Capelli scuri, occhi di ghiaccio e penetranti, corpo agile e muscoloso. Ieri sera ha indossato la camicia bianca e un cravattino azzurro che rimandava ai suoi occhi e non ci ho visto più. Fosse stato per me, non saremmo arrivati neanche alla pizzeria. Tuttavia, mi sono goduta la serata trovandola perfetta. Migliore di quanto immaginassi. Damian è passato a prendermi da perfetto gentiluomo, facendosi prestare l'auto del suo nuovo amico, nonché mio ex ragazzo. Per fortuna, non ci ho mai fatto nulla con Tim nella sua auto. Sarebbe stato alquanto imbarazzante. Dopo la pizza e diversi calici di vino, mi sentivo pronta a fare quel passo. Così, con la scusa del whisky l'ho invitato da me. Stamattina mi ritrovo a fissarlo mentre dorme. Il ciuffo ribelle sfiora il cuscino come una piuma leggera. Devo andare a lavoro ma non voglio svegliarlo. Mi avvicino lentamente alla porta finestra, osservando Sofia illuminata dai flebili raggi del sole nascosto dalle nuvole. "Che bellissima visione!" brontola Damian con la testa ancora sprofondata nel cuscino. Gli occhi chiusi in due fessure. "Scusa, ti ho svegliato". "No, lo ero già da un po' ma ho esitato ad aprire gli occhi perché sentivo che mi stavi fissando".
"Sul serio? Sono così prevedibile?".
"No, ma ho una specie di sesto senso" sogghigno, ritornando a letto. Si alza, restando appoggiato al materasso con i gomiti. Sporgendosi, mi stampa un lungo e appassionato bacio sulle labbra. "Per fortuna sei qui. Credevo fosse stato tutto un sogno" scuoto la testa. "Basta sogni. Adesso dedichiamoci alla realtà". Annuisce. Gli accarezzo il mento. "Sei sicuro di non voler tagliare questa barba?". Il suo sorriso si trasforma in una smorfia di disapprovazione. "Non so. Non mi hai mai visto senza barba. Sembro un diciottenne".
"Non dobbiamo tagliarla per forza tutta" lui se la ride. "Ho capito. Adesso che ci baciamo, pensi che punga. Prima ti era indifferente".
"Può darsi..." faccio una pausa, facendolo sorridere "..però, devi sapere che mi sei sempre piaciuto. Barba o no. Che tu punga o meno, ti bacerei lo stesso". Le sue sopracciglia folte si inarcano, mostrando uno sguardo compiaciuto. "Ah sì?" mi attira a sé, facendomi salire sul suo corpo nudo e atletico. "Che ne dici di un secondo round?" mi chiede, smanioso.
"Credevo che lo avessimo già fatto stanotte".
"No, quello valeva come primo round" mi bacia sotto al mento più volte. "Non penso sia il caso. Devo andare a lavoro tra poco e devo essere in forze" mi metto a sedere, infilandomi le mutandine. "dai, non andare...".
"Devo. Ho un lavoro che mi aspetta". Apro l'armadio, scegliendo che cosa indossare. Nel contempo sento i suoi occhi addosso. "Che ne dici di uscire?".
"Uscire?" lo guardo, basita. "Sì, andare via da questa città per un po'. Non volevi fare la psicologa? In quell'ufficio sei sprecata, credimi".
"Lo so, ma è difficile lasciare un lavoro quando non sai che cosa ti aspetta".
"Rischia!" ci rifletto su senza rispondergli. Vado a farmi una doccia mentre lui si fa un'altra mezzora. "Ti permetterò di tagliarmi la barba" la voce di Damian supera il rumore dell'acqua, facendomi trasalire. "Come dici?". "Sì, se non vai a lavoro stamattina, potrai tagliarmi la barba" apro l'anta della doccia, facendo sbucare solo la faccia. "Sul serio?". Lui è appoggiato al cardine della porta, le braccia conserte. "Beh non proprio tagliarla. Puoi sfoltirmela". "Così mi tenti, lo sai". Mi preparo a chiudere l'acqua, ma Damian avanza verso di me aprendo entrambe le ante della doccia. "Cosa fai?" la sua canottiera inizia a bagnarsi, infradiciandosi in pochi secondi. "Ma sei vestito". "Non sono né il primo e né l'ultimo a fare una doccia vestito". Mi afferra i fianchi, attirandomi a sé. "Allora? Che ne dici?" domanda a pochi millimetri dal mio viso. "Cosa devo fare con te?!". Allunga le mani verso il basso, prendendomi da dietro le ginocchia. Con un balzo, mi fa aggrappare ai suoi fianchi spingendomi verso le piastrelle. L'acqua scivola dolcemente su di noi.
[...]
Dopo essermi asciugata e aver chiamato in ufficio per un'improvvisa influenza, Damian si posiziona davanti allo specchio. "Bene, che lunghezza facciamo?" mi mostra la misura con le dita. "Così poco?". Non risponde, aggiustandosi l'asciugamano sul petto. "Iniziamo!" prendo il rasoio elettrico, incominciando a sfoltire sotto al mento. Mentre osservo il mio lavoro, lui mi stuzzica con le dita. "Dai, smettila. Potrei seriamente tagliarti se continui a toccarmi". "Scusa, è più forte di me". "Attacchiamo le mani ai braccioli?" Damian scuote la testa. "No, no, ho capito. Continua". Finisco di tagliargliela in un'oretta. Ci avrei messo di meno se lui non mi avesse distratto con i suoi occhi. Si guarda allo specchio. "Bene, sei assunta..." si gratta il mento "...anche se mi piace più lunga". "Accontentati". Va a farsi una doccia, questa volta da solo. Dopodiché si veste. "Ho seriamente bisogno di camicie e jeans nuovi". "Adesso sappiamo dove andare". Prima di fare la gita che lui ha proposto, ci dirigiamo al centro commerciale girando per negozi. Sono sbalordita nel constatare quanto può realmente spendere un uomo. Fino a quel momento, credevo che noi donne fossimo peggio. Lo osservo muoversi tra gli scaffali. "Che c'è?" chiede, catturando il mio sguardo perplesso. "Non avrei mai detto che tu fossi un tipo vanitoso".
"Vanitoso? no. Mi piacciono molto le camicie e le felpe" infatti ne acquista una dozzina per ognuno. Il commesso passa la carta e Damian digita il codice. Non appena ha le buste tra le mani, sorride come un bambino la mattina di Natale. "Adesso so dove portarti quando sei triste" lui scoppia in una risata. Torniamo al parcheggio, lasciando le buste nel portabagagli. Dopodiché, si mette alla guida. Tim è venuto a prendersi la sua auto stamattina. Era stranamente felice per noi, per me. "E' un bravo ragazzo. Siate felici" ha commentato, lasciando il vialetto con la sua Chevrolet. Per raggiungere il mare, ci facciamo più di tre ore di macchina. Certo, non possiamo farci il bagno in pieno inverno ma ne abbiamo davvero bisogno. Entrambi, ma soprattutto Damian, sentiamo la necessità di staccare. Gli ultimi due mesi sono stati folli, surreali. Ora comincia una nuova parte della nostra vita. Spero che lui non abbia più problemi e che stia con me il più a lungo possibile. Non mi innamoro facilmente, però Damian è arrivato come un fulmine a ciel sereno. Credo di amarlo.
P.S Capitolo troppo smielato, pardon. Ma ho bisogno di un vostro parere adesso. Preferite Seb CON o SENZA barba?
STAI LEGGENDO
𝐃𝐚𝐦𝐢𝐚𝐧 | 𝐒𝐞𝐛𝐚𝐬𝐭𝐢𝐚𝐧 𝐒𝐭𝐚𝐧
General FictionGeorgia Beck desidera diventare una psicologa. Trasferitasi a Sofia per lavoro, trascorre la maggior parte del suo tempo in ufficio, con l'obiettivo di veder realizzato il suo sogno. Una sera, sulla strada per tornare a casa, un uomo la aggredisce...