Capitolo 43

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Sentivo un dolore atroce alla schiena, aprì gli occhi e mi guardai intorno, ero in un salotto ma non era il mio era troppo sporco per essere casa mia... ricordai di essere rimasta da Joey e di aver dormito sul divano si e no 3 ore, avevamo passato tutta la notte a ridere, parlare e fare chissà cosa... una delle poche scene che ricordavo era di noi due che ci lanciavamo a vicenda della frutta senza un'apparente motivo, poi passammo a lanciarla dalla finestra contro a dei tizi che continuavano ad urlarci di fare silenzio, ma con scarsi risultati data la nostra mira, ma il pensiero di mio fratello non mi abbandonò per un attimo.

Iniziai a trascinarmi per l'appartamento in cerca di un bagno, saltai tutte le porte che sembravano camere da letto e andai verso l'unica ad essere socchiusa, la aprì e con trionfo trovai il bagno, chiusi la porta e andai di fronte allo specchio... ero un mostro e tanto per cambiare avevo delle occhiaie orribili, ma almeno ero vestita con tanto di calzini, mi sciacquai la faccia ma chiudendo gli occhi rividi il corpo di Matt steso sul pavimento di fronte a me, li riaprì di scatto e chiusi l'acqua.

Uscì dal bagno ritrovandomi Tommy davanti, "Ti stai sciogliendo cara" con un dito mi asciugò una goccia dal mento "Tommy ma che ore sono?" Mostrò il telefono, le 11... guardai fuori e infatti vidi i raggi del sole spuntare dalle tende, "Joey ci ha detto di tuo fratello... mi dispiace..." mi abbracciò continuando a ripetermi che non era abituato a fare a queste cose, ma non mi preoccupavo per quello e lo ringraziai, feci per prendere le scarpe ma non le trovai da nessuna parte "Sai dove sono le mie scarpe?" Tommy alzò le spalle "No, chiedi a Chris lui è tornato prima di me" mi indicò la sua stanza.

Non andai verso quella porta convintissima di ciò che stavo facendo, ma il fatto che la porta non fosse chiusa a chiave era già un sollievo, entrai lentamente e Chris era in piedi intento ad infilarsi dei pantaloni "Ross! Alle 11 di mattina il tuo primo pensiero è venire in questo schifo?" Risi e chiusi la porta "Sono rimasta qui in realtà, come hai fatto a non... lasciamo stare, per caso sai dove sono le mie scarpe?" Guardò sotto il letto e in giro per la stanza poi scuotè la testa, lo ringraziai e uscì dalla camera.

"Trovate?" Anch'io scuotei la testa in risposta a Tommy che era appoggiato al tavolo mangiando una tazza di cereali "Allora prova da Joey, non mi sorpendo se le trovi lì" c'era qualcosa di strano nel tono di voce di quel ragazzo, ma in fondo aveva sempre avuto quel tono dal momento in cui lo avevo conosciuto il giorno prima, andai ancora una volta non convinta verso la porta del riccio, quando la aprì lo trovai disteso a pancia in giù con le lenzuola tirate solo fino ai fianchi e una bottiglia di birra in una mano.

Mi avvicinai, mi spostai i capelli dietro le orecchie per riuscire almeno a vedere dove mettevo le mani, iniziai a scuoterlo ma non si svegliava "Joey la casa va a fuoco!" Inventai una cosa sul momento "Quando esci attenta allo scalino" l'unico movimento che fece fu quello di girarsi dall'altro lato "Ti vanno a fuoco le mutande." provai a fare un'altro tentativo, si alzò di scatto colpendosi alle parti basse poi mi guardò "Stronza non ho le mutande" si passò una mano tra i capelli e tornò a stendersi, rabbrividii ma non per eccitazione.

Salii sul letto e misi le braccia sotto la sua pancia, le sollevai facendolo rotolare giù provocando una botta simile a quella di uno sparo, quando si alzò il lenzuolo era scivolato... fino alle caviglie... cercai di guardarlo in faccia aspettando che lui se ne rendesse conto "Che cazzo vuoi?" Scesi dal letto e senza avvicinarmi troppo presi il lenzuolo tirandolo su "Sicuramente non il tuo." Guardò in basso e finalmente anche lui notò di essere completamente esposto, non iniziò a coprirsi subito ma quando lo fece, sembrava esattamente me la mattina in cui gli caddi addosso.

Mi guardava sorpreso nel vedere che non mi ero scomposta più di tanto nel vederlo nudo, "Quando hai finito aiutami a cercare le scarpe" "Ieri eri senza Ross..." realizzai di aver appena visto due ragazzi in mutande e uno nudo per nulla, sarei potuta semplicemente andarmene senza far tutto quel casino. Esclamai un "Oh" e a testa bassa uscì dalla camera chiudendomi la porta alle spalle, "Vedo che è andata male, ti sei truccata?" Guardai Tommy stranita "Hai le guance rosse" ero arrossita, ero davvero arrossita di fronte ad un ragazzo?

"No che... che dici... è solo che di mattina riprendo... colore..." lo sorpassai e andai verso la porta per uscire dall'appartamento "Giusto perchè di notte ti scolorisci... succede anche a me sai" mi girai e vidi Chris ridere insieme all'altro idiota vicino a lui, "Sentite grazie per avermi ospitata ma ora devo andare in ospedale" Tommy mi fermò "E ci vai scalza? Con quell'aspetto penseranno tu sia una scappata dal reparto psichiatrico." Non aveva tutti i torti "Vieni ti ci porto io" Chris prese delle chiavi dal tavolo e mi afferrò il braccio, salutai alla svelta Tommy vedendo ammalappena Joey sbucare dalla stanza.

Mentre cercavo di non calpestare roba in giro per il marciappiede mi ritrovai davanti ad una moto "Forza monta su" continuavo a cercare una sua possibile macchina "Su cosa?" Si infilò il casco e ne porse uno anche me "Sulla moto, se dopo vuoi montare su qualcos'altro, basta chiedere" me lo disse ridendo, capì che per lui fare commenti del genere era inevitabile ma con me aveva capito che erano solo semplici battute "Certo, si ovvio, è che sono completamente su un altro pianeta... non ci sono mai andata in moto, è gia tanto se so andare sui pattini".

Misi il casco e salì provando a tenermi al sedile, ma quando mise in moto rischiai di cadere all'indietro "Ti conviene abbracciarmi dolcezza" strinsi le braccia intorno alla vita del biondo e partimmo, l'aria fresca del vento mi fece risvegliare e dimenticare per un attimo dove stavo andando, il mal di testa era scomparso e mi sono sentita libera per qualche secondo... arrivammo davanti l'ospedale e dissi a Chris che poteva anche andare, mi lasciò il suo numero scritto su di un foglietto in caso ne avessi avuto bisogno.

Quando entrai il mal di testa tornò insieme ad un peso incredibile sulle spalle, gli infermieri e i dottori si girarono a guardarmi per un po' poi tornarono a fare ciò che stavano facendo prima, mi avvicinai al bancone "Buongiorno, ehm sono la sorella di Matthew Harrington" mi mise una mano davanti la faccia, aggrottai le sopracciglia "Stanza 260, secondo piano" corsi e prendere l'ascensore, appena mi ritrovai davanti la stanza vidi dalla finestrina Matt, non sapevo se era messo peggio dell'incidente...

Entrai e nemmeno messo piede nella stanza, girò la testa verso di me "Finalmente qualcuno senza una siringa..." mi sedei vicino a lui "Matt ma che ti è preso, perchè hai fatto una cosa del genere" "Non lo so..." gli presi la mano "Senti io ho bisogno di sapere almeno per questa volta che ti passa per la testa." Continuava a fissare il muro di fronte a lui.

"Io... credo di essere esploso, erano troppe cose che mi tenevo dentro sia del passato che del presente... non ce l'ho fatta più... mi dispiace" lo bloccai "Ti dispiace? Di cosa ti dispiace? Sono io quella che ti chiede scusa per una volta, sarei dovuta starti vicino, in tutto questo tempo ho fatto fare tutto il lavoro a te rendendotelo solo più complicato, non ti biasimo se avresti preferito morire che stare confinato qui con me" questa volta mi fermò lui "Ascoltami, tu non centri nulla in questa storia. Non sei mai stata un peso anzi, mi hai aiutato a distrarmi e le cose non me le hai complicate ma di gran lunga facilitate. Quindi è meglio se la smettiamo di fare i coglioni e abbracciami."

Solo tu//Wyatt Oleff  [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora