La luce filtra dalle veneziane, facendomi svegliare. Sono nel mio letto, incapace di muovermi e di pensare. Mi stiracchio, allungando le braccia sopra la testa. Voltandomi, trovo Tim steso accanto a me evidentemente nudo e addormentato da un bel po'. Mi guardo intorno, non ricordando quasi nulla di quello che è successo tra di noi. Mi alzo, andando nel soggiorno. Sono contenta di non trovare Damian sul divano. Non deve sapere che sono stata con il poliziotto che indaga sul suo caso. Guardando l'orologio, noto che è da poco passata l'alba. Preparo del caffè, portandolo anche a Damian. Mi meraviglio nel trovarlo sveglio, appoggiato ad una vecchia libreria con un romanzo tra le mani. Alza in fretta gli occhi, scrutandomi. "Sei già sveglio".
"Non ho dormito". Mi schiarisco la gola, poi gli offro il caffè. Lo prende senza dire nulla. Sembra arrabbiato per qualcosa, ma non ho la forza di domandarglielo. Mi preparo a tornare di sopra, quando lui brontola qualcosa. "È ancora qui, vero?" domanda, chiudendo il libro per riporlo sul pavimento.
"Chi?".
"Il poliziotto. C'è ancora la sua auto fuori".
"E tu come fai...?".
"Allora? È ancora di sopra?" urla, spaventandomi. Annuisco, incapace di mentire. Lui prende il suo sacco a pelo, mettendoselo in spalla. Poi si avvicina alla porta.
"Dove vai?".
"Hai intenzione di ottenere informazioni scopando?".
Strabuzzo gli occhi, sconcertata dalle sue parole.
"Come ti permetti. Mi stai dando della puttana?" fa spallucce.
"Non lo so. Rispondi alla mia domanda. Se è quello che stai facendo, non ci sto più...".
"Non devo darti alcuna spiegazione, però ci tengo a dirti che ho ottenuto informazioni da lui molto prima che finissimo a letto". Damian fa di sì con la testa, grattandosi il mento.
"Bene, quindi il sesso era solo per concludere l'accordo". Gli vado incontro, tirandogli una sberla in piena faccia.
"Sei un bastardo". Soffoca una risata, andando via. Non lo fermo. Sono troppo arrabbiata con lui per andargli incontro. Torno di sopra, cercando di dimenticare l'accaduto. Verso del caffè nella tazza e lo porto a Tim, svegliandolo. Lui posa delicatamente le sue labbra sulle mie, augurandomi un buongiorno.
Facciamo colazione insieme e, verso le otto, mi accompagna in ufficio andando anch'egli a lavorare. Con gli occhi sulle pile di documenti sulla mia scrivania, non posso far altro che pensare alle parole di Damian. Lo odio per avermi dato della sgualdrina e allo stesso tempo mi domando che cosa l'ha spinto a comportarsi così. È cambiato dal giorno alla notte.
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𝐃𝐚𝐦𝐢𝐚𝐧 | 𝐒𝐞𝐛𝐚𝐬𝐭𝐢𝐚𝐧 𝐒𝐭𝐚𝐧
General FictionGeorgia Beck desidera diventare una psicologa. Trasferitasi a Sofia per lavoro, trascorre la maggior parte del suo tempo in ufficio, con l'obiettivo di veder realizzato il suo sogno. Una sera, sulla strada per tornare a casa, un uomo la aggredisce...