21. Plenilunio

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Il laboratorio di pozioni era un lugubre, largo scantinato che odorava di alcoli e muffe, sulle cui superfici si accalcavano mortai, alambicchi, distillatori, bilance, crogioli, cilindri e beute di varia grandezza, riempiti di sostanze per lo più disgustose. Il tutto immerso in una costante nebbiolina sulfurea.

Severus si passò una mano sui capelli corvini per scostarsi un ciuffo dal viso. All'alba del 31 ottobre la pozione per Lily era in fase di completamento. Ci aveva lavorato, nei giorni precedenti, come ne dipendesse la sua stessa vita, tra una lezione e un'altra, finendo spesso oltre la mezzanotte. 

Era stanco e teso. Ma ce l'aveva fatta. Il liquido nel contenitore davanti a lui era passato da bruno e melmoso a trasparente, per poi diventare bianco e bio-luminescente.

"Che cosa sei?..." chiese alla sostanza, come si aspettasse da lei una risposta delucidativa.

Perchè non lo sapeva. Aveva lavorato alla cieca, e non c'erano dubbi che la pozione fosse riuscita, ma non la conosceva affatto. Era antica, di origine centrafricana, e gli effetti non erano descritti nel papiro che gli era stato consegnato. Tantomeno quelli collaterali. 

Aveva la massima fiducia nella Venerabile, solo che lo scienziato che era in lui avrebbe preferito fare qualche ricerca in più prima dell'utilizzo. 

Gli era stato detto che la pozione era specifica per la riattivazione dei centri nevralgici della magia; il procedimento, nonchè l'evoluzione della sostanza, era però del tutto simile agli intrugli di magia nera. 

Questo non lo preoccupava più di tanto. Per lui il confine tra magia nera e magia bianca era puramente rappresentativo: il dibattito millenario aveva diviso il mondo magico in diverse fazioni "spirituali"; gli scienziati come lui credevano che in molti aspetti della magia bianca fosse contenuta magia nera, e viceversa.

E di fatto, che si fosse disposti a riconoscerlo oppure no, la manipolazione del creato da parte di uno stregone si muove sempre in entrambe le direzioni, sia verso la luce che verso l'oscurità. 

Tuttavia, trattandosi principalmente di funghi velenosi, Severus pensò fosse il caso di operare un piccolo test; voleva essere sicuro di non dare a Lily qualcosa di letale. Così prese un topolino. 

Le sue mani esperte maneggiarono la pipetta con cui, cautamente, diede al topo il quantitativo di un sorso, la dose richiesta. 

Benchè non si aspettasse una reazione particolare, la sua curiosità venne delusa. Il topo riprese a trotterellare sul piano del laboratorio, annusando in giro, come nulla fosse. 

"Niente." disse il professore guardandolo, "Nessun cambiamento apparente... Forse, mal di pancia? Sudorazione? Incontenibile felicità? Non senti il risveglio del potere intergalattico nelle tue zampette anteriori?"

Il topo non rispose. Il che era comunque un segno.

A quel punto doveva solo avere fede. 

Lily era stata già avvisata di tutto: sarebbe andato da lei verso le 19. Aveva tempo di riposare, essendo domenica, e cercò di farlo, nel quasi totale silenzio del suo studio, ma l'agitazione non glielo permise. Non aveva smesso di pensare a lei dall'ultima volta che l'aveva vista. Il motivo dell'impazienza era proprio che desiderava rivederla.  

Per distrarsi e ingannare il tempo andò ad assistere agli allenamenti di Quidditch.

Non c'era che dire: Harry era una freccia!

Aveva una dimestichezza su quel manico di scopa da far invidia. Pareva che niente e nessuno sarebbe stato in grado di disarcionarlo: quanti problemi si era fatta sua madre per niente... Un talento del genere aveva di certo il futuro assicurato in qualche squadra professionista. 

Lily Of The Night - #harrypotter ffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora