Capitolo 40

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"Sei davvero una faccia da culo Matthew, prima mi rimproveri il fatto di averlo portato qui essendo uno sconosciuto e poi lo inviti a pranzo?!" Chiuse la porta scorrevole dicendo a Joey che era una questione di 2 minuti, "Tu cara meriti una punizione, essendo che non ti ci ho mai messa e non so esattamente come funzioni... questa mi sembra una buona idea per farti soffrire, e anche fare il bucato per il resto del mese." Bene avrei passato luglio a chiedermi se la principessa Matt preferiva il detersivo alla lavanda oppure quale ammorbidente usare.

"Accetto il bucato ma non voglio accompagnare quel soggetto a casa, credo sia abbastanza grande per tornarci da solo." si aprirono le porte e il riccio ci interruppe un'altra volta, "Non dovresti trattarmi così, almeno non ti ho lasciata svenuta e stesa nel vomito" lo guardai male nella speranza che capisse di doverci lasciare da soli, probabilmente capì ma se ne sbatteva altamente, si vedeva "Sono d'accordo con te Joey."

Uscii dalla cucina esasperata e sorpresa da tutta quella faccenda, cercai di chiudermi in camera fino a quando non avrei dovuto pranzare... i due "uomini" rimasero a conoscersi e scambiarsi magari opinioni su come farmi fuori in qualche modo, sembravano essere in sintonia su quell'argomento, magari Matt avrebbe sposato lui invece d Hanna.

Era passata qualche ora e mentre cercavo un nuovo nascondiglio per il mio quaderno sentì la porta aprirsi, "Ah... pensavo fosse rosa confetto la tua stanza..." Joey non mi guardò nemmeno e si stese sul letto "Esci animale" lo tirai per un braccio ma stranamente non si mosse nemmeno di una virgola, di solito riuscivo a incombere sui ragazzi perchè tutti quelli che avessi mai conosciuto erano delle palle mosce.

Mi tirò per il braccio, cercai di mantenere l'equilibrio su un piede per non rischiare di trovarmi ancora una volta troppo vicina a lui,
"Sei forte maestrina" mi liberai dalla presa e lui si alzò continuando a curiosare nella stanza.

Mentre rifacevo il letto ricordai di aver lasciato il quaderno sulla scrivania, ma appena me ne resi conto vidi Joey sfogliarlo in tutta tranquillità "Ehi ehi tieni le mani apposto" glielo strappai di mano e lo misi in un cassetto, "Disegni davvero bene, mi è concesso farti un complimento?" Non risposi, c'era una piccola pobabilità che provai un po'di imbarazzo... continuava a guardarsi in giro come se fosse Alice appena arrivata nel Paese delle Meraviglie, non avevo mai visto nessuno guardare in modo così affascinato (?) tutta la roba che tenevo in quella stanza, riconobbi quello sguardo, lo facevo spesso anche io quando ero interessata davvero a qualcosa.

Si avvicinò alla mia libreria e iniziò a sfiorare con le dita i vinili e i libri, "AC/DC... Queen... Bon Jovi... ma chi diavolo sei" Non capivo se mi avesse offesa oppure qualcosa di simile "Sei qui per giudicare?" "No è che non se ne incontrano spesso con gusti così" forse era un'altra specie di complimento, notai che aveva posato lo sguardo su un poster dei Guns N' Roses ed era particolarmente fissato sul suo sosia, era incredibile fossero così simili...

"Davvero mi paragonano a lui... non sono così sexy in realtà" indicò il chitarrista e si spostò vicino allo gira dischi "Oh invece lo sei" pensai, però resi conto che mi guardava perplesso e con uno strano sorrisetto stampato sul viso "Io... io l'ho detto ad alta voce vero..." annuì e quando si rese conto di star ridendo si fece coprire il volto dai capelli, sentimmo Matt strillare dal piano di sotto e scendemmo, in realtà lui se la prese con molta calma, a quanto pare era un tipo abbastanza... rilassato...

"Hanna dov'è?" Matt mi guardò mentre posava i piatti sul tavolo "Pranza con delle amiche..." quel tono in mio fratello non mi era mai piaciuto, si avvicinava talmente tanto alla malinconia, "Hanna è la bambolina che sta nella foto sul tavolino in soggiorno?" Mi strozzai con l'acqua, quando Matt sentì quel soprannome per poco non gli venne un calo di pressione, "Mi basta mia sorella con la parlata strana grazie" colpo basso persino per lui.

Appena mangiò l'ultimo boccone, Joey si alzò "Ok grazie ma ora io devo andare, magari ci vediamo in giro" mi fece l'occhiolino e fece per andarsene ma di nuovo Matt lo bloccò ricordandogli che sarei dovuta andare con lui, feci poche storie e mi lasciai convincere.

Per tutto il tragitto non dicemmo una parola fino a quando non se ne uscì con l'ennesima domanda, "Quel disegno che hai in quel tuo quaderno, quello con la donna e la sigaretta, cosa vuol dire? Mi hai rotto i coglioni per tutta la notte e poi..." speravo con tutta me stessa che non avesse visto proprio quel disegno... in fondo però, fanculo alla fine nessuno mi ha mai fatto domande su cose di cui davvero mi importasse qualcosa, "È mia madre, l'ho disegnato il giorno del funerale." Il ragazzo si bloccò all'istante e mi fece girare verso di lui, "Tua madre è morta?" Sorrisi "Vedo che continui ad avere quel tuo istinto innato..." mi diede uno spintone facendo una strana smorfia con le labbra "Comunquè si... e per tua informazione è per colpa di quella merda che ti cacci in corpo" non rispose, era strano... sapevo mi stesse ascoltando ma era come se in un indeterminato periodo, affondasse nei suoi pensieri per poi tornare a galla e cambiare totalmente discorso.

"Ho notato che non sei da meno, ci hai dato parecchio dentro per essere la tua prima volta con l'alcol" "E chi ha mai detto che era la mia prima volta?"
Eccolo di nuovo, lo stesso sguardo che prima rivolgeva alle pareti di casa mia, lo stava rivolgendo a me... "Ad ogni modo io sono arrivato" guardai in alto, mi trovavo in un quartiere dove non ero mai stata, ero di fronte una palazzina che vista dall'esterno più che ridotta male era triste, "Vivi da solo?" Infilò le chiavi nel portone di legno scorticato "Con degli amici, magari una sera facciamo una festa privata" dovevo ammetterlo, era un pervertito ma era anche divertente a modo suo, aveva il mio stile, mi salutò con un cenno del capo accompagnato da un'altro occhiolino e mi chiuse il portone in faccia, mentre scendevo le scale mi beccai anche qualche fischio e io ricambiai con un gesto, più che gratuito, mostrando l'anello che avevo al dito medio.

Solo tu//Wyatt Oleff  [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora