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Sebastian viene dimesso la mattina della vigilia, perciò lo considero come un miracolo. Ciò nonostante, quando rincasiamo, non percepisco l'aria natalizia. La temperatura è abbastanza calda e la neve esita a farsi vedere, quest'anno. Georgia tiene il seggiolino in una mano, portando il piccolo al piano di sopra. Adagia delicatamente Sebastian nella sua culla, che si era da poco addormentato durante il viaggio in auto. Infine spegne la luce, lasciandolo riposare. Quando torna da me, tira un grosso respiro di sollievo, portandosi le mani sui fianchi. "Non mi sono mai sentita così avvilita in vita mia". Mi raggiunge sul divano, quindi la attiro a me mettendole il braccio sulla spalla. "Sebastian starà bene. Adesso ha bisogno di noi più che mai".

***

La sera, Chris, Jennifer e Anastasia ci raggiungono a casa per cenare insieme. Georgia imposta musica natalizia a volume basso, accende l'albero e si infila un vestito rosso che mette in risalto le sue curve. Sì, adesso la percepisco l'aria di festa. 

Sebastian è steso nella sua culla, ai piedi dell'albero di natale

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Sebastian è steso nella sua culla, ai piedi dell'albero di natale. Mia sorella gli si avvicina spesso, commentando gli occhi azzurri che hanno in comune e le sue guance rosse e paffutelle. "Sono innamorata di questo bambino. Penso che lo rapirò" dichiara con ironia, facendo ridere Georgia. "No..." scuoto la testa, avvicinandomi a lei "...Sebastian è di nostra proprietà. Trovatene un altro". Anastasia sbuffa, buttandosi di peso sul divano con le braccia incrociate sul petto. Lo prendo in braccio, cullandolo un po' a destra e sinistra, dolcemente, canticchiando Last Christmas degli Wham!. Georgia mi segue a ruota, dando vita ad un duo corale davvero sdolcinato. Osservo Anastasia che si copre il viso per l'imbarazzo. Chris e Jennifer ridono, sorseggiando un goccio di sangria. "Siete adorabili" commenta la moglie del mio collega, intanto che mia sorella fa una smorfia. "Non posso farcela. Non sopporto queste canzoncine natalizie". 

Non appena Sebastian si addormenta, ci sediamo intorno al tavolo, cenando e chiacchierando

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Non appena Sebastian si addormenta, ci sediamo intorno al tavolo, cenando e chiacchierando. Solo in questi momenti, quando sono in compagnia degli amici e delle persone che amo, mi accorgo di aver trascorso degli anni sentendomi inutile e solo, poiché adesso mi sento felice, rincuorato e amato. C'è solo un pezzo mancante in questo puzzle, Tim. La sua assenza si sente, come se avesse lasciato una sedia vuota, un silenzio assordante che riecheggia in casa.

[...]

Non credo che avrei potuto superare questo periodo, se non fosse stato per Damian. Lui mi ha supportato, mi ha incoraggiato ad andare avanti, a sperare in una vita migliore per nostro figlio. Quando l'ho conosciuto, non avrei mai detto che lui sarebbe stato il più risoluto e forte tra i due. Ne abbiamo superate tante e, come se non bastasse, Sebastian è nato prematuro. L'altra sera, quando non smetteva di piangere e abbiamo dovuto portarlo in ospedale, ho temuto il peggio. Percepisco un pizzico dietro gli occhi quando sono ossessivamente preoccupata per qualcosa, o per qualcuno. Essere madre si sta dimostrando davvero difficoltoso e non ce l'avrei mai fatta a superare questi ultimi cinque mesi se non avessi avuto Damian. 

Oggi, è il primo natale che trascorriamo insieme come una vera famiglia

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Oggi, è il primo natale che trascorriamo insieme come una vera famiglia. Con noi ci sono anche sua sorella, il suo collega e la moglie. Nella giornata di domani, i miei genitori verranno finalmente a farci visita. Non hanno ancora conosciuto Damian, o il loro nipote. Li ho tenuti lontani da me per troppo tempo, ma adesso mi mancano. Trascorriamo la sera della vigilia ridendo e scherzando, dimenticandoci dei drammi. I nostri ospiti vanno via poco dopo la mezzanotte. Damian chiude la porta, intanto che io mi butto di peso sul divano. "Oh Dio, che giornata interminabile". "Già" commenta lui, porgendomi la mano. "Andiamo a letto. Domani sarà ulteriormente lunga". Sbuffo al solo pensiero, stringendo le mie dita in quelle di Damian. Mi attira a sé, baciandomi sulla fronte. Prendo Sebastian in braccio, salendo insieme al piano di sopra. Gli rimbocco le coperte, augurandogli la buonanotte. Damian fa lo stesso e dopo raggiungiamo la camera da letto. Svogliatamente mi sfilo le scarpe e le calze. Per il vestito chiedo aiuto al mio ragazzo, che accetta volentieri di abbassarmi la lampo. Mentre lo fa, mi lascia piccoli baci dietro la nuca e lungo la spina dorsale. Inarco la schiena, percependo dei formicolii al suo solo tocco. Mi volto, baciandolo con trasporto. Damian ricambia prontamente, sfilandomi il vestito. 

Mi afferra per i fianchi, facendomi fare un balzo sul materasso. Lui è sopra di me, le sue dita nei miei capelli e il suo petto a stretto contatto con il mio. "Ti amo, lo sai vero?". "Certo che lo so..." lo libero della camicia e della canottiera, passando le dita sui suoi pettorali "...ti amo anche io, Damian". I suoi occhi indugiano nei miei. Gli angoli della sua bocca si inarcano verso l'alto, mostrando un sorriso compiaciuto e meraviglioso. "Forse non è il momento per dirtelo ma...". Un raggio della luna lascia una scia di luce sul materasso e così illumina anche noi, intanto che Damian mi mostra gli occhi lucidi, le labbra smaniose. "Ti amo davvero e vorrei che fossimo una vera famiglia". Gli prendo il viso tra le mani, facendo un cenno con la testa. "Anche io lo vorrei". "Vorresti diventare mia moglie, Georgia Beck?". Sorpresa, mi metto a sedere, poggiando i gomiti sulle lenzuola. "Mi hai colto alla sprovvista, però..." temporeggio, tenendolo sulle spine. "Però?". "Però accetto. Ovvio che accetto, rubacuori". Si sporge su di me, posando un passionale bacio sulle mie labbra e sollevandomi le natiche dalle lenzuola con un fugace movimento. 

"Ti amo" ripeto, sentendo divampare i miei sentimenti per lui come un incendio indomabile

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"Ti amo" ripeto, sentendo divampare i miei sentimenti per lui come un incendio indomabile. Più tempo trascorre, più mi sento legata a lui come con un filo. Secondo una leggenda popolare di origine cinese, ogni persona porta, fin dalla nascita, un invisibile filo rosso legato al mignolo della mano sinistra che lo lega alla propria anima gemella. Fino ad oggi non avevo mai creduto in quelle cose, ma sento di aver trovato finalmente la mia anima gemella.

𝐃𝐚𝐦𝐢𝐚𝐧 | 𝐒𝐞𝐛𝐚𝐬𝐭𝐢𝐚𝐧 𝐒𝐭𝐚𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora