33.

622 42 6
                                    

Anastasia e Tim siedono al bancone del bar ed io li vedo chiacchierare dal tavolo. Lei mi ha lasciato solo con le sue amiche.
Una di loro mi posa la mano sul braccio, dicendo: "Allora sei tu il famoso Damian, i racconti di Anya non ti hanno reso giustizia" fingo un sorriso mentre mi domando cosa potrebbe succedere tra mia sorella e il mio nuovo amico. Sarei felice se nascesse qualcosa? Forse.
Lui sembra un tipo a posto. È anche divertente, autoironico, cosa che apprezzo.
Mi libero dell'amica di Anastasia, prendendo il cellulare per controllare le visualizzazioni alle foto.
Scorrendo i nomi, trovo lei.
Sorrido come un idiota, ma mi faccio subito serio ricordando quello che le ho fatto. Non la vedrò mai più.

Dopo aver letto e riletto il libro di psicologia per quattro ore, mi appisolo sul materasso. Le braccia di Emilian mi avvolgono. Si addormenta nell'incastro del mio collo. Sono contenta che almeno lui riesca a dormire. Io mi ritrovo alle quattro del mattino a fissare la finestra, la luna che lascia spazio al sole.
Le braccia di Emilian mi lasciano andare mentre si volta dall'altro lato, dandomi le spalle.
In quel momento, prendo il cellulare e per perdere un po' di tempo faccio un giro su Instagram. Dopo vari selfie e foto di paesaggi, trovo lui.
Con quei suoi occhi luminosi e tristi. Sullo sfondo, un giocoso Tim che mi fa sorridere. Metto mi piace e chiudo il telefono, come se avessi fatto qualcosa di inappropriato.
Prima di provare ad addormentarmi, mi porto le mani sul viso, soffocando le lacrime.
Devo riposare. Domani c'è un esame di due ore che mi aspetta.

Io e Anastasia rincasiamo all'alba. Lei crolla sul divano non riuscendo ad arrivare in camera da letto. La prendo in braccio, posandola sul suo materasso.
Io non ho sonno. Troppi pensieri e ricordi annebbiano la mia mente. Così resto seduto sulla poltrona in soggiorno, osservando il sorgere del sole dalla portafinestra.

Una particolare reminiscenza mi riporta ad una notte di gennaio dell'anno scorso. Il nostro primo, vero appuntamento. Dopo di quello, siamo finiti a casa sua, innamorati ed impazienti di stare insieme.
È stata la mia ragazza per meno di un mese, però il tutto è stato così intenso che mi ha fatto dimenticare tutte le donne venute prima di lei. Quello che abbiamo vissuto insieme è stato reale, difficile da cancellare.
Detto ciò, non posso credere che mi abbia dimenticato così in fretta, per giunta con il primo che passa.
Mi dico che devo riconquistarla, a qualunque costo.
Al sorgere del sole, infilo felpa e tuta per andare a correre al parco. Devo riprendere le vecchie abitudini, rimettermi in forma.
Il freddo gelido di Sofia mi sfiora il viso, scompigliandomi i capelli.
Quando rincaso, l'odore di caffè mi pervade, riempiendomi le narici.
Anastasia è in cucina, con la sua tazza di cappuccino tra le mani. Inzuppa il biscotto nella schiuma mentre i suoi occhi si posano su di me.
"Sei uscito con questo tempo?".
"Sai che amo correre con queste temperature".
"Tu sei folle" dichiara, indicandomi la caffettiera. Mi verso il caffè, sedendomi alla penisola.
"Stavo pensando..." inizio a dire. Anastasia alza gli occhi al cielo, esasperata. "...bene, sentivo qualcosa nell'aria. Cosa stavi pensando?".
"Abbiamo una casa nuova, no?" lei annuisce, guardandosi intorno.
"Okay, dobbiamo inaugurarla. È fondamentale".
"Hai ragione. Ma cosa dovremmo fare?".
"Dobbiamo dare una festa!" la smorfia di disappunto di mia sorella, si trasforma in un sorriso.
"Credo che tu non abbia mai avuto idea migliore di questa. Quando avevi intenzione di darla?".
"Stasera".
"Stasera?" lei sgrana gli occhi. "Ma abbiamo troppo poco tempo. Dobbiamo organizzare tutto, mandare inviti...".
"Ci penso io" Anastasia si alza, prendendo la sua tazza e la mia per metterle nel lavabo. Dopodiché va verso il bagno.
"Non voglio partecipare ai tuoi intrighi. Me ne resterò in disparte".
Non appena resto solo, scrivo un veloce messaggio per poi inviarlo a tutti i contatti.
Pensandoci bene, non ne ho molti qui a Sofia. Quindi chiedo a Tim di invitare gente.
Io penso al messaggio da mandare a Georgia. Deve essere speciale, per nulla banale, che le faccia venir voglia di esserci. Spero senza il suo fidanzato.

NON ho secondi fini o quant'altro. Volevo avvisarti che io e mia sorella diamo una festa nel nostro nuovo appartamento stasera. Ti andrebbe di venire? Ci sarà anche Tim. Per nulla imbarazzante, te lo prometto.
Spero di vederti.
Un bacio, Damian.
P.S. Ti lascio l'indirizzo in sottoscrizione.

Bene, credo possa andare. Vado nel bagno in camera mia, buttandomi sotto la doccia. Quando ne esco, trovo una risposta da parte di Georgia.

Ci sarò.

Messaggio molto breve, ma penso di dovermi accontentare. Per il resto della giornata, sono in fibrillazione. Preparo festoni e buffet, mentre Anastasia è via per fare shopping.
Quando torna, sono già le sette e mezza. Stringe tra le mani almeno una trentina di buste, sorridendo come una bambina. "Ma quant'è bello avere uno stipendio" dichiara, andando in camera sua. Soffoco una risata. Manca poco all'arrivo degli ospiti.
Ho chiesto a Tim di venire un po' prima per aiutarmi, per rendermi meno ansioso.
È da noi per le otto e un quarto. Ha con sé due casse e un proiettore.
"Karaoke!" sussulta sul ciglio della porta. "Io non canto" commento, facendolo entrare.

"Mi hai chiesto dell'intrattenimento e te l'ho portato" sbuffo

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

"Mi hai chiesto dell'intrattenimento e te l'ho portato" sbuffo.
"Ho provveduto anche io" urla Anya dalla sua stanza. "Ho un amico dj".
"Grande!" commenta Tim sistemando le casse nell'angolo della stanza.
"Hai avvisato i nostri vicini di mettersi le cuffie stanotte o dobbiamo usare pannelli fonoisolanti?" Anastasia ci raggiunge in soggiorno, indossando un vestito verde succinto.
"No, non ci sarà nessuno nel condominio stasera e.... Come caspita ti sei vestita?".
"L'ho pagato duecento leva e non ho intenzione di sprecarlo".
"Credo che tu debba andare a cambiarti. Non hai un pantalone a zampa, un maglione?" Tim si fa una grossa risata mentre Anastasia alza gli occhi al cielo.
"Falla vestire come le pare. Ha ventisei anni" commenta lui, mettendosi in mezzo.
"Ok, d'accordo ma non ho intenzione di difenderti da altri uomini pericolosi in futuro".
"Speriamo" dicono Tim e Anastasia all'unisono.

L'appartamento inizia a riempirsi intorno alle dieci meno un quarto. È sabato, perciò domani non si lavora e possiamo fare tardi. Musica dance anni novanta circonda la stanza, luci soffuse, gente sparpagliata in giro. Tim e mia sorella mi presentano un po' di persone. Ho le mani sudate, sono in ansia.
Georgia non è ancora arrivata. Temo che non venga più mentre chiacchiero con delle colleghe di Anastasia.
Mi volto di sovente verso la porta d'ingresso rimasta aperta per accogliere gli ospiti. D'un tratto scorgo una figura vestita di rosso, capelli dorati e viso angelico. Si guarda intorno, finché i suoi occhi non incontrano i miei. Rimango folgorato, prima di apprestarmi ad andare da lei.

"Ehi" le dico, vedendola in imbarazzo. "Sei venuta".
"Si, scusa il ritardo".
"Non importa. Sei da sola?" annuisce, intanto la guardo dalla testa ai piedi. Stupido io che ho lasciato andare questa visione.
"Emilian aveva da fare". Meglio così, penso intanto che la presento agli altri.
Anastasia le butta le braccia al collo e le osservo chiacchierare come due amiche di lunga data.

𝐃𝐚𝐦𝐢𝐚𝐧 | 𝐒𝐞𝐛𝐚𝐬𝐭𝐢𝐚𝐧 𝐒𝐭𝐚𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora