39.

586 36 12
                                    

Restiamo stesi uno difronte all'altra per un tempo indefinito. Io la guardo negli occhi mentre lei gioca con la mia barba.
"Ti piace proprio tanto, eh?" mi sorride.
"Questa volta non insisterai con me per andare dal barbiere?".
"Assolutamente no".

Mi sporgo su di lei, mettendo le mani sui suoi fianchi

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Mi sporgo su di lei, mettendo le mani sui suoi fianchi. La sollevo con dolcezza facendola aderire al mio corpo stanco ma appagato.
"Dovrei studiare" si lamenta mentre sprofondo il viso nel suo collo per baciarle le scapole. "Ma come?" le mie labbra fanno smack sulla sua pelle candida "..credevo ci stessimo divertendo qui".
"Se non vai via subito, temo che non sarò mai abbastanza concentrata per studiare".
"Concentrati su di me per altri cinque minuti" Georgia accetta, attirandomi a sé con le braccia.
La coccolo come se fosse la nostra prima volta e la guardo come l'ho sempre guardata, trovandola una meraviglia per gli occhi.

"Studiamo insieme..." le dico nell'orecchio, facendola ridere "..sono davvero bravo in psicologia. Non te l'ho mai detto?" fa di no con la testa mentre allunga la mano verso il mio basso ventre.
"Che fai?" le domando con fare malizioso. "Se continui a tentarmi, farò in modo che tu non mi tenta mai più..." mi sembra tanto una minaccia anche se nella sua voce c'è malizia. Mi divincolo subito da lei, lasciandola andare via. Si alza, porgendomi la mano.
"Facciamo colazione, poi vai subito via. Ok?" annuisco, spaventato.
In cucina, si tiene lontana da me preparando pancakes e versandomi del succo di frutta. Mi porge il piatto evitando il mio contatto.

"Sto seguendo un corso per diventare poliziotto". Lei quasi si strozza al suono delle mie parole.
"Sul serio? E cosa aspettavi a dirlo?".
"Ho iniziato stamattina. Abbiamo avuto il nostro ben da fare, non potevo dirtelo tra un bacio e l'altro" lei sorride come una bambina, portandosi la mano sotto al mento.
"E com'è? Tim ti aiuterà?".
"Ha detto che non fa favoritismi, anzi. Lui sarà il nostro istruttore".
"Ahia!" Georgia fa una smorfia, bevendo un sorso del suo succo all'ananas. "E quando saprai i risultati?".
"Fine settimana" lei annuisce, poi tira un grosso respiro.
"Ok, so cosa fare..." mi pulisco la bocca con un tovagliolo, aspettando che continui a parlare "...se passerai l'esame, darò indietro l'anello ad Emilian".
"E se non lo passassi?". Alza le spalle, finendo il pancake.
"Sposerò un uomo che non amo abbastanza, continuando ad amare te".
"Scherzi?".
"No, sono serissima amore mio". Prende i due piatti vuoti mettendoli nel lavabo. Dopodiché mi accompagna alla porta.
"Perché mi dici questo?" apre la porta restando sullo zerbino.
"Perché so che passerai l'esame a pieni voti. Ed io non potrei mai sposare un uomo che non sia te..." chiude la porta, salutandomi con la mano mentre io sorrido come un ebete per le sue ultime parole.
Adesso sono più determinato. Minaccerò Tim se sarà necessario, ma passerò il test.

[...]

La settimana trascorre lentamente, anche perché non ho più visto Georgia. Mi ha detto chiaro e tondo che ci saremmo rivisti appena avessi avuto i risultati del test.
Nel frattempo però, ci siamo scambiati messaggi ogni giorno ad ogni ora, parlando anche al telefono.
Per farmi dannare, mi ha mandato anche delle sue foto.
Non ho minacciato Tim, non ancora. Cercherò di raggiungere l'obiettivo con le mie sole forze.
Stamattina mi aspetta in centrale. Dopo aver preso il mio caffè, l'ho visto uscire dalla camera di mia sorella come fosse un clandestino. Non sapeva che ero lì, infatti è balzato in piedi non appena gli ho urlato contro.
"Sei scemo? Mi farai venire un infarto".
"Scusa, ma tu non mi stai aiutando con l'addestramento".
"Devo essere obiettivo con tutti voi, non posso avere rapporti con i cadetti". Gliel'ho data vinta, stavolta.

Quando Anastasia mi raggiunge in cucina, ha il viso paonazzo.
"Eri qui pochi minuti fa?" chiede imbarazzata.
"Sono sveglio da due ore".
"Ah!" esclama, prendendo il caffè.
"Non resterà sempre a dormire, te lo prometto...". Oggi mi sento particolarmente felice perciò le dico:
"Lasciagli una copia delle chiavi di casa. Gli servirà" ad un tratto sento le braccia di Anya che mi stringono forte. Mi bacia la guancia più volte.
"Te iubesc. Noroc!" mi augura buona fortuna tornando in camera sua.
Indosso jeans e maglione per poi dirigermi alla centrale. Incontro gli altri miei compagni nell'addestramento. Se non dovesse andare bene, almeno mi sarò fatto degli amici.
Dovrà andar bene per forza. Non posso perdere Georgia, non dinuovo. Questa volta sarebbe irreversibile.
Tim ed il suo collega Greg ci portano al poligono per un ultimo esercizio con le armi da fuoco.
"Durante il vostro primo anno di pattuglia, non dovrete usare le pistole ma vi servirà come precauzione" commenta Tim osservandoci sparare alle figure sagomate sullo sfondo.
A fine addestramento, sento che è andato tutto bene. Sono stato uno dei più bravi ed ho sbagliato pochi esercizi.
Sento di avere questa professione nel sangue. Tim ci indica la bacheca con i risultati, andando via. Ci avviciniamo uno alla volta, presi dal panico.
Ci sono dieci ragazzi prima di me e solo uno di loro torna da noi sorridente, sollevando un pugno in aria, soddisfatto.
"Ce l'ho fatta". Non appena tocca a me, mi guardo intorno vedendo Tim vicino alle scale. Mi fa un cenno con la testa che mi fa capire che è andata bene.
Infatti, non appena mi avvicino alla bacheca leggo:
Agente Damian Dobovan, idoneo al primo anno di pattuglia.
"Evvai". Ho l'improvvisa voglia di abbracciare quell'idiota, ma aspetterò di essere da solo con lui per ringraziarlo.
Adesso devo vedere Georgia.

𝐃𝐚𝐦𝐢𝐚𝐧 | 𝐒𝐞𝐛𝐚𝐬𝐭𝐢𝐚𝐧 𝐒𝐭𝐚𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora