32-STEVE ♔

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❝ 𝐃𝐨𝐦𝐞𝐧𝐢𝐜𝐚 𝐦𝐚𝐭𝐭𝐢𝐧𝐚 ❞


Rating: Giallo

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Parole: 771

Tuo padre lavorava come giornalista da anni per un importante notiziario televisivo ad Hawkins che andava in onda ormai da decenni. La cosa non ti aveva mai interessata troppo se non da quando, nelle ultime settimane, il suo capo aveva deciso che era tempo di assumere nuove "menti brillanti", come le chiamava lui. Così, a tuo padre venne affidato uno stagista di un anno più grande di te.

Si chiamava Steve, o almeno così ricordavi. Il ragazzo in questione era originario del Nebraska, di conseguenza si era trasferito da alcune settimane nella stanza degli ospiti. Non era mai stato un problema, dato che per tutto il giorno era sempre al lavoro con tuo padre e lo seguiva nelle sue varie trasferte.

Da quando era lì con voi l'avevi visto circa una decina di volte e vi eravate scambiati giusto due parole di circostanza sul tempo.

Erano circa le 6 del mattino di domenica 26 settembre 1984 e i raggi del sole filtravano attraverso le fessure delle tende delle finestre di camera tua. Avevi la bocca impastata, così decidesti di scendere in cucina per prenderti un bicchiere d'acqua fresca. La notte prima il tuo ragazzo, Tom, era stato con te fino a quando non ti eri addormentata, intorno alle 2 del mattino.

Quasi scivolasti sulle mattonelle fredde della cucina quando entrasti. Apristi un'anta di una mensola in legno e poi prendesti un bicchiere. Lo riempisti d'acqua al rubinetto e quando ti voltasti il cuore balzò quasi fuori dal petto facendoti allentare la presa sul bicchiere d'istinto.

Il bicchiere cadde a terra rompendosi e facendo finire i pezzi di vetro sparsi attorno a te. Anche l'acqua si cosparse ai tuoi piedi e rimanesti immobile fissando il ragazzo in boxer e maglietta azzurra a righe blu davanti a te.

<<Volevi farmi prendere un infarto?>> ti lamentasti abbassando lo sguardo sul disastro ai tuoi piedi.

<<Scusami, t/n, non era mia intenzione spaventarti. Resta ferma, pulisco io.>> rispose il moro aprendo la porta del ripostiglio accanto all'ingresso della cucina. Ne estrasse una scopa e una paletta entrambe rosse acceso. Si avvicinò a te e si inginocchiò pulendo i cocci di vetro.

Ti sentivi parecchio in imbarazzo, soprattutto perché indossavi solo una felpa larga e dei pantaloncini corti; non avresti mai immaginato di trovarti qualcuno sveglio alle 6 del mattino di domenica.

<<Alza il piede destro.>> ti ordinò Steve continuando a pulire. Ti appoggiasti al bancone della cucina e ubbidisti. Il ragazzo si protrasse in avanti per asciugare l'acqua attorno a te e sentivi il suo respiro affannoso contro la pelle delle tue ginocchia.

Per pulire anche le gocce d'acqua più lontane, si sporse e mentre con la mano sinistra passava un panno sul pavimento bagnato, con la destra si appoggiò alla tua gamba per non perdere l'equilibrio.

Passarono pochi minuti, ma ti sembrò un'eternità. Dopo che Steve pulì il danno, eravate entrambi fermi in cucina in evidente imbarazzo. <<Bhe, vuoi una tazza di caffè?>> domandasti non sapendo bene come comportarti.

Non conoscevi quel ragazzo e per quel che sapevi avrebbe potuto anche essere uno spietato assassino che aveva inventato la copertura di stagista per poi compiere un omicidio plurimo una delle prossime notti facendo strage di te e la tua famiglia, ma quando rispose <<Per me con del latte freddo, grazie.>> capisti che nessun serial killer avrebbe mai potuto bere del latte insieme al caffè.

Ti voltasti e prendesti il caffè all'interno della caffettiera e lo versasti in due tazze. Poi, in quella di Steve, ci aggiungesti del latte preso dal frigo. Ti sedesti al tavolo della cucina e il ragazzo fece lo stesso mettendosi davanti a te. <<Che ci facevi sveglia?>> chiese Steve prendendo un sorso di caffè e latte dalla tazza.

<<In realtà volevo solo bere dell'acqua, in più non avevo troppo sonno.>> rispondesti giocherellando con una ciocca di capelli. Steve emise un piccolo ghigno che però tu cogliesti ugualmente. <<Ti fa ridere che io non abbia sonno?>>

Lui spalancò gli occhi e un piccolo sorrisetto beffardo gli comparve in volto. <<Assolutamente no, mi domandavo solo come fosse possibile non essere stanchi dopo tutto il chiasso che ho sentito ieri notte.>> rispose e le tue guance si colorarono di un rosso acceso.

Avevi invitato Tom l'altra notte approfittando del fatto che per quel weekend i tuoi genitori fossero andati a trovare dei loro amici, ma non ti era passato minimamente per la testa che Steve potesse essere in casa. <<Oh, non fraintendermi, sono contento che le cose tra di voi vadano bene!>> aggiunse incrementando l'imbarazzo precedente.

Appoggiasti delicatamente la tazza ormai vuota sul tavolo e lo fissasti perdendoti in quei suoi occhi scuri. <<Ed io mi domando il perché debba parlare della mia vita sentimentale con uno sconosciuto la domenica mattina nella mia cucina.>> ribattesti assottigliando lo sguardo.

<<Non c'è bisogno di parlarne, le tue urla di ieri avevano già spiegato tutto al posto tuo, t/n.>> replicò sorridendo. Si sporse per afferrare la tua tazza vuota e andò al lavello mettendole entrambe sotto il getto dell'acqua calda del rubinetto.

Rimanesti immobile seduta al tavolo con l'imbarazzo che stava mandandoti viva. Proprio non avresti voluto che Steve Harrington sapesse delle tua vita sessuale, eppure era così. Maledizione. 

Steve Harrington, Eddie Munson & Billy Hargrove  •Immagina•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora