Capitolo 42

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Ormai era buio pesto, avevo passato l'intera giornata in giro per la città a cercare la sposa fuggitiva, dopo nemmeno 2 metri tolsi le scarpe e continuai scalza per tutto il tempo, mi beccai perecchie occhiataccie da svariate signore che probabilmente, con l'aria che avevo, mi avevano presa per una prostituta alcolizzata.

Non sapevo cosa fare ero completamente abbattuta e non volevo tornare a casa senza aver scoperto qualcosa, non avevo il telefono perchè nella fretta non lo avevo messo nelle tasche della giacca... almeno sapevo dove mi trovavo, non ero molto lontana da casa di Joey ma non potevo assolutamente piombare a casa sua nel bel mezzo della notte, più che disturbare avevo paura di vedere Chris con mia cugina Sam, speravo di poter stare con lei durante il matrimonio, quando eravamo piccole non ci facevano mai giocare insieme a causa delle condizioni di mia madre, però Matt riusciva a farci incontrare ogni tanto almeno fino a quando si spostò in un'altra città vicino alla nostra, da allora ci potevamo vedere solo nelle riunioni di famiglia che erano di solito matrimoni o funerali.

Ovviamente Chris era un ragazzo da una notte e via, Sam e io avevamo gli stessi comportamenti e gli stessi gusti tranne per queste cose, lei sapeva divertirsi e sapeva come trattare con i ragazzi in questi casi e non avevo dubbi che anche lei avesse messo gli occhi sul biondino.

Sarei dovuta essere con Matt in quel momento, che vada a farsi fottere Hanna, lo sapevo sin dall'inizio che era come tutte le altre, mi decisi a tornare a casa, speravo con tutta me stessa che lui non stesse piangendo ma quasi sicuramente sarebbe stato così... passai a prendergli un gelato alla fragola, era il suo preferito e quella sarebbe stata la prima di tante altre cose che avrei fatto per tirarlo su di morale e per rivedere il suo sorriso, non vedevo l'ora di sedermi sul pavimento del salotto insieme a lui e semplicemente parlare.

"Matt sono tornata!" In salotto e in cucina non c'era traccia di mio fratello, salì di sopra e lanciai scarpe e giacca in camera, tolsi il vestito alla svelta e mentre infilavo la maglia andai in camera di Matt "Ehi sei qui?" Non vidi nessuno il che era strano, stavo pensando a quanto fosse impossibile il fatto che lui fosse uscito, quando sentì un rumore nel bagno, mi avvicinai alla porta "Matt ma che stai fecendo?..... Matt? .... senti mi vuoi rispondere..." continuavo a girare la maniglia ma la porta non si apriva, mi ricordai della copia di una chiave, era nel cassettone in corridoio, corsi a prenderla e la infilai nella serratura... aprì lentamente la porta...

"CRISTO SANTO" mi lanciai sul corpo mio fratello, c'era sangue ovunque persino sullo specchio e lui era privo di sensi steso con la schiena poggiata contro il muro, continuavo a scuoterlo e chiamarlo, c'erano delle forbici sotto la sua gamba, continuava a non rispondermi lo presi ed iniziai a stringerlo a me "Matthew non farmi questo forza apri gli occhi ti prego apri gli occhi" aveva le braccia completamente tagliate e graffiate, continuavo a singhiozzare ed accarezzargli il viso che ormai vedevo sfocato ma sentivo dei graffi passarmi sotto le dita, sentivo le lacrime scendere svelte sulle guance senza fermarsi "Guardami... ti prego..." mi alzai, tremavo e non riuscivo a regermi in piedi, ero piena di sangue sulle mani e sui vestiti... il sangue di mio fratello... stavo per svenire ma non potevo permettere che Matt morisse lì sotto i miei occhi, afferrai il telefono e chiamai il 911 le voci erano ovattate e mi sembrava di non capire una parola, dissero che ci volevano 5 minuti per un'ambulanza e io continuavo ad urlare mentre cercavo di fermare il sangue che continuava ad uscire dalle braccia di Matt che si svegliò appena e mi guardò... mi fissava con i suoi occhi verdi che riuscivano a calmarmi anche in un momento del genere.

Non mi fecero salire sull'ambulanza continuavano a ripetermi che ero minorenne, i vicini erano usciti tutti per colpa delle mie urla, colpì un tizio che continuava a tenermi ma non mollo la presa "VOGLIO SOLO SALUTARLO CAZZO FATEMELO SALUTARE" finalmente mi lasciarono salire, gli strinsi la mano e gli sussurrai "Ce la farai, lo so io e lo sai tu." Gli diedi un bacio sulla guncia e mi spinsero fuori, appena toccai l'asfalto crollai a terra continuando a piangere a dirotto.

Me ne stavo seduta fuori sullo scalino davanti la porta, ero talmente confusa e completamente nel panico così non pensai alle chiavi e mi ritrovai chiusa fuori casa, era ancora notte forse saranno state le 4, alzai lo sguardo contro un lampione e nel guardarlo mi bruciarono gli occhi che ormai erano gonfi e stanchi, non ci pensavo nemmeno ad andare di nuovo in un ospedale ad aspettare l'arrivo di un coglione che mi venisse a consolare e parlarmi con quel suo tono di compassione e pena verso una ragazzina orfana e disperata.

Mi alzai barcollando e mi incamminai verso casa di Sophia, stavo per premere il pulsante del campanello però mi bloccai pensando al fatto che avrei svegliato tutta una famiglia per colpa dei miei problemi e le crisi isteriche che mi sarebbero venute da lì ad un istante così me ne andai pensando a chi altro sarebbe stato disposto ad accogliermi.

Passai davanti casa di Wyatt, la luce in camera sua era accesa e logicamente si sentiva la voce fastidiosa di Lisa da un chilometro di distanza.
Me ne andai sapendo che quello non era il momento di pensare ad un'altro coglione in più, mi venne aggalla il pensiero che Matt non meritasse affatto tutto quello... ma Wyatt si.

"Ross che ci fai qui a quest'ora?" Joey come al solito aveva i capelli del tutto disordinati e solo un pantaloncino addosso, non riuscivo a parlare era come se le parole mi si fossero bloccate in gola ma le lacrime... oh quelle non si erano mai fermate e Joey non potè far a meno di notare la mia faccia sconvolta, mi tirò dentro e mi fece sedere dandomi un bicchiere d'acqua e poi riusci a spiegargli ciò che era successo, per tutto il tempo non parlò ma era fermo lì davanti a me ad ascoltarmi, Tommy e Chris erano fuori a quanto mi aveva detto.

"Non conosco bene tuo fratello ma non meritava una bastardata del genere, dai andiamo voglio dire, chi è che mi farebbe mai stare a casa propria mentre dico chissà cosa completamente fatto?" Stranamente riuscì a farmi ridere, spostai lo sguardo sul tavolo notando un pacchetto di sigarette, lo presi ma il ragazzo me lo strappò di mano "Provaci e ti stacco le dita" "Per una sogaretta in meno mio Dio..." rimise il pacchetto sul tavolo "Me ne frego della sigaretta in meno" sbracò le gambe e si strofinò gli occhi, mi misi comoda anche io ricordando la classica frase di Matt "Ma è possibile che non riesci ad essere femminile anche stando solo seduta?" Il ricciolino mi distolse dai miei pensieri "D'accordo se vuoi ho della vodka" sorrisi e ci fiondammo sulla bottiglia.

Sembrava una maledizione... la mia vita sembrava una maledizione che avevano scagliato contro di me e la mia famiglia, prima mio padre e poi mia madre... poi Wyatt che sembrava essere la prima gioia che mi fosse capitata e dopo anche lui era andato a puttane, in tutti i sensi... e ora Matt... non riuscivo nemmeno a capire di chi fosse la colpa di tutto quel casino, se di Hanna che lo aveva ingannato e illuso, oppure la mia che non sapevo stargli accanto quando ce n'era il bisogno e lo facevo esaurire tutti i giorni tutto il giorno.

Avevo paura di Joey, ma non di lui come persona, avevo paura di lasciarlo entrare a far parte della mia vita come amico o semplicemente come conoscente, non volevo che succedesse qualcosa anche lui... avevo conosciuto un ragazzo che era diverso da tutti gli altri e lo stesso valeva per i suoi amici, in qualche modo riusciva a distrarmi da tutto il resto standomi semplicemente seduto accanto.

Solo tu//Wyatt Oleff  [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora