Sento Azzurra parlare in camera al telefono
A: si era la, sta tranquillo Federico, non stava facendo nulla, si le ho già parlato.
Cristo santo, Federico è veramente preoccupato per Jacopo, deve avere veramente una fama terribile. Devo stare attenta.
Verso le cinque inizio a prepararmi e mi metto l'altro paio di jeans che ho preso da Carlo con la camicia nera, anche questa è un po' scollata, il giubbotto in pelle e metto le scarpe da ginnastica. Raccolgo i capelli in una coda e mi trucco un po'. Nel frattempo ho avvisato i miei che esco ed arriva Carlo, entra e mi osserva
Car: niente tacco?
C: siamo in centro, non in disco.
Car: ok te lo concedo. Domani pomeriggio, se non hai nulla da fare, mi dai un po' di ripetizioni di matematica e chimica? Poi se resta tempo inizio il lavoro.
C:si va bene, viene anche Fede?
Car: per ora no, prima imposto io il lavoro. Grazie ancora per la disponibilità.
C: in teoria i miei pensano sia un lavoro di classe.
Car: perfetto. Andiamo. Recupero Massimo?
C: si.
Lo chiamo per farmi dare l'indirizzo e arriviamo sotto da lui. Scende e lo guardo in silenzio, è in camicia bianca e jeans con un giacca elegante ed è estremamente teso
C: stai bene vestito cosi, fai una bella figura.
Lui mi guarda
M: cosa pensi di dire?
C:ora vedo, voi nel limite del possibile statemi dietro con i discorsi, vediamo come si mette.
Arriviamo sotto casa di Benedetta e suono. Mi apre e saliamo. Ci apre Benedetta ed entriamo. Sento Massimo sussurrarle
M: sei bellissima.
B: grazie e un po' nervosa
M: comunque vada, ti amo ricordatelo.
L'appartamento deve essere immenso, solo guardando la sala di capisce. Arrivano i suoi genitori e ci osservano un po' sorpresi. Suo papà si avvicina
P: ciao ragazzi. Massimo è una vita che non ti vedo, come stai?
M: bene grazie
Si avvicina anche sua mamma
M: buonasera ragazzi.
P: accomodatevi un attimo venite
Ci sediamo
P: Camilla come stai? Ho saputo cosa è successo.
C: bene grazie, per fortuna è andata bene.
P: come ti trovi qua?
C: non è stato per niente facile, sono sincera. Sono arrivata che non conoscevo nessuno ed è stato difficilissimo.
C:Ho avuto la fortuna in queste settimane di conoscere un po' di più Benedetta e Carlo in classe, trovando in loro due nuovi amici e per un caso, Massimo e la sua compagnia.
Sua mamma mi osserva seria
Mam:infatti mi stavo chiedendo come conosci Massimo.
Le racconto velocemente dei lavori che Federico e Massimo hanno fatto fatalità a casa mia.
C:poi parlando con loro ho scoperto che si conoscono tutti.
P:quindi Massimo lavori e studi?
M: quando posso si.
P: cosa fai finito la scuola, vai all'università?
Vedo negli occhi di Massimo smarrimento
C: approposito di Università, scusami Massimo, non ho più chiesto a mia sorella di informarsi sul nuovo corso che mi hai chiesto.
Mi guarda
M: tranquilla ho tempo per decidere ancora. Sono un po' indeciso sulla facoltà. Passo da un estremo all'altro
Suo papà sorride
P: devi essere convinto mi raccomando, non iscriverti a caso, piuttosto fai dei corsi di specializzazione se vedi che sei bravo nella parte elettronica o meccanica.
M: si in effetti sono un po' appassionato di sistemi ...
Gli spiega una serie di progetti che stanno preparando a scuola e suo papà lo guarda incuriosito
P: mi piace il tuo entusiasmo. Riepilogando stasera uscite tutti assieme grazie a Camilla?!
C:esatto, mi fa veramente piacere uscire con loro, anche perché i miei sono più tranquilli sapendo che sono con loro, sanno che sono dei bravi ragazzi e mi riportano fino a casa.
Mam: mi riaccompagnate anche Benedetta?
Car: certo, comunque siamo qua vicino in centro.
Sento respirare a fondo Massimo
M: non la lasciamo venire fino qua da sola, in ogni caso ci sono io e la porto fino alla porta, abito qua vicino non è un problema.
Suo papà guarda Benedetta
P: ok perfetto, perché ultimamente gira gente strana e mi fa paura.
Ci alziamo e Benedetta girandosi, inciampa nel tappeto, Massimo la prende al volo evitando di farla cadere e dolcemente le dice
M: ti sei fatta male Bibi?
Lei gli sorride e gli fa segno di no. Si allontanano velocemente, ma noto lo sguardo scocciato di sua mamma osservare loro due e dopo suo papà. Lui evita il suo sguardo e lei lo prende per un braccio, lui si scosta e ci accompagna fuori.
Scendiamo per le scale e mi sento chiamare da suo papà, ci guardiamo tutti perplessi ed io torno su
C: mi dica?
Chiude la porta di casa e mi guarda seriamente, ok mette soggezione
P:Camilla non ti conosco ed io ho bisogno di sapere con chi esce Benedetta. Tutto quello che hai detto prima è vero? Sincera, è peggio se lo vengo a sapere dopo.
Penso un attimo
C: si.
Mi guarda senza parlare.
C: ecco... non devo chiedere nulla a mia sorella per Massimo, lo avevo visto in difficoltà alla sua domanda, ma poi ha sentito anche lei quello che ha detto, pero sul lavoro sono molto bravi sia Massimo che Federico, se le serve qualcosa glieli raccomando.
P: perché uscite stasera tutti assieme?
Gli sorrido
C: perchè spero di cuore di avere trovato dei nuovi amici. Perché me lo chiede?
P: perché sei l'unica che non conosco bene, gli altri so chi sono.
C: non gli piacciono? Vi ho visti sorpresi prima.
Sorride per la prima volta
P: si, ma mi state nascondendo qualcosa secondo me.
C: non saprei, dovrebbe chiederlo a qualcun'altra o altro...
P: MASSIMO PUOI VENIRE SU?
O santo Dio cosa ho fatto? Massimo arriva un po' teso
P: mi prometti che la porti a casa tu Benedetta?
M:certo.
Facciamo per andare giù ma lo riferma
P: Massimo
M:mi dica
P: c'è brutta gente in giro occhio
M: devono passare su di me prima di sfiorare Bibi.
P: è da quando è piccola che la chiami così.
M: si mi è sfuggito anche prima, so che non piace a sua moglie e so anche di non piacervi neanche io e mi dispiace, perché ci tengo a Benedetta.
Faccio per lasciarli soli ma Massimo mi blocca e gli appoggio la mano sul braccio fermandomi accanto, ho capito che non vuole stare solo.
Suo padre di Benedetta lo guarda serio
M:So di essere solo uno studente e neanche brillante e di provenire da una famiglia economicamente modesta, ma questo non mi sembra un motivo valido per impedirmi di vedere Benedetta, non sono un delinquente e voglio anch'io realizzarmi ma datemi il tempo. Ho accettato per tanto tempo di non vederla o fermarla e avevo promesso a Benedetta di portare pazienza, ma non riesco. Ho bisogno di poterla vedere senza nascondermi, di venirla a prendere io e portarla a casa senza problemi.
Noto Benedetta tornare su, gli prende una mano mettendosi accanto.
P: eccola qua. Devi dirmi qualcosa anche tu?
B: papà io lo amo e ho bisogno che tu e la mamma accettiate sto fatto.
Massimo la guarda e gli si illuminano gli occhi.
M: ed io amo lei
C: ok io vi aspetto giù
M: no ora stai qua!
Mi chiedo perché, ma resto ferma e vedo arrivare anche Carlo che si mette accanto a me. Suo papà si mette una mano davanti alla bocca per non farsi vedere che sorride ma si nota dai suoi occhi e ci osserva tutti e quattro
P: bene ho capito, non fate tardi.
Si gira e apre la porta di colpo, sentiamo una botta e sua mamma lamentarsi dietro. A suo papà scappa una risata e guarda Benedetta
P: va bhe questo vuol dire che non glielo devo dire io, visto che era dietro alla porta ad origliare. Divertitevi.
Entra e noi restiamo fermi per un istante
C:direi che possiamo andare prima che cambi idea? Direi che per ora è andata??
Ci guardiamo e corriamo ridendo giù per le scale salendo in macchina. Salgo davanti e mi giro a guardare Massimo e Benedetta che si baciano
Car: che carini.
Parcheggia poco dopo e arriviamo in paninoteca ridendo con Massimo che tenta di prendermi
M:vieni qua che ti picchio cazzo.
C: grazie eh. Dovresti ringraziarmi per l'idea e di aver parlato bene di te invece mi picchi, sei uno stronzo cazzo. Ora torno indietro e glielo dico.
M:non credo proprio, vieni qua!
Mi nascondo dietro Federico e Gianni
F:cosa succede?
Benedetta gli racconta tutto e Federico abbraccia Massimo
F: sono contento per voi. Ci sediamo?
Ci sediamo e arrivano anche altri due ragazzi che conosco di vista con le relative ragazze. Passiamo due ore mangiando e parlando tranquillamente e incrocio spesso lo sguardo di Federico seduto davanti a me e ogni volta mi scalda il cuore. Paghiamo e ci sediamo sulle sedie fuori del locale e le due coppie se ne vanno. Massimo è contentissimo e continua a baciarsi Benedetta in ogni istante
C: me lo spieghi perché non mi hai lasciato andare giù prima?
M: perché di no!
Benedetta ride
B: dai diglielo non fare lo stronzo...
Sbuffa e guarda il cielo
B: daiii
M: perché averti accanto mi dava sicurezza. Quando mi hai messo la mano sul braccio mi hai dato il coraggio di continuare. Ti odio ok? Perché dovevo trovarlo da solo il coraggio invece tu non ti fai mai i cazzi tuoi.
Lo guardo e mi viene da ridere, si sta dondolando sulla sedia, alzo la gamba e punto il piede sul bordo della sua sedia e lo spingo. Con uno scatto felino non riesce a cadere e si gira guardandomi minaccioso. Mi alzo velocemente pronta a scappare.
M: ora ti picchio.
B: devi prendermi prima.
Massimo inizia a muoversi ed io anche. Mi guardo velocemente attorno.
M: inutile che ti guardi attorno non hai scampo.
Inizio a correre inseguita da lui mentre sento ridere tutti gli altri. Con la coda dell'occhio li vedo alzarsi e seguirci. Corro attorno alla piazza e salto un paio di panchine velocemente, salgo su una muretta e con un salto inizio ad arrampicarmi su per un albero. Massimo si blocca sotto e gli altri ci raggiungono
M: devi scendere da là prima o poi.
C: ho una via alternativa veramente
Federico ha le mani tra i capelli.
F: vuoi scendere prima di farti male?
C: vuole picchiarmi
M: certo, tu hai cercato di farmi cadere.
B: ma come hai fatto a salire così velocemente?
C: anni di allenamento.
Vedo dietro di loro avvicinarsi tre ragazzi e riconosco Jacopo. Arriva sotto l'albero
J: ma guarda che bella bestiolina nell'albero. Ti senti sola la sopra? Vuoi compagnia?
C: no grazie, meglio sola che mal accompagnata.
Federico mi fa segno di scendere. Jacopo si toglie il giubbotto e velocemente mi raggiunge nell'albero sotto voce gli dico
C: tu Tarzan ed io Jane?
Scoppia a ridere e guarda giù
J: ti aspettano
C: se scendo ho un problema, mi vuole picchiare
J: non hai molte alternative.
C:non è vero.
J: ah no? Per dove vai scusa?
Gli faccio segno con il dito una terrazza, il tetto di un garage e tutta una serie di punti dove arrampicarsi. Gli si illumina lo sguardo
J:Parkour...avresti il coraggio?
C: è una cazzata dai, al massimo sono un paio di metri.
Guardo giù e sono tutti seri che ci osservano. Carlo prende Massimo per un braccio.
Car: Cami dai andiamo Massimo scherza vero?
M: si dai, andiamo..
C: si arrivo tranquilli.

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Istinto o ragione?
FanfictionCamilla si ritrova in una città nuova, una scuola nuova, senza amici e fa fatica ad adattarsi un po' a tutto. Come al solito, il suo modo di essere, la porta ad essere attratta dai guai o dalle persone più particolari e rissose o almeno è quello ch...