La Scommessa

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Lily tornò nel dormitorio cercando di scappare ai balli incasinati tra le mura della sala comune, quell'ambiente le dava la nausea.
Si sedette sul suo letto respirando a pieni polmoni l'aria fresca proveniente dalla finestra spalancata.
Non avrebbe versato una sola lacrima.
Si stese sul letto cercando di regolarizzare il respiro affannoso, forse piangere l'avrebbe aiutata ma era troppo orgogliosa.
Elide il barbagianni entro dalla finestra lasciando una busta cadere sullo stomaco della strega.
Era da parte di Moon, la scartò velocemente leggendo quella lettera che le avrebbe tirato su il morale, o almeno sperava.

Cara Lily,
Mi dispiace doverti comunicare certe notizie, ma dubito fortemente che i tuoi ti avviseranno e credo che tu debba sapere.
Sono passata da Joan qualche giorno fa non trovandoli a casa ho lasciato perdere, erano andati ad Alfriston, hanno trovato la tua casa distrutta, in particolare la tua vecchia camera, la tua faccia è stata bruciata da ogni singola foto incorniciata, l'ho saputo pochi minuti fa, Lily ho paura, cosa sta succedendo?
I tuoi genitori credono che tu sia la causa di questa disgrazia, per loro rappresenta solo una perdita economica.
Mi dispiace, ti sono accanto, sempre.
-Moon

Le lacrime iniziarono a scendere copiose sulle gote della strega, chi avrebbe mai fatto un'azione del genere?

Scrisse una lettera a Vinda, chiedendole un appuntamento, al solito posto, il mattino seguente, poi con calma rispose a Moon cercando di preoccuparla il meno possibile.

Calliope fece irruzione nella camera trovando l'amica in condizioni pietose.
Gli occhi gonfi e le labbra screpolate erano testimonianza di un accumulo di dolore.
Come se non bastasse, lui non c'era.

"Ehi... Che succede?" chiese la rossa sedendosi sul letto, il materasso si abbassò sotto il suo peso.
Lily le porse la Lettera aspettando che finisse di leggerla.

"Vinda"

"No Calli "

"Come fai ad esserne certa? "

"Il modo in cui mi ha parlato quella sera al bosco, non voleva farmi del male"
Rispose, gli occhi solitamente brillanti si spensero dando vita a un colore acquamarina.

"Cos'è che non mi stai dicendo? Lily, parla, tenersi le cose dentro fa male."
La rossa poggio una mano Sulla Guancia dell'amica raccogliendo una lacrima con il pollice, lei sorrise illuminata dal dolce gesto, che affiancato a Calliope, sembrava quasi ridicolo.

Sospirò pesantemente, poi iniziò spiegando tutto ciò che era successo a Cokeworth, l'evento sulla torre di astronomia, e il modo in cui quelle ossidiane l'avevano trattata, con disprezzo e diffidenza.

~~~~~~~~~~~~~~

Intanto Alike, Claire, Ash e Rod si trovavano ancora completamente assorbiti dallo spirito della festa.
Achille si avvicinò leggermente al biondino.
"Ce l'ho fatta amico, vedrai."

"dubito che riuscirai a portartela a letto Ash"

"Vedrai quei 200 galeoni sono già miei"
Rispose il ragazzo dai capelli bianchi, sicuramente era un bel ragazzo.

In un lampo trscinati dal brio del momento Claire e Rod si trovarono incollati a baciarsi appassionatamente.
Alike urlò qualcosa e la porta della sala si aprì rivelando un capocasa furente.
La musica cessò di colpo lasciando i ragazzi ciondolare nel silenzio della paura del momento.
Piton si avvolse meglio nel mantello e con movimenti fluidi passeggiava tra gli studenti.
Qualsiasi persona su cui i suoi occhi si possasero sembrava rimanere impietrita.
Quello sguardo austero, e quella capacità di uccidere con le parole lo rendevano spaventoso agli occhi di qualcuno, affascinante a quelli di altri.

"Chi è il responsabile di questo osceno teatrino?"
Strisciò le parole scandagliando i volti dei ragazzi mezzi ubriachi uno ad uno.

Dopo interminabili minuti una testa bianca si fece avanti tra la massa.

"Io signore"
Disse Ash a volto chino.
Il pozionista lo prese per una spalla sbattendolo fuori dalla sala comune.
Incespicò non poche volte senza riuscire a tenere il passo di Piton che prontamente lo strattonava per evitare che cadesse.

"Signor Dixon, stasera sembra davvero che lei ricavi soddisfazione dall'ignorare le regole"
Girò attorno al giovane mago, la sua figura possente ripiegava quella di Achille che era sul punto di svanire.

"Sarò più chiaro.
Non provi mai più ad avvicinarsi alla signorina Lander per i suoi meri scopi fisici, o le prometto che se la vedrà con me, sia scaltro, ne vade la sua incolumità"
Sputò a pochi centimetri dalla sua faccia.

"Si- signore non mi permetterei"
Balbetto senza riuscire a non tremare.

"Bene, riguardo alla vostra obbrobriosa messa in scena, vi verranno scalati 500 punti e per il resto dell'anno scolastico, assisterà madama Pince, in biblioteca, ogni week-end"

"Sissignore"
Disse lo studente con un filo di voce.

"Adesso fuori di qui"
Urlò sbattendo la porta, quando Ash fu fuori dall'ufficio si lasciò sprofondare sulla poltrona a guardare il camino scoppiettare e ardere.
Il suono gli ricordò la loro prima notte a Cokeworth, il respiro affannato, i gremiti della giovane si fondevano con quello scoppiettio.
Un lampo di lussuria attraversò i suoi occhi per poi spegnersi immediatamente.
La amava e l'aveva ferita, non era mai stato capace di fidarsi perché lui era questo, un mostro.
Per un momento l'accarezzò l'idea di allontanarsi da lei, lasciarla libera in modo da non poterla più ferire.
Ma lui la amava avrebbe dato la vita per lei, avrebbe combattuto pur di dimostrarglielo, avrebbe combattuto, per lei.
Per quella labbra che profumavano di vita, per quegli occhi sinceri, per la sua forza.
Perché lei meritava ogni singolo sforzo.

𝑳𝒂 𝑺𝒕𝒓𝒆𝒈𝒂 𝑩𝒂𝒃𝒃𝒂𝒏𝒂Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora