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Il mattino seguente, Georgia si divincola troppo presto dalla mia presa, stampandomi un bacio all'angolo della bocca prima di andare a lavoro. Non ha detto altro, forse perché sapeva che l'avrei trattenuta ancora un po' a letto.
Mi prudono le mani quando sono con lei, sento sempre il bisogno di toccarla e di baciarla. Non cambia nulla che sia bella da togliere il fiato. Spero sia sempre così tra di noi.

Verso le otto, mi libero delle lenzuola vestendomi in fretta

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Verso le otto, mi libero delle lenzuola vestendomi in fretta. Credo che dovrò ritornare da Tim. Potrebbe darmi per disperso. Sono da lui in pochi minuti e lo trovo in cucina a prepararsi il caffè.
"Il ritorno del figliol prodigo!" commenta, versandomene una tazza. "Scusami..". Tim mi sorride. "Non devi scusarti, anzi. È strano che abbiate aspettato così tanto".
"Credevo di saper nascondere meglio le mie emozioni, invece ho scoperto di essere trasparente".
"No, non lo sei. È che io vi conosco entrambi adesso e posso dire queste cose con assoluta certezza". Chiacchieriamo davanti ad un buon caffè per i successivi dieci minuti. "Lavori oggi?".
"Attacco a mezzogiorno. Tu che programmi hai?".
"Pensavo di andare a correre. Prima di questo lungo periodo, ero solito andare a correre tutti i giorni. Partecipavo anche alle maratone".

"Con meno di dieci gradi? Dillo subito se vuoi una polmonite".
"Io non ho così freddo" Tim scoppiò in una risata fragorosa. "Ah, giusto. Ecco che cosa fa l'amore.." arrossisco prima di andare in camera mia per cambiarmi. Indosso la mia nuova tuta, cappuccio cacciato sulla testa e sneakers. "Ci vediamo stasera allora?".
"Sempre se non sparisci di nuovo" faccio spallucce raggiungendo la porta. "Chissà".
Arrivo al South Park facendomi venti chilometri in un'ora.

Nonostante la temperatura bassa, altre persone hanno avuto la mia stessa idea

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Nonostante la temperatura bassa, altre persone hanno avuto la mia stessa idea. Molti portano a passeggio il cane e delle coppiette siedono sulle panchine avvolti da sciarpe enormi e parka pesanti. Sono di ritorno a casa appena prima che Tim attacchi a lavoro. Non indossa la divisa e maneggia la sua pistola, infilandola nella fondina. "In borghese oggi?".
"Si, abbiamo un caso sotto copertura".
"Sembra interessante".
"Finché non ti scoprono e ti sparano".

"Ho sempre voluto fare il poliziotto" Tim mi sorride. "Pensaci. La prossima settimana c'è un tirocinio per le nuove reclute. Un corso al poligono per l'uso delle armi e dimostrazione di come si mette KO un fuggitivo". Me lo appunto nella mente, potrebbe essere questo il nuovo inizio che sto cercando. Il mio coinquilino prende distintivo e giaccone prima di andare via. "Non incendiarmi casa" si limita a dire prima di andare via. Rido, pensando a cosa farmi per pranzo. Dopo aver mangiato, mi metto al computer cercando delle domande di lavoro. Nel mio curriculum non c'è un granché. Ho iniziato a lavorare a diciotto anni, soprattutto per mettermi sulla buona strada e per guadagnare qualcosa per me e mia sorella dopo essere rimasti orfani. Cameriere in un ristorante, muratore, assistente, call center persino, ma ho capito di non essere un tipo loquace. All'improvviso rammento la richiesta di Georgia. Vuole conoscere mia sorella e anche a me piacerebbe rivederla. Così la cerco su Facebook. Da quanto ricordo, è sempre stata una tipa social, al contrario mio. Quella piccola peste ne combinava di tutti i colori quando si trattava di dover uscire con uomini mai visti prima. Li conosceva online e dopo gli appuntamenti tornava a casa piangendo. Adesso dovrebbe stare ancora con Nate, quello strano ragazzo che ho dovuto difendere nella rapina di dieci anni fa.
Entro su Facebook dal profilo di Tim che mi va in automatico. Non essendo iscritto, non potevo cercare nessuno. Digito Anastasia Dobovan ma mi da zero risultati. Dopodiché ricerco Nate Anderson. Lo trovo, ma il suo ultimo post risale ad un anno fa. Molto strano. Da fratello maggiore, non posso far altro che preoccuparmi e temere il peggio. Tuttavia, non posso cercarli da solo. Mi servono le conoscenze di Tim, il database federale per scoprire qualcosa collegabile all'unico indirizzo che ho. Scrivo un messaggio a Nate, tenendo le dita tremanti e sudate sulla tastiera.

Ciao Nate, non so se ti ricordi di me. Sono Damian, il fratello di Anastasia. So che non mi senti da anni ma ho urgenza di mettermi in contatto con mia sorella. Hai sue notizie o ci stai ancora insieme? Aspetto risposta.

Attendo inerme davanti al computer per tutto il pomeriggio. Tim rincasa e solo in quel momento mi accorgo che si è fatta sera. Sono le sette passate ed io non ho ancora parlato con Georgia.
"Che stai facendo, amico?".
"Stavo cercando mia sorella ma non ho trovato nulla. Ho dovuto usare il tuo account" mi fa un gesto con la mano per dirmi di non preoccuparmi. "A tal proposito, volevo chiederti un favore". Lo sguardo di Tim cambia, facendosi serio. "Che ti serve?".
"Ho un indirizzo di Vladivostok e un nome, nient'altro. Potresti indagare per me?". Accetta, entrando immediatamente nel database dal suo computer. "Lo fai adesso?".
"E quando sennò? Mi sembra una cosa piuttosto urgente". Lo vedo digitare in fretta il nome di mia sorella e l'indirizzo in un unico link. Vedo apparire una sua foto sullo schermo. "È lei".
"Per fortuna non ha preso da te" scherza Tim. In effetti lei era l'angelo della casa. Ha preso tutta la bellezza da mia madre ma gli occhi sono gli stessi miei. "Aveva una carta di credito ma non risultano estratti conto negli ultimi otto mesi. L'ultimo saldo risale a giugno dell'anno scorso. Ha comprato una pistola".
"Una pistola?" ingoio la saliva. "Si, una calibro 22 insieme a varie munizioni". Digrigno i denti. Quel pezzo di merda. "Se scopro che quel bastardo le ha fatto del male, io giuro...".
"Di chi parli?" Tim si mette a braccia conserte. "Nate Anderson. Non so se stanno ancora insieme. Era un trafficante d'armi ed un rapinatore. È lui che ho aiutato anni fa...".
"Adesso si spiega tutto" in quello stesso momento, mi squilla il cellulare. È Georgia. Le rispondo senza esitare. "Sono appena uscita dal lavoro. Credevo di trovarti a casa".
"No, sono da Tim. Potresti venire qui? Altrimenti dovrò raggiungerti sul tardi".
"Vengo subito" è da noi in cinque minuti. Mi bacia sulla porta, poi saluta Tim. "Allora? Cosa succede?" domanda, sfilandosi il giaccone e vedendomi preoccupato. "Non si hanno notizie di mia sorella da un anno. Ho un brutto presentimento".
"Andrà tutto bene, la cercheremo insieme. D'accordo?" annuisco, colpevolizzandomi per aver lasciato la mia sorellina da sola.

P.S dato che questo doveva essere un thriller, temo che dovrò continuare a lasciarvi con la suspence. Oggi ho introdotto la sorellina di Sebastian. Ditemi che cosa ne pensate della scelta.

Margaret Qualley

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Margaret Qualley. Penso sia perfetta per i suoi occhi blu e i lineamenti raffinati. Poi ha l'età giusta.

Alexander Ludwig

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Alexander Ludwig. Lui è Nate Anderson.

𝐃𝐚𝐦𝐢𝐚𝐧 | 𝐒𝐞𝐛𝐚𝐬𝐭𝐢𝐚𝐧 𝐒𝐭𝐚𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora