Mi sveglio di soprassalto, urlando per l'incubo appena concluso. Damian accorre in mio soccorso. "Stavi urlando, va tutto bene?" mi guardo intorno, sentendo ancora la puzza dell'uomo che mi ha "rapita". È stato solo un sogno. Uno dei tanti. "Sto bene, grazie" Damian si volta, preparandosi a tornare in soggiorno.
"Aspetta" lo fermo, passandomi la mano sulla fronte madida di sudore. "Non credo che riuscirò più ad addormentarmi. Vorresti farmi compagnia?". Lui si limita ad annuire, sedendosi sul letto accanto a me.
"Parlami di questi sogni. Credo che tu abbia bisogno di sfogarti".
"Puoi dirlo forte". Mi metto a sedere, poggiando la schiena al cuscino.
"Nell'ultimo mese, non ho fatto altro che immaginare posti e persone cupi, situazioni violente e contesti fuori dal comune. Nell'incubo di stanotte c'era quest'uomo. Mai visto prima d'ora. Mi ha catturata, portandomi in un campo e giurando di uccidermi se non gli avessi consegnato una persona...".
"Chi?" scuoto la testa, perplessa. "Non avevi accennato al fatto che avessi sognato me?". Ah, già. Sembrano trascorsi anni.
"Si, ma molto prima di conoscerti. Erano sogni strani, che ti hanno messo sotto la luce sbagliata. Sembravi un terrorista, desideroso di sangue e vendetta. Non sei tu". Damian tira un grosso respiro. "Spero tanto di non essere così".
"Non lo sei" gli sorrido "...ma ne sarei più convinta se mi parlassi di quello che è successo" si porta una mano nei capelli, affranto.
"È successo cinque mesi fa. Mi trovavo su una barca assieme a degli amici. I proprietari ospitarono una specie di festa di beneficenza ed io ho partecipato, donando cinquantamila lei. In seguito ho conosciuto una donna e siamo finiti a letto insieme ma, a tarda notte sono stato svegliato da dei rumori. Eravamo ancora sulla barca e lei era sparita. Mi sono rivestito per andare a cercarla.. E l'ho trovata" attendo il continuo della storia, trovando il racconto avvincente. "Era nella cabina del capitano, riversa sul pavimento con la testa spaccata in due..." noto la tempia pulsargli nervosamente. "..dopo aver trovato lei, ho cercato il capitano che era a prua. Stesso modus operandi, ma lui era seminudo e con il busto steso sull'argano.. È stato uno shock, non riuscivo a muovermi e sembravano essere spariti tutti, perciò pensai fosse solo un incubo. Quindi tornai nella mia stanza, trovando una mazza da baseball insanguinata tra le lenzuola...".
"L'arma del delitto.." commento poco dopo. Damian annuisce, guardando fuori dalla finestra. "In quel momento, il proprietario e due poliziotti entrarono di soppiatto cogliendomi con le mani nel sacco. Avevo preso la mazza tra le mani per osservarla... E sono stato incastrato".
"Hai idea di chi possa essere stato?".
"No, per quanto tenti di ricordare e di mettere insieme i pezzi di quella serata, rammento solo la parte dell'assegnazione dei premi e quando ho conosciuto quella donna. Nient'altro". Tiro un grosso respiro, domandandomi che cosa potrei fare per aiutarlo. "E dopo cos'è successo?".
"Ho iniziato a fuggire, sempre più lontano. Mi nascondevo sotto i ponti, nelle case abbandonate, nei vicoli bui... Questo fino alla settimana scorsa, quando ti ho aggredita in quella stradina...".
"Non lo hai fatto di proposito. Ti ho perdonato. Adesso dobbiamo capire cosa fare per aiutarti..." Damian aggrotta la fronte, scettico. "Intendi davvero aiutarmi?".
"Certo, non ti avrei ospitato altrimenti".
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𝐃𝐚𝐦𝐢𝐚𝐧 | 𝐒𝐞𝐛𝐚𝐬𝐭𝐢𝐚𝐧 𝐒𝐭𝐚𝐧
Ficção GeralGeorgia Beck desidera diventare una psicologa. Trasferitasi a Sofia per lavoro, trascorre la maggior parte del suo tempo in ufficio, con l'obiettivo di veder realizzato il suo sogno. Una sera, sulla strada per tornare a casa, un uomo la aggredisce...