. Memorie

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Severus Piton aveva trentun anni. 

Tredici anni prima era stato il più giovane mago a ottenere riconoscimenti, premi, menzioni, nonchè offerte di lavoro nel campo della ricerca, seminari sul perfezionamento della poziologia, e una cattedra a Hogwarts.

Poi c'era stata la guerra magica. E quando Voldemort venne sconfitto, lui fu arrestato e mandato ad Azkaban con l'accusa di aver rivelato all'oscuro signore l'ubicazione della casa dei Potter. I tre anni successivi furono un susseguirsi di processi, avanti indietro tra tribunali, testimoni, accuse e dissennatori, dove Albus Silente si battè strenuamente per difenderlo e salvargli la vita.

Il processo in definitiva fu vinto, e Severus accettò la proposta di diventare Auror, cosa che gli garantiva una certa protezione, seppure vivendo come un recluso: nessuno del mondo magico osava avvicinare l'ex favorito di Voldemort. Erano stati gli anni in cui si era maggiormente dedicato a inventare incantesimi e pozioni.

Quando Silente lo trasferì a Hogwarts in pianta stabile, lui lasciò una prigione per un'altra prigione. Non si era perdonato gli errori, e aveva tentato di cementare il passato nell'unico luogo in cui era stato accolto dignitosamente. Ora si occupava di ragazzini che non capivano nulla, di rimediare ai loro pasticci, di sorvegliarli e riprenderli quando si azzuffavano o peggio, si ficcavano la lingua in bocca.

E la sua vita era questo. Le giornate rutinarie, scandite dai ritmi della scuola, dove faceva lezione, correggeva i compiti, sistemava la classe e sgridava i ragazzini. Fino ad allora aveva creduto che tutto fosse compiuto...

...Finchè Lily Evans non era apparsa nel corridoio di Hogwarts, e poi, nel suo camino.

Camminava in fretta.

Avrebbe fatto quell'unica cosa che aveva mai sognato fare e che mai avrebbe sperato di realizzare, e questo gli causava un'emozione viva. Bussò quindi alla porta dell'ufficio del preside. Non attese risposta.

"Signore, mi spiace interrompere qualsiasi cosa sta facendo, ma ho bisogno di prelevare un oggetto..." disse, in tono ben più alto di quanto fosse abituato a parlare.

L'anziano mago si affacciò, squadrandolo da capo a piedi.

"Chi sei? Dov'è finito il professor Piton?"

Severus non seppe che rispondere.

"Sto scherzando, ragazzo. Ma cosa sono quegli occhi scintillanti e si direbbe che... hai fatto una corsa?"

"È molto urgente. Sì."

Strinse le palpebre.

"Beh se non ti scandalizza vedermi in vestaglia, entra pure."

Erano le sette di sera, e la stanza era illuminata dalla vaga luce del tramonto, e da quella intensa del focolare. Dall'alto del suo trespolo Fanny salutò l'ospite, aprendo le ampie ali ed emettendo un vocalizzo acuto.

"Gli piaci." disse il preside.

"Signore, sono desolato, mi rendo conto che..."

"Tutto bene, Severus, fai un respiro, per Merlino!"

Era ansante, scarmigliato e notevolmente più roseo del solito. E sapeva che la testa acuta di Albus Silente non si lasciava sfuggire neanche un dettaglio.

"Non ho molto tempo." disse, cercando di darsi un tono. "Ho bisogno del pensatoio, per... qualche minuto."

"Tutto qui?" fece Silente lisciandosi la vestaglia. "Prendilo pure, Severus, sai dove si trova."

Stava già per avviarsi alla porta con la bacinella di pietra sotto il braccio quando il vecchio parlò.

"Centra la signora Potter, non è vero?"

Severus annuì.

"E dunque, come avrei potuto impedirtelo?"

"Cosa, signore?"

"Di venire qui a prendere qualunque cosa. Il pensatoio. La fenice. Persino me stesso. Legato e imbavagliato magari..."

Non capì, e Silente lo congedò senza altro dire.

*

Ricomparve nel suo proprio studio, dove grazie al cielo, Lily era ancora lì. I suoi rimedi dell'ultimo minuto avevano fatto effetto, e lei si era ripresa, ma non era guarita, e lo sapeva. Ben più gli importava che lei non se ne fosse tornata a casa, poichè era a un solo passo dal raggiungere il suo scopo.

"Cosa sarebbe quella cosa?" gli disse lei, vedendolo accomodare la bacinella sulla sua scrivania.

Non le rispose ma prese dalla tasca un'ampollina. Poi puntò la bacchetta alla tempia e ne estrasse un filo d'argento, che ripose nel contenitore. E glielo consegnò.

"Ti prego, Lily," disse "guarda i miei ricordi."

Lei non parve capire.

"Mi hai accusato di un crimine, e per quanta colpa io possa sentire, è un crimine che non ho commesso."

Fissò i suoi occhi, di un verde cupo alla luce del fuoco, detestandosi per l'odio che vi leggeva.

"Colpa? Allora ammettilo!"

"Lo farò. Ma prima, guarda i miei ricordi."

"Questo affare serve a questo?"

Lily si passò tra le dita la boccetta.

"Che devo fare?"

"Versala dentro."

Lo fece e da vuota la bacinella si riempì di un liquido iridescente, che si tinse d'oro riflettendo le fiamme del camino.

"Ora immergi la faccia. Non fa alcun male." disse, e la guardò mentre si avvicinava titubante.

"Bada che non lo faccio per te, Piton. Ma per la mia famiglia." Lily prese fiato, e si immerse.

Dopodichè Severus si abbandonò allo schienale della sedia della scrivania, ed emise un lungo sospiro cercando di rilassare i muscoli.

Non era sufficiente. Andò all'armadietto e prese del brandy. Da un barattolo prelevò un mazzetto secco di erbe e un portaspezie con della polvere bianca dentro. Si versò il brandy, ci sbriciolò dentro una foglia del mazzetto e stava per aggiungere la polvere quando si fermò.

Davanti a sè Lily stava china sul pensatoio come un raffreddato intento a fare i fumi.

No.

Stava sbagliando tutto con quell'intruglio. Doveva essere rincitrullito!

"Evanesco" disse, e si riversò il brandy nel bicchiere vuoto. Prese un'altra erba dalla dispensa, la sbriciolò nel bicchiere e stavolta aggiunse la polverina. Un presa. Meglio due.

Poi estrasse la bacchetta, la mosse sopra il liquido che prese a vorticare, quindi girò il bicchiere tre volte in senso anti-orario, e bevve.

E allora si lasciò andare sulla sedia, e chiuse gli occhi. Oh, sì. Fortunatamente faceva effetto subito. Non ricordava l'ultima volta in cui era stato così agitato. Così tanto da avere quel fastidiosissimo tic alla gamba destra.

Forse quando stava lavorando all'antidoto per un gas che uccide nel raggio di 8 metri. Ma gli sembrò molto prima. A scuola... gli esami, pensò. Ma gli esami lo annoiavano più che eccitavano. Elisir di qua, elisir di la... distillato di morte vivente. Bazzecole.

Poi vide una giovane Lily che gli si avvicinava, e gli chiedeva se quel tale ingrediente era giusto secondo lui. Aveva i capelli tutti raccolti da un lato, ed era così vicina che il braccio toccava il suo, e lui poteva vedere la base del suo collo, lo sterno e fino a che lo scollo della camicetta poteva permettergli.

E lì la sua gamba partiva...

Riprì gli occhi. Era stato un imberbe fesso pure lui, come i suoi studenti, in un tempo remoto. Fortunatamente non lo era più.

Quella stessa ragazza era ancora immersa nelle sue memorie.

Poi forse lo avrebbe ucciso.

Quanto poco gli importava.

Lily Of The Night - #harrypotter ffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora