❝ 𝐏𝐚𝐧𝐝𝐞𝐦𝐢𝐚 ❞
Rating: Giallo.
Parole: 1043
Avresti immaginato tutto nella tua vita, ma di vivere una pandemia non rientrava proprio nemmeno nelle tue più apocalittiche visioni.
Da ormai qualche settimana, il capo di Stato aveva annunciato una chiusura totale del Paese. Non potevi vedere i tuoi amici o uscire di casa e i tuoi genitori non erano a casa, poiché bloccati in un altro Paese per lavoro.
Sarebbe stato una cosa triste, ma alla fine un lato di te era felice di poter avere la casa tutta per sé: non ci sarebbero stati orari, regole o punizioni. Potevi fare quello che volevi. Tutto questo fino a quando non arrivò la notizia un tuo cugino alla lontana di nome Steve dovesse passare il lockdown a casa con te.
I suoi genitori erano partiti per l'Europa e non poteva più rientrare a casa, solo che lui, nel momento della chiusura, non si trovava nella sua abitazione, per cui non aveva nessun posto dove andare se non stare da te.
Era mattina presto e guardando la sveglia sul comodino accanto al tuo letto che indicava le 7 ti domandasti cosa fossero quei rumori. Iniziasti a pensare che fossero soltanto frutto dei tuoi pensieri, così ti rimettesti a dormire.
Dopo qualche minuto sentisti di nuovo quel fracasso e la risposta alle tue domande era solo una: Steve. Alzasti gli occhi al cielo sbuffando per poi scendere dal letto. Aprendo la porta della tua camera notasti che di quel ragazzo non c'era traccia, ma poi un tonfo metallico riecheggiò per tutta casa.
Scendesti le scale fino ad andare nel seminterrato. Steve stava sistemando degli attrezzi da palestra attorno a un tappetino nero.
<<Hai la minima idea di che ore sono, Harrington?>> domandasti totalmente innervosita.
Lui si voltò verso la tua direzione scrollando le spalle. Sollevò un peso da qualche kilo rispondendoti <<A giudicare dal tuo aspetto direi le 4 del pomeriggio.>>
Avresti voluto strozzarlo con le tue stesse mani, oppure tirargli uno di quei pesi in testa, ma l'unica cosa che facesti fu soffocare un urlo tra le tue braccia. Prima di risalire le scale, guardasti di nuovo quella specie di palestra improvvisata solo per vedere Steve sistemarsi i capelli davanti allo specchio che aveva messo appoggiato al muro.
***
Era l'ora di pranzo ed eri seduta al tavolo in legno della cucina mentre stavi mangiandoti un sandwich che ti eri preparata poco prima. Le notizie passavano in tv ad una velocità tale da non riuscire nemmeno a seguirle. Volevi alzare il volume della televisione, ma non riuscivi a trovare il telecomando da nessuna parte.
Appoggiasti il sandwich quasi finito nel piatto davanti a te e ti mettesti a quattro zampe sul pavimento alla ricerca dell'oggetto. Come poteva essere sparito?
Mentre eri intenta alla ricerca del telecomando, improvvisamente la voce alla tv si spense e dei passi pesanti entrarono in cucina. Ti voltasti e vedesti Steve avvicinarsi al panino che avevi lasciato sul piatto, lo prese e lo finì in un sol boccone. Ti alzasti da terra per poi notare che il telecomando era nelle mani del moro.
<<Mi stai prendendo in giro?>> quelle parole ti uscirono con una stanchezza tale che in fin dei conti non eri nemmeno in vena di litigare di nuovo con lui.
<<Assolutamente no, piccola.>> rispose schiacciandoti l'occhiolino per poi ghignare. Un espressione di disgusto comparve sul tuo viso per poi incrociare le braccia sul petto. Steve si avvicinò a te e rimase a guardarti. Spostò il suo sguardo su tutta la tua figura e un piccolo sorriso fece capolino sul suo viso. Non ti eri cambiata il pigiama, per cui indossavi solo dei pantaloncini corti e una canottiera bianca aderente al tuo corpo.
Notando come il suo sguardo fosse rimasto posato più del dovuto, iniziasti a parlare <<Non vedo l'ora che i tuoi genitori ritornino a casa, così finalmente te ne andrai e io potrò godermi la pace, finalmente.>> eri così felice all'idea, tanto da andarti a sedere sul bancone di legno in mezzo alla cucina. Con sguardo sognante lasciavi le gambe cadere a penzoloni come una bambina.
Il sorriso precedente di Steve scomparve. Improvvisamente qualcosa iniziò a insinuarsi nella tua mente. <<Me ne andrò presto, non preoccuparti, t/n.>> disse atono. Che l'avessi offeso? In fin dei conti Steve non era mai serio, scherzavate sempre e nonostante ti facesse perdere spesso la pazienza era un bravo ragazzo.
<<Mi mancherà non averti attorno tutto il tempo, forse.>> mormorasti prendendo a dondolare le gambe nude. Lui si voltò di scatto e sorrise. Si avvicinò a te torreggiandoti dalla sua altezza. Appoggiò entrambe le mani sul tavolo ai lati del tuo corpo. Il suo viso era proprio davanti al tuo.
<<Forse?>> ripetè le tue parole precedenti con una lentezza così ipnotica che non riuscivi a staccare il tuo sguardo dalle sue labbra sottili e rosee. Si avvicinò ancora di più a te e il tuo petto finì per scontrarsi con il suo. Le sue mani si spostarono dal bancone ai tuoi fianchi lentamente. Di riflesso la tua schiena si inarcò per avvicinarsi ancora di più al suo corpo.
<<Non penso che tra cugini si possa andare oltre.>> rispondesti socchiudendo gli occhi. Effettivamente non era il caso di comportarsi a quel modo.
Lui rise <<Sinceramente non sono nemmeno sicuro che siamo parenti, in fin dei conti sono passate così tante generazioni che probabilmente avremo un lontano cugino in comune.>> ribatté per poi prenderti il viso tra le mani.
Il tuo respiro si fece più veloce e il petto iniziò ad alzarsi e abbassarsi a ritmo irregolare. A quel punto, Steve si abbassò e prese a baciarti con passione, le sue mani erano su tutto il tuo corpo e le tue gambe si chiusero avvinghiandoti attorno alla sua schiena. Sentivi la prepotenza con cui le sue labbra premevano contro le tue.
Le sue braccia ti cinsero i fianchi sollevandoti dal ripiano della cucina portandoti in salotto. Steve ti fece sedere delicatamente sul divano mettendosi accanto a te. <<Da quanto sapevi che non eravamo davvero parenti?>> chiedesti confusa.
Lui si tolse velocemente la maglia bianca a maniche corte che indossava <<Ho sentito mia madre parlarne qualche tempo fa, ma la cosa non mi importava. Ora, però, mi sono reso conto che non c'è notizia migliore!>> esclamò baciandoti di nuovo con lo stesso impeto di prima.
Si sfilò velocemente i pantaloni di jeans lanciandoli sul pavimento e la stessa fine fecero i tuoi pantaloncini del pigiama. Eri così coinvolta da scioglierti sotto il suo tocco.
Mentre eravate stesi sul divano ancora intenti a baciarvi, un rumore catturò la vostra attenzione: la serratura della porta d'ingresso si era mossa e la maniglia stava girandosi. Il cuore iniziò a batterti velocemente e Steve scappò velocemente nel seminterrato prendendo da terra i suoi vestiti.
<<Tesoro, siamo arrivati!>> esclamò tua madre dall'ingresso. Cercasti di rivestirti velocemente per poi andare ad accogliere i tuoi genitori. C'era davvero mancato poco.
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Steve Harrington, Eddie Munson & Billy Hargrove •Immagina•
FanfictionRaccolta di immagina sui personaggi di Stranger Things: Steve Harrington, Eddie Munson e Billy Hargrove (S1-4).