Benedetta sbatte la porta
B: ma sei scema? Cosa ti sei pensata?
N:mi piaceva e l'ho presa senza pensare.
B: la devi piantare di fare ste cretinate, dammela che vedo come fare.
Le sento tornare fuori ed esco poco dopo anche io. Lentamente torno verso il tavolo passando davanti al banco dove ci sono Federico e gli altri. Carlo sta parlando con Matteo, Benedetta e Noemi sono con dei ragazzi, cosa faccio? Prendo il telefono e mando un messaggio ad Azzurra
C: "puoi passare tra poco a prendermi?"
A:" ma non può portarti Carlo? Sono distante, pensavo di arrivare per l'una"
C:" si tranquilla faccio con lui, non serve che vieni a sto punto"
A:" ok"
Mi guardo attorno ed inizio ad innervosirmi. Carlo sembra divertirsi, mi fa piacere e non voglio disturbarlo. Di certo non vado da Benedetta e Noemi e gli altri mi stanno ignorando e sono tutti tra di loro, cosa sto facendo qua dentro? Voglio andarmene? Vado da Carlo
C: Carlo, non sto tanto bene e ho chiamato Azzurra, mi passa a prendere tra poco.
Car: ma ti porto io a casa.
C: no ti stai divertendo, lascia stare. Matteo è stato un piacere conoscerti.
Mi sorride
Car: ti stai rompendo ed io da stronzo ti ho lasciata sola.
C: no Carlo, non è quello tranquillo. Non sto tanto bene sul serio. Forse il bagno di ieri sera non era da fare.
Ride
Car: ti accompagno fuori.
C: non mi perdo, resta con Matteo ho Azzurra fuori. Ci vediamo lunedì. Ciao.
Prendo il giubbino e vado verso le ragazze e le saluto
C: scusate vado a casa che non sto bene.
Si girano quasi scocciate.
B:ok, martedì studiamo assieme per la verifica di fisica? O hai Carlo?
C: al limite studiamo tutti tre assieme. Ne parliamo lunedì. Ciao
Saluto e vado verso l'entrata. Quando sono fuori respiro l'aria fresca. Sono quasi le undici e mezza. Grande risultato: ho resistito più di un'ora in disco, ho proprio un pessimo carattere. Mi incammino verso il centro, ci sarà una cazzo di fermata del bus prima o dopo?! Incrocio compagnie varie, coppie che si baciano, amici che scherzano ed io mi sento man mano che cammino sempre più sola. Cerco in internet se ci sono bus a quest'ora, dovrei averne uno tra mezz'ora se arrivo alla fermata.
Aumento il passo e trovo la fermata, per fortuna gira ancora un po' di gente. I miei mi uccidono se sanno che sono sola. Arrivo alla fermata e mi metto un po' nascosta per non farmi vedere. Dopo cinque minuti arrivano tre ragazzi e si fermano non tanto distanti, mi rendo conto che stanno spacciando e mi innervosisco un po'. Si girano a guardarmi ed io li ignoro
X: hei tu, sei sola?
Non gli rispondo e si avvicinano.
C: sta arrivando il mio ragazzo, non mi serve nulla.
X: secondo me non è vero. Vuoi compagnia?
Cazzo, cosa faccio?
C:no.
X: secondo me si.
F: non credo proprio, Camilla andiamo!
Federico sbuca tutto ad un tratto da non so dove, dietro ci sono Massimo e Gianni. I tre ci guardano e se ne vanno
C: grazie..
Lo sguardo di Federico è quasi da incazzato
F: ma dove cazzo vai da sola?
C: cosa ci fate qua?
F: ti rendi conto che sei in uno dei quartieri di spaccio maggiori della città, di notte e da sola??
Mi guardo attorno e faccio segno di no con la testa.
M: complimenti sei proprio un genio! Ma quel coglione di Carlo ti ha lasciato uscire da sola?
C: gli ho detto che c'era mia sorella fuori, lui voleva portarmi a casa. Ora dovrebbe passare il bus e vado a casa.
F: e poi te la fai a piedi al buio fino a casa tua dalla fermata?
C: sono cinque minuti fatti di corsa.
F: ti porto a casa io.
C: mi arrangio. Andate dove stavate andando.
M: ci siamo già arrivati
C: cercavate gli spacciatori?
Federico fa mezzo sorriso e Gianni ride, Massimo mi spinge
M: scema cercavamo te! Ringrazia Federico che ti ha visto uscire e ti ha seguito con il dubbio.
C: per te potevo arrangiarmi presumo
Mi guarda male
M: non sono così stronzo. Andiamo che ho poca pazienza stasera.
Gianni mi sorride, è l'unico che forse non mi odia e si avvicina tirandomi una spallata leggera
G: dai vieni.
Li seguo in silenzio e torniamo indietro. Si fermano vicino ad una punto nera. Federico la apre
F: ragazzi, la porto e ritorno.
M: ok a dopo.
Se ne va senza salutarmi.
G: ciao Camilla
C: ciao e grazie, ringrazia anche l'altro anche se non mi ha salutato.
C: riferisco.
Raggiunge Massimo e Federico sale facendomi segno di entrare.
Salgo e parte. Facciamo tutta la strada in silenzio
Quando arriva si ferma e mi guarda.
C: Grazie
F: non fare più una cazzata del genere.
C: non pensavo fosse pericoloso, non conosco bene la città e non volevo disturbare Carlo, aveva trovato da parlare e mi dispiaceva.
F: ho visto con chi è fermo, lo conosco è un ragazzo simpatico in effetti.
C: ok vado, grazie ancora.
Scende anche lui e fa il giro della macchina e si appoggia al cofano
F: entra! Non vado via finché non ti vedo entrare e salire le scale, che non pensi di infilarti nuovamente in piscina.
C: la smetti di usare quel tono irritante con me?
F: perché sei venuta a casa?
C: non sto bene!
F:non mi pare.
C:ok, non stavo bene là in mezzo. Vai che avrai i tuoi amici e la tua ragazza che ti aspettano.
F: non è la mia ragazza.
C: ti ha baciato
F: anche tu e Carlo a quanto pare, ma non siete assieme
Lo guardo allibita
C: corrono veloci le chiacchiere. Come fai a sapere che non siamo assieme?
F: lo siete?
Dio quanto mi urta sto ragazzo!
C: NO! Ma cosa te ne frega?
F: tanto quanto a te della bionda.
No a me interessa decisamente di più e mi ha infastidito molto e questo mi fa saltare i nervi, PERCHÉ NON HA SENSO,ma non sto certo a dargli la soddisfazione di dirglielo.
C: va bhe, comunque continui ad usare un tono che non mi piace.
F: invece tu sei dolcissima guarda. Comunque dovresti sceglierti meglio le amiche con cui uscire e forse ti diverti di più. Non parlo di Carlo.
Resto in silenzio guardandolo e poi mi sale la rabbia.
C: SCEGLIERE? Secondo te ho avuto la possibilità di scegliere? Benedetta e Noemi sono le uniche che mi hanno parlato un po' di più, il resto o non mi bada o mi ferma per strada cercando di bullizzarmi e giudicarmi senza conoscermi! Ciao Federico, grazie comunque per avermi seguito, salvato da dei spacciatori maniaci e dato un passaggio, non so perché tu l'abbia fatto, ma sono in debito.
Dal nervoso mi cade la borsa e tutto quello che ho dentro, mi abbasso a raccogliere tutto velocemente e mi alzo trovandomi a pochi centimetri Federico con un rossetto in mano e lo sguardo dentro la mia scollatura. Toglie lo sguardo subito e mi porge il rossetto.
Lo prendo e lui non molla la presa e anzi prende le mie dita e si avvicina pericolosamente al mio viso.
C: lo vuoi?
F: non è una tonalità che mi dona, preferisco i toni sul rosa su di me.
Gli guardo le labbra e prendo il rossetto dalle sue dita e lo apro, gli passo il rossetto sulle labbra e lui resta fermo guardandomi mentre lo faccio. Con il pollice gli tolgo il rossetto dove ho sbavato e poi lo guardo.
C: ti sta bene anche questa tonalità di nude. Te lo regalo.
Lo riprende e si strofina le labbra serio.
C: se fai così ti sbavi tutto
Apre il rossetto e lo mette a me, il mio cuore sta iniziando ad accelerare.
Siamo talmente vicini che ho paura che senta il battito del mio cuore.
F: lo preferisco su di te, però me lo tengo, magari usandolo mi piace.
ORA VA DENTRO E VAI A LETTO!
Roteo gli occhi e sbuffando mi allontano
C: che palle! Tanto non riesco a dormire! Sono troppo nervosa, vaiiiii
F: quindi cosa pensi di fare?
C: ma ti ha pagato mio padre per corrermi dietro? Vuoi farti i cazzi tuoi e andare a divertirti?
F: dove pensi di andare?
C: ma cosa ti cambia?
F: ti ho portata fin qua e voglio avere la coscienza apposto sapendo che entri.
C: ma che cazzo! Rompi i coglioni e non rispondi alle mie domande! NON TI SOPPORTO! CIAO VADO
Mi incammino verso casa, entro e vado verso le scale. Dalla vetrata lo vedo fermo in giardino, lo so che si vede. È seduto sul cofano e lo vedo accendersi una sigaretta, mi viene da ridere ora. Mi nascondo dietro un angolo aspettando che vada via. Non si muove e sento vibrare il telefono in mano, un messaggio da un numero sconosciuto
X: " tanto lo so che sei nascosta aspettando che me ne vada"
C:" come fai ad avere il mio numero?"
F:" ho poteri speciali e tu sei la mia vittima di oggi"
C:" giuro che torno giù e ti picchio"
F:" so che lo faresti, ma te lo sconsiglio, perché appena ti vedo scendere, suono il campanello e sveglio i tuoi spiegandogli cosa hai fatto"
C:" sei più stronzo di quello che pensavo!"
Esco dall'angolo e lo guardo: sta ridendo sto stronzo.
C:" posso andare a bere in cucina o mi fai morire di sete?"
F:"si vai"
Scendo le scale e lo vedo salire in macchina mettere in moto e poi velocemente scende.
Suona il campanello e risale partendo.
Sento mia mamma uscire dalla camera
M: Silvano hanno suonato il campanello!
C: mamma sono io, Carlo si è appoggiato per sbaglio al campanello scusa.
M: ah ok.
Non so se ridere o incazzarmi, bastardissimo!!!
Gli scrivo
C:" CHE BASTARDATA"
Mi risponde
F:" così sono sicuro che non scappi 😈 buona notte"
C:" Ti odio"
F:"comunque complimenti per il look di stasera"
C:" grazie è opera di Carlo"
F:" ha un dono che dovrebbe sfruttare, diglielo, è sempre in tempo a farlo, ho l'impressione che tu possa convincerlo. Fatti mostrare un lavoro che ha fatto in terza media con le prof di educazione artistica e tecnica e capisci cosa intendo"
C:" mi ha detto che andavate a scuola assieme e poi ognuno di voi ha preso la sua strada"
F:" ti ha detto solo questo?"
C:" si, fa fatica a parlare di voi, Perché?"
F:" opinioni diverse e ci siamo un po' persi, è un bravo ragazzo"
C:" anche lui mi ha detto che sei un bravo ragazzo quando gli ho detto che sei uno stronzo"
F:" 😂😂😂 buona notte"
C: "buona notte un cazzo, hai svegliato i miei e non posso infilarmi in piscina!"
F:" lo so😈"
Giuro che lo picchio alla prima occasione! Perché sorrido allora? Perché si è preoccupato per me e anche se l'ha fatto solo per senso del dovere, mi fa piacere. Mi viene in mente prima fuori, pensavo mi mandasse a fanculo quando gli ho messo il rossetto, invece mi ha spiazzato ed è stato al gioco, avrei voluto leccarlo via io quel rossetto dalle sue labbra. Cristo santo quanto mi confonde quello stronzo. Vado a letto e guardo il soffitto per due ore finché sento arrivare Azzurra ed entra poco dopo a vedere se ci sono.
A: divertita?
C: insomma, faccio fatica, tu?
Parte a raccontarmi dove è stata
A: vuoi venire con me la prossima volta?
C: grazie ma farei comunque fatica. Non riesco a dormire, vieni con me in piscina?
A: fa freddo, non è chiusa ancora.
C: buona notte allora.
Se ne va ed io scendo piano in cucina e guardo dalla vetrata la piscina. Quando sarà chiusa posso entrarci, direttamente dalla sala, stanno facendo un bel lavoro. Torno a dormire e mi addormento verso le 4. Alle otto sono in piedi!
Mi alzo nevrotica e giro per casa come un animale in gabbia. Ci sediamo per pranzo e papà mi osserva per un po'
P: svegliata male?
C: dormito poco e male e mi sto innervosendo.
P: forse è meglio che vai un po' in palestra cosa dici? È aperta oggi?
C: si, forse potrebbe servirmi, cosa fate oggi?
P: io e mamma dovremmo andare a casa di Marco in teoria, ma devo sentirlo. Approposito, ho dato il tuo numero e quello di Azzurra a Federico se per caso dovesse venire un pomeriggio e noi siamo via, così vi avverte.
Ecco come l'ha avuto il mio numero!!
C: Azzurra cosa fai?
A: vado a studiare da Federica per l'esame.
Finiamo di pranzare, faccio fatica a mangiare e vado in camera, chiamo Carlo
Car: ciao tutto bene? Come stai?
C: meglio , tu divertito ieri sera?
Car: si mi ha fatto piacere fermarmi con Matteo, è fantastico e coraggioso. Cosa avevi ieri sera?
C: probabilmente stanchezza, cosa fai oggi?
Car: ho promesso a mia mamma di aiutarla in negozio, vieni a trovarci?
C: si così facciamo conti.
Car:noi alle tre siamo là, a dopo.
Metto giù e provo anche l'altro completo, mi piacciono e decido di tenerli entrambi. Tengo su i jeans e metto una maglia e il giubbotto. Scendo e prendo anche il cambio per la palestra. Saluto e vado in centro. Entro in negozio e vedo Carlo alle prese con un manichino, lo sta vestendo. Lo osservo: è tutto intento a fare abbinamenti e alla fine sistema anche i capelli del manichino. Si gira e si accorge di me
Car: ciao vieni, cosa ne dici?
C: è perfetto anche nei piccoli dettagli. Anche la collana, cintura, scarpe, anche i capelli. Hai buon gusto e si vede che ti piace.
Arriva sua mamma
C: lo ha sempre fatto fin da piccolo. Veniva in negozio con me e mi vestiva i manichini alla perfezione. Ma anche con l'arredamento di casa. Mi sposta le cose, i mobili e ogni tanto fa colorare camera sua e aggiunge o toglie pezzi.
C: perché non fai una scuola di design di moda o interni?
L: NO, è meglio una laurea più seria. Poi sta facendo liceo scientifico e non ha senso.
C: perché non hai fatto l'artistico?
Carlo mi guarda e non risponde
L: i professori delle medie lo avevano suggerito, ma abbiamo preferito lo scientifico.
Tra me e me mi domando se si sono chiesti se è normale farsi bocciare due volte e prendere voti bassi anche quest'anno. Mi viene in mente il discorso di Federico.
C: Io ho fatto il tecnico chimico per tre anni, ora sono con lui e sinceramente non mi piace e non è facile.
L: ma non l'hai deciso tu?
C: no.
L: sicuramente i tuoi genitori hanno fatto la scelta migliore credimi.
Annuisco e non insisto visto lo sguardo di Carlo. Si allontana.
C: scommetto che tu avresti fatto l'artistico e poi moda e design.
Alza le spalle e finisce di sistemare il manichino. Mi avvicino ed ha gli occhi lucidi. Mi dispiace vederlo così.
C: per quanto ne hai?
Car: un'ora scarsa.
C: vieni con me in palestra?
Car: si anche prima.
Si gira con uno sguardo strano e va da sua mamma
Car: mamma vado via con Camilla, studio e poi in palestra.
L: e il negozio?
Car: se vuoi che venga promosso forse è meglio che vada con Camilla
L: la palestra cosa c'entra?
Car: mi serve per stare meglio.
L: ok ci vediamo dopo. Ciao Camilla.
C: Carlo facciamo conti prima.
Car: è apposto andiamo
Esce e lo seguo
C: Carlo non è che tua mamma mi maledica? Cosa vuol dire apposto con i conti?
Car: ho pagato io. Posso farti un regalo?
C: ma sei scemo? Tutta quella roba? Dimmi quanto è?
Car: dopo.
Mi fa segno di salire in macchina e lo faccio
C: dove stiamo andando?
Car: a casa mia a prendere la borsa per la palestra
Dopo dieci minuti arriviamo e salgo in un attico in centro da restare senza parole. C'è suo papà e mi presento, è un uomo molto serio e un po' freddo visto così.
Car: vieni che ti mostro casa.
Mi fa fare il giro e resto definitivamente senza parole quando vedo camera sua. È particolare, sembra una camera da esposizione
C: ma ci vivi qua dentro?
Ride e mi apre un'altra camera molto più semplice e con libri e vestiti buttati ovunque.
Car: qua ci sto di più, quella di prima è il mio gioco, ma un giorno sistemo anche questa.
C: perché non hai insistito per fare la scuola che volevi? Sei sempre in tempo per l'università però. Perché i professori delle medie ti avevano detto di fare l'artistico?
Apre l'armadio e tira fuori un plastico di una casa in miniatura perfettamente arredata in modo dettagliato ed un album che apro. Ci sono disegni di mobili e pezzi di arredamento vari, sembrano foto
C: ma l'hai fatto tu?
Car: si, Federico mi ha aiutato per questo.
Attacca una spina e la casa si illumina e spingendo un bottone ci sono alcune porte che si aprono e la macchina che era ferma nel giardino si muove non so come. Resto estasiata a guardare i dettagli e capisco cosa intendeva Federico.
C: ma sei un genio.
Car: Federico è stato fantastico, ha fatto tutto l'impianto e la parte meccanica, i professori sono rimasti allibiti ed è stato poi uno dei motivi di lite con Federico.
Mi siedo e lo guardo senza dire nulla
Sfiora la casa
Car: Federico quando ha saputo che mi avevano iscritto allo scientifico, ha provato in tutti i sistemi a convincermi a cambiare scuola, ma io per non andare contro ai miei, ci ho rinunciato e abbiamo avuto una lite assurda a fine anno e non ci siamo più parlati.
C: solo per la scuola? Non ti credo.
Sospira
Car: no, ha cercato anche di convincermi ad essere me stesso a smetterla di nascondermi, aveva capito che ero gay.
C: da cosa?
Car: mi osservava semplicemente, Federico è un ragazzo attento ed osservatore e anche molto sensibile.
C: non sembrerebbe.
Car: ti sbagli credimi. Gli ho urlato dietro che non capiva cosa voleva dire avere un padre e una madre come i miei e che non doveva più permettersi di intromettersi nella mia vita. Lui l'ha fatto ed io per orgoglio non l'ho più cercato ed ho perso l'amico migliore che potevo avere.
Ha gli occhi lucidi e lo abbraccio. Inizia piangere e lo lascio sfogare.
Si calma
C: dai prendi la borsa e andiamo.
La prende ed usciamo, suo papà ci sorride e saluta. Quando siamo in macchina torniamo a parlare
C: comunque hai un anno abbondante per spiegargli che farai l'università che vuoi.
Car: potrebbero rifiutarsi di pagarmela.
C: e tu pagatela da solo, non hai detto che hai un conto tuo?
Car: possono bloccarlo è intestato anche a loro.
C: e tu da oggi, quello che spendi per cazzate lo prelevi e te lo metti in un altro conto e ti trovi un lavoro nel frattempo.
Car: quali cazzate?
C: te lo spiego con calma.
Car: effettivamente non è poi una brutta idea
C: si nel frattempo però studia scemo e non farti bocciare ancora. Comunque ti devo dire una cosa su ieri sera.
Gli racconto di come sono andata a casa e cosa ha fatto Federico, nel frattempo siamo arrivati in palestra e scendiamo dalla macchina. Mi guarda male
Car: ma perché l'hai fatto? Tu sei fuori. Dovevi dirmelo, non ti pensare mai più di fare una cazzata simile. Per fortuna Federico si è reso conto.
Inizia a ridere quando gli dico la storia del campanello e i messaggi dopo
Car: ha fatto bene.
Entriamo, siamo pochissimi e mentre lui fa il giro degli attrezzi, io carica come una molla, sfogo la mia stanchezza e rabbia su un sacco riempiendolo di calci e pugni allo sfinimento. Per fortuna non ho perso tanto fiato e massa muscolare, sarà che tra la piscina e la corsa qualcosa in questi mesi ho fatto. Ad un certo punto mi giro ed ho Carlo e un pochi di ragazzi che mi osservano, compreso un istruttore, Daniel, che si avvicina
D: ma tu hai fatto kickboxing?
C: si
D: vieni con me
Lo seguo assieme agli altri in una sala e prende gli scudi mettendosi davanti a me.
D: fammi vedere un po' come te la cavi .
Mi dice cosa vuole ed inizio. Dopo dieci minuti fa un salto indietro ridendo
D: hei calma. Hai forza ragazzina. Peccato che non riesco a fare il corso qua dentro porca miseria, scommetto che ti iscriveresti.
C: si, l'ho fatto per due anni e ho fatto anche gare
Carlo si avvicina
Car: sei una bestia, sembri cattiva quando colpisci.
C: prova anche tu dai.
Car: ma dai
Daniel gli passa ridendo i guanti e gli mette un ragazzo davanti
D: dai proviamo tanto oggi siamo solo noi, divertiamoci un po'.
Invitata da Daniel continuo ad allenarmi con lui, mi sto divertendo un sacco. Carlo ci prova ma si ferma senza forze e si siede a terra sconsolato.
Car: sono uno schifo cazzo.
L'altro ragazzo si abbassa e gli sorride
X: guarda che per essere la prima volta non sei male, credimi, si vede che hai rabbia dentro da sfogare.
Si guardano negli occhi e gli porge la mano
X:dai ci riesci
Carlo la prende e si alza poco convinto
X: pensa ad una persona o cosa che ti fa star male e riparti.
Mi fermo a guardarlo, si concentra e riparte con una rabbia e una grinta che mi fa sorridere. Ad un certo punto, tira un pugno con cattiveria e si ferma, guarda prima il ragazzo e fa un passo avanti come per abbracciarlo ma poi si ferma scuote la testa e si gira abbracciando me
Car: cazzo cazzo mi piace sta cosa, domani penso che non riuscirò ad alzarmi, ma mi piace!
C: così mi piaci!
Daniel ride
D: ok ho già due ipotetici iscritti e voi due?
Guarda gli altri due ragazzi presenti e gli fanno segno di si
D: quattro...dovrei trovarne almeno altri quattro per convincerli a fare il corso.
Car: venerdì a scuola fanno una dimostrazione di questa disciplina, se sento qualcuno che per caso vuole provare lo mando qua.
D: bravo.
Resto ancora un po' ad allenarmi con Daniel e Carlo mi guarda sorpreso.
C: tu non hai idea di quanto mi piace.
Andiamo a correre sul tapirulan dai. Daniel grazie è stato fantastico.
Andiamo di là e dopo mezz'ora che corro, si Carlo si è fermato e sta parlando con il ragazzo che l'ha aiutato prima, mi fermo perché sono a pezzi.
C: ok direi che sono stanca
Car: immagino, andiamo va. Ti fai la doccia qua?
C: ci impiego un attimo arrivo, aspettami fuori.
Carlo esce ed io velocemente mi prendo Daniel
C: Daniel, vorrei iscrivermi ad una competizione a scuola, se mi accettano mi alleni?
D: volentieri, sappimi dire.
Esco contenta e mi faccio una doccia veloce ed esco. Saliamo in macchina e mi porta a casa. Inizio a sentire l'allenamento e la stanchezza, ho esagerato un po' oggi.
C'è la punto di Federico!
C: entri?
Car: c'è Federico.
C: saluti e vai. Ricordati che mi hai portato a casa tu.
Entriamo e Federico sta sistemando gli ultimi pannelli con Marco, li salutiamo e Federico ci fa un cenno con la mano. Andiamo in cucina e trovo mia mamma agitata che parla con papà e capisco solo
M: era di là e quel giorno c'era anche il biondo!
C: cosa succede?
P: lascia stare, non voglio neanche risentire sta cosa.
M: la collana è sparita e sono sicura che era là la mattina.
Capisco al volo cosa stava dicendo
C: mamma spero di avere capito male prima.
M: senti non eravamo tanti in casa e lui è strano, non parla e ci guarda in modo strano,
M:anche prima di è girato ad osservare tutta la casa.
Carlo inizia a fare no con la testa e lo guardo
Car: no signora, le assicuro che non farebbe nulla di simile!
M: non lo conosco.
Car: io si e le assicuro che è la persona più affidabile e sicura che può avere in casa.
Sono sconvolta
C: mamma è una cattiveria ingiustificata la tua, come ti permetti di dire una cosa simile?
M: sarà ma non c'è più e qualcuno la presa!
Car: non lui!
Mio padre fa un faccia strana e
mi giro, c'è Federico sulla porta, fa che non abbia capito il discorso!
F: Marco vi vuole.
Usciamo tutti e Federico resta dietro.
Marco viene dentro e fa segno verso la piscina
M: guarda ci siamo quasi, ancora un pomeriggio e finiamo.
P: bella complimenti per il lavoro.
Io sto ancora pensando al discorso di prima e guardo malissimo mia mamma che ha la faccia contrariata.
F: Marco, credo che la prossima volta è meglio che io non venga.
M: perché scusa?
F: perché non voglio che pensino che porti via altro.
Mi sento morire dentro, ha sentito tutto! Mi giro e Carlo si avvicina a lui, Federico gli sorride e sottovoce gli dice
F: grazie per avermi difeso.
Poi ci guarda
F: scusate ma io vado, comunque signora non ho mai rubato nulla in vita mia, se lo facessi non verrei a lavorare di domenica pomeriggio. Buona serata.
Esce ed io fulmino mia mamma seguendo Federico fuori con Carlo
C: Federico fermati per favore.
Si ferma quando arriva dalla macchina, la apre prende qualcosa e si avvicina porgendomi il rossetto
F: questo è meglio te lo torni, non vorrei mai.
C: Federico, mi scuso io per mia mamma, non si rende conto di quello che ha detto.
F: oh sì invece, non sono passato solo io quel giorno qua dentro, ma chiaramente il morto di fame che ha bisogno di soldi sono io ed è logico che sono stato io!
C: io non lo penso!
Car: nemmeno io! Federico possiamo parlare?
F: no! Ciao
Sale in macchina e va via. Cazzo sul più bello che penso di avere fatto un passo avanti con lui, crolla tutto per quella scema di mia madre.

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Istinto o ragione?
أدب الهواةCamilla si ritrova in una città nuova, una scuola nuova, senza amici e fa fatica ad adattarsi un po' a tutto. Come al solito, il suo modo di essere, la porta ad essere attratta dai guai o dalle persone più particolari e rissose o almeno è quello ch...