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Ci baciamo per minuti, dopodiché mi divincolo mettendole le mani sulle braccia.
"Forse dovremmo fermarci".
"No, perché?".
"Non voglio rovinare tutto una seconda volta. Adesso voglio andarci cauto...". Georgia tira un grosso respiro.
"La pazienza non è il mio forte".
"Nemmeno il mio" sogghigno "..ma è una cosa che intendo fare". Lei annuisce, allungandosi sul suo schienale.
"Hai ragione, Dam. Tempo al tempo" restiamo ancora un po' in giro e dopo la accompagno a casa sua. Mi bacia ancora prima di andare via e augurarmi la buonanotte.
Quando torno nel mio appartamento, c'è ancora gente. Il karaoke spento, la musica ad un volume più basso. Anastasia e Tim sono insieme quando mi vedono arrivare. Accorrono verso di me, curiosi.
Chiedono i dettagli della serata ed io racconto tutto, finché devo. I particolari li terrò per me.
Mia sorella si allontana per prendermi del caffè, ho bisogno di diluire l'alcool che ho in circolo.
"Posso parlarti?" chiede Tim mettendomi ansia. Ho già capito tutto.
"No, non dirmelo..." fa finta di niente, alzando le spalle.
"Ti piace mia sorella e vuoi il mio consenso?" Tim annuisce, per la prima volta imbarazzato.
"E lei che ne pensa?".
"La cosa è reciproca, quindi sta a te..." scuoto la testa.
"Impossibile che a mia sorella piaccia uno sbirro, per di più antipatico" dico in maniera ironica facendolo sorridere. "Dai, sul serio. Tua sorella mi piace molto...".
"Ci credo, ha preso tutto da me" do un buffetto al suo braccio, dichiarando:
"Va bene, una possibilità. Solo una. Almeno con te sono al sicuro riguardo alla sua incolumità".
"Esattamente, fratello" mi da una pacca sulla spalla intanto che Anastasia torna da noi.
Ci offre il caffè, guardando Tim. Cerca qualcosa nel suo sguardo.
"Me lo ha detto e ho detto che va bene" alzo gli occhi al cielo mentre mia sorella mi butta le braccia al collo. Mi bacia la guancia e dice: "Sei il migliore dei fratelli".

Le accarezzo i lunghi capelli scuri, gli stessi capelli di nostra madre

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Le accarezzo i lunghi capelli scuri, gli stessi capelli di nostra madre. Si allontana, sorridendomi.
Gli ospiti lasciano casa nostra verso l'alba e a noi rimanenti tocca pulire. Oggi non credo che dormirò affatto, ma almeno non dovrò andare a lavoro.
Nell'azienda a Vladivostok ho chiesto due mesi di aspettativa. Ciò nonostante, suppongo che continuerò a restare a Sofia, soprattutto se le cose con Georgia dovessero continuare ad andare bene.
Io e Tim raccogliamo piatti e bicchieri di plastica mentre Anastasia passa aspirapolvere e straccio sui pavimenti. Ad un tratto Tim prende il suo posto, facendola sedere sul divano. Li guardo insieme e mi meraviglio nel trovarli affiatati.

Quando terminiamo di pulire tutto, sono le otto

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Quando terminiamo di pulire tutto, sono le otto. Loro crollano sul pavimento mentre io faccio il caffè. Lo sorseggio restando seduto alla penisola. Forse dovrei provare quel corso per agente di polizia di cui mi aveva parlato Tim l'anno scorso.
Mi ci vedo nei panni del poliziotto. Almeno potrei fare giustizia legalmente.
Li guardo stesi uno accanto all'altro, notando che Tim sta per allungare il braccio verso Anastasia per abbracciarla.
Prendo la tazza del caffè, andando verso di loro. Gliela passo sotto le narici. Lui tira su con il naso, aprendo gli occhi.
"Caffè.." brontola, mettendosi a sedere.
"Sveglia, dormiglioni" Anastasia esita, tirandosi la coperta sulla testa.
"Ancora cinque minuti" mugugna, nascondendosi. La lasciamo dormire, allontanandoci.
Nel frattempo, parlo a Tim del mio progetto ricevendo la sua approvazione.
"Domani mattina" inizia a dire "...c'è un corso di addestramento per nuove reclute. Sarò io a dirigerlo, quindi ti aspetto" scuoto la testa.
"Perciò mi farai entrare senza problemi?" Tim se la ride.
"Siamo amici, ma dovrai sudare come tutti gli altri" beviamo il caffè insieme, per poi svegliare la bella addormentata.

[...]

Il giorno dopo sono alla centrale, aspettando in fila insieme ad altre reclute.
Tim ed un suo collega ci indicano una stanza in cui ci eserciteremo.
"A fine settimana, solo due di voi verranno scelti per il ruolo di pattuglia..." mi guardo intorno. Siamo in venti.

Anche se ho dato l'esame di psicologia ieri, mi ritrovo sveglia prima delle nove del mattino. Mi metto sui libri preparando una caraffa di caffè. Sulla sedia accanto alla mia, c'è una giacca di Emilian che ha lasciato qui l'ultima volta che ha dormito da me.
Penso a lui, a quello che gli ho fatto.
In quel momento, ricevo un SMS scoprendo che è proprio lui ad avermi scritto. Chiede di venire a casa mia per recuperare le sue cose.

Mi trovi qui.

Mi limito a rispondere, non conoscendo il suo umore attuale. Ciò nonostante, quando è da me, sorride.

Mi posa un fugace bacio sulla guancia entrando in casa

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Mi posa un fugace bacio sulla guancia entrando in casa.
"Tutto bene?" gli chiedo, vedendolo affrettarsi a radunare le sue cose.
"Bene, bene.." commenta. Afferra la giacca, la sua felpa - che di solito prendevo in prestito - altre maglie ed una pentola. Lascia le cose che mi ha regalato, prendendo solo quello che gli appartiene.
Quando finisce, lascia la busta su una sedia rimanendo in piedi davanti a me.
"Okay, forse ti sembrerà affrettato ed inconsueto però..." si porta la mano dietro la schiena, prendendo qualcosa dalla tasca posteriore dei jeans.
Noto una piccola scatola ed il cuore mi arriva in gola.
"Non te lo sto dando perché mi hai lasciato. A dir la verità, l'ho comprato un mese fa e vedendo com'è andata, forse avrei dovuto dartelo prima..." fa una pausa, mettendosi in ginocchio.
"Non te l'ho dato perché eri troppo presa dagli studi e non volevo farti distrarre. So che è tornato il tuo ex e penso sia stata una storia molto importante se ha annullato quello che c'era tra di noi, però voglio comunque chiederti una possibilità: perché ti amo, perché io non ti lascerei mai come ha fatto lui e perché io non ti farei mai del male".

 So che è tornato il tuo ex e penso sia stata una storia molto importante se ha annullato quello che c'era tra di noi, però voglio comunque chiederti una possibilità: perché ti amo, perché io non ti lascerei mai come ha fatto lui e perché io non t...

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Mi commuovo, vedendo nei suoi occhi l'affetto sincero che prova per me. Ha detto che mi ama e non ce l'eravamo mai detto prima di oggi.
"Emilian, io..." Si mette in piedi, posandomi la scatola. "Pensaci almeno. Non darmi una risposta adesso" annuisco, vedendolo andare via, lasciandomi in balia dei miei pensieri.
Cosa fare? Chi scegliere?
Questa è la perenne battaglia tra testa e cuore. Sono perdutamente innamorata di Damian e su questo non ho alcun dubbio, ma forse con Emilian avrei una vita più tranquilla, senza paranoie e angosce. Con Damian vivrei sempre sull'orlo del baratro, sentendomi mancare l'aria.
Mi butto di peso sul divano, lo sguardo fisso davanti a me e la tazza di caffè tra le mani. Si fa freddo mentre penso a cosa fare.
Scrivo a Damian chiedendogli un po' di tempo, dopodiché spengo il telefono. Devo allontanarmi dalla vita sociale per un po', riflettere.

𝐃𝐚𝐦𝐢𝐚𝐧 | 𝐒𝐞𝐛𝐚𝐬𝐭𝐢𝐚𝐧 𝐒𝐭𝐚𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora