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Il Proff mi osserva divertito
Prof: lo penso anche io, sei veloce, potente e hai molto equilibrio...anche a camminare sulle murette e saltare giù.
Mi guarda serio negli occhi. Non può essere un caso, mi ha riconosciuto quella sera al parco! Entro in classe e Benedetta mi guarda preoccupata e la prof mi chiede dove ero finita e dove è Carlo
C: in presidenza ora arriva.
Prof: cosa succede?
La classe mi guarda, ma dai loro occhi ho l'impressione che sappiano già cosa è successo.
C: un problemino con dei ragazzi.
Mi siedo e dopo dieci minuti rientra Carlo. Finita l'ora lo guardo e mi avvicino.
C: cosa ha detto?
Car: non chiama i miei. Camilla mi dispiace, non dovevi intervenire, ora sei nei guai tu.
C: non me ne frega e giuro che lo rifaccio se solo li ribecco a dirti qualcosa.
Alzo la testa e guardo tutti
C: anzi mi becco chiunque che dica una parola in più.
Benedetta abbraccia Carlo.
B: sono tre stronzi. Carlo hai tutta la mia solidarietà ed appoggio.
C: ah mentre io no? Grazie
Mi metto a ridere
B: mi hanno detto che l'hai quasi steso. Il preside cosa ha detto?
C: non si è ancora espresso. Carlo ma da cosa sono partiti? Perché ti hanno fermato?
Car: stavo scendendo e mi hanno fermato dicendomi che mi avevano visto con Luca e lo conoscono e da là hanno iniziato.
Entra il prof e torniamo al posto. Mi guardo la mano e mi rendo conto che sono rossa dalla botta che gli ho dato.
All'una usciamo ed andiamo verso l'uscita e chiaramente tutti ci guardano, era un pezzo che non mi succedeva. Trovo mio papà davanti all'entrata e si ferma davanti a me.
C: ciao papà, si te lo avevo promesso lo so, ma non ci sono riuscita. Sei già stato dentro?
Mi fa segno di si
Car: Silvano è colpa mia, l'ha fatto per difendere me
S: Carlo lo so e non è colpa tua. Camilla andiamo.
Saluto Carlo che va in macchina e lo seguo.
Guardo papà ed è silenzioso.
P: sono quei tre giusto? Li ho visti entrare in presidenza. Vorrei parlare con i genitori, dove sono? Sono l'unico che è corso qua?
Alzo la testa e ci sono i tre poco più avanti che mi osservano da soli.
C: si, quello che ho picchiato, si nota dallo zigomo rosso.
Papà si guarda attorno
P: aspetta qua
C: cosa fai?
P: ah nulla.
Si avvicina a loro con passo spedito e si ferma davanti. Li vedo cambiare espressione e fare segno di si e papà torna indietro.
P: andiamo!
C: papà cosa gli hai detto?
P:li ho salutati educatamente presentandomi, nulla di più!
Lo guardo preoccupata e salgo.
C: papà mi dispiace ma non sono riuscita a trattenermi.
P: questo l'ho intuito, però voglio sapere cosa hanno detto per farti scattare.
C: devo proprio?
P:il preside non ha voluto dirmelo per evitare di ripetere le parole, c'era anche il prof che vi ha beccato. Comunque sta meditando di sospenderti.
C: cosa mi comporta?
P: nulla se gli dimostri che non lo fai più e vai bene a scuola, ma non può fare diversamente per correttezza.
C: e agli altri?
P: credo lo stesso, sempre per esempio.
C: ne è valsa la pena!
P:dammi un motivo valido per cui l'hai fatto e per non incazzarmi.
C: mi sa che dovrai incazzarti, non mi va di dirtelo ma sappi che ne valeva la pena!
Si mette a ridere
P: ma perché? Dai cazzo sono curioso! Lo so che quando lo fai hai un motivo valido, ma voglio saperlo!
C: è una cosa molto delicata papà, se te lo dico devi promettermi di startene zitto.
P: ok te lo giuro, però con tua madre come la mettiamo?
C: lasciala che si incazzi e basta e dille che non ho voluto dirti nulla.
P: ok contenta tu.
Gli spiego cosa è successo e cosa hanno detto a Carlo
C:poi è partito con battute su di me che non sto qua a ripeterti altrimenti torni indietro ed è stata la gocciolina che poi mi ha fatto scattare.
Papà sbianca un po' e stringe le mani sul volante sospirando.
P: se lo avessi saputo prima, aggiungevo qualcos'altro quando mi sono presentato.
C: papà cosa gli hai detto?
P: nulla di che...troppo poco a quanto pare.
Sorride sadicamente
C: papà ma tu come eri alla mia età?
Mi guarda e scoppia a ridere
P: Avresti dovuto chiedere ai nonni, peccato non ci siano più. Ti sei mai chiesta a chi assomigli?
Allunga una mano e mi accarezza
P: mi dispiace per Carlo e anche per te. È chiaro che mi scoccia per quello che hai fatto, non va bene e ti chiedo di evitare per il resto dell'anno altre situazioni simili, ma capisco la tua reazione. Non è corretta, ma comprensibile.
P: Magari la prossima volta difenditi solo a parole ok?
C: ci provo... comunque ho fatto cadere anche gli altri due con uno sgambetto. Instabili e facili da menare.
Papà ride
P: non dovrei ridere accidenti a me.
Arriviamo a casa e mia mamma parte ad urlare prima ancora che le spieghiamo cosa è successo. C'è anche Azzurra che è un misto tra divertita e preoccupata. Quando si calma papà le spiega senza andare nei dettagli.
M: ma dovevi proprio alzare le mani?
Faccio una faccia strana e Azzurra inizia a ridere e papà si sposta per non farsi vedere da mamma
M:tu non ridere! Cosa hai da dire a tua discolpa?
Mi gratto la fronte guardando il soffitto
C: mi ha dato del maschiaccio! Ti pare cosa da dire ad una ragazza come me?
M: eh bhe certo, tirandogli un pugno gli hai dimostrato il contrario!
C:oh cribbio non ci ho pensato...chissà cosa penserà ora. SARÀ MEGLIO CHE NON LO VENGA A SAPERE, ALTRIMENTI LO ASPETTO DIRETTAMENTE FUORI SCUOLA COSI MI ARRESTANO DIRETTAMENTE!
Azzurra mi guarda ed esclama
Az: si si, in caserma poi ti vengo a recuperare ioooo!
Scoppio a ridere con lei visto che siamo le uniche che capiamo la sua battuta. Mia mamma riparte ad urlare e poi dice
M: e con la scuola, cosa ti fanno?
Papà mi zittisce con lo sguardo
P:mi sanno dire. Ora basta però. Lei l'ha picchiato, ma ti assicuro che le ha detto cose pesanti che potrebbeto essere quasi da denuncia e ha cercato di picchiarla anche lui!
Mia mamma si ammutolisce e sparisce in cucina con papà. Azzurra mi fa segno di andare in camera
A: spiegami
Le racconto tutto, parole comprese che ha detto rivolte a me, chiedendole di non dirlo a mamma e papà.
Resta ammutolita per un po'
A:pezzi di merda e nessuno si è scomposto?!
C: figurati, è intervenuto il prof che ho avuto nettamente l'impressione che mi avrebbe lasciato tranquillamente pestare il tipo, ma non ha potuto!
Azzurra esce infastidita e resto in camera sola.
Penso che il prof,visto il personaggio, sia stato solo costretto ad intervenire, non credo sia il tipo da farsi scrupoli ad osservare una rissa.
Mi sembra quasi impossibile sia uno spacciatore, ma l'ho visto con i miei occhi e un po' mi preoccupa che mi abbia riconosciuto, possibile che me li tiro sempre addosso io questi personaggi?!
Ho una telefonata in arrivo: Fede.
F: ho trovato Carlo! Come stai?
C: sopravvivo tranquillo, mi dispiace per Carlo, come sta?
F: sei pazza ad averlo affrontato! Poteva picchiarti seriamente.
C: grazie della fiducia. Intanto le ha prese lui!
Lo sento ridere
F: sei la mia disperazione lo sai? Massimo stava per andare a prendersi i tre visto che ha presente chi sono.
C:lo avete fermato spero
F: a dire la verità ci hanno fermato entrambi.
C:state buoni che sono già nei casini così. Carlo com'è?
F: è qua con me, siamo venuti in centro, non voleva andare a casa.Mi chiede se possiamo venire da te, è preoccupato della reazione dei tuoi, mangiamo qua in centro e poi verremmo là.
C: ora scendo, vi richiamo.
Corro giù dalle scale ed entro in cucina, è pronto da mangiare.
C: scusate dopo posso fare venire qua Carlo e Fede?
M: stavo per dirti che sei in punizione e che esci quando lo decidiamo noi, in base a quello che succede a scuola.
C: perfetto! Torno in camera!
M: è pronto da mangiare.
C: non ho fame e per fare una "punizione" come la definisci tu direi che puoi anche unire "vai a letto senza cena!" Buon appetito!
Esco e mi chiudo in camera!
Mando un messaggio a Federico
C:" sono in punizione e mi sono chiusa in camera o strozzo mia madre! Non preoccupatevi per me, ci sono abituata 😂. Mio papà ha capito e l'ha presa come al solito meglio, è mia mamma che deve sempre fare teatro "
F:"possiamo chiamarti?"
Lo chiamo io
F: ciao , ma in punizione in che senso? Capisco che hai reagito violentemente, ma Carlo mi ha appena raccontato cosa vi hanno detto.
C: si ma non voglio dire a mia mamma tutto, va bene così, non ti preoccupare. Ma Carlo ti ha detto tutto?
F: penso di si..te lo passo.
Car: Cami non è giusto che ti metta in punizione dopo quello che hai fatto per me.
Mi metto a ridere
C: Carlo tranquillo fa sempre così ogni volta che facevo casini, poi le passa. Mi dispiace per te invece. Vero che non ti farsi influenzare da quello che è accaduto? A Luca lo dirai?
Car: non lo so Cami, ne stavo parlando con Fede ora. Lui mi dice che dovrei confrontarmi con lui che probabilmente starei meglio. Invece temo di dover affrontare i miei. Prossima settimana so che hanno dei colloqui con dei professori e rischio che esca il discorso e temo la reazione, sia se gli racconto una mezza verità che tutta.
C: non so cosa dirti Carlo. Ascolta, hai detto tutto quello che mi hanno detto a Fede?
Car: no, poi ti chiamo quando vado a casa.
C:ok.
Car: ma sei in punizione in che senso?
C: non posso uscire finché non sanno cosa succede a scuola. Presumo anche palestra. Non ti preoccupare, sono tranquilla.
Car: ci sentiamo, ciao. Ti ripasso Fede
F: ma secondo te se domani vengo la mi mandano via?
C:lascia perdere Fede, ti so dire se esco. Consola un po' Carlo che è preso peggio di me con il morale, sono stati cattivissimi con lui credimi.
F: ti chiamo stasera.
Metto giù e mi butto nel letto.
Sento bussare ed entra Azzurra
A:vieni a mangiare!
C:no, non ho voglia ed è meglio così, altrimenti litigo con mamma.
A: perché non le dici cosa vi hanno detto?
C: no e tu non parlare per favore. Tranquilla non muoio di fame. Tu sei tranquilla?
Alza le spalle
A:se parli di Jacopo, no. Mi manca come l'aria, giro sperando di vederlo. Stasera vado nel locale dove mi ha baciato la prima volta.
C: Azzurra se per caso lo incroci e non ti ferma lui, fai finta di non conoscerlo, ricordatelo!
A: ci provo. Tieni tanto sapevo che non scendevi
Mi porge una confezione di biscotti.
C: grazie.
Mi butto sul letto. Dopo mezz'ora sento mia mamma brontolare ed entrano in camera.
M: ha chiamato la scuola e sei sospesa per tre giorni a partire da lunedì! Ti rendi conto?
Riparte a brontolare ed urlare mentre mio papà è appoggiato alla porta che mi guarda serio e mi fa segno di parlare, gli faccio segno di no e lui guarda il soffitto e poi Azzurra appoggiata allo stipite della porta. Azzurra mi fa segno di parlare ed io la fulmino con lo sguardo. Ascolto parzialmente mia mamma finché non sbotta con:
M: non esci da casa finché non torni minimo a scuola, niente palestra e non voglio nessuno per casa e non vai neanche giù ad allenarti in taverna o piscina finché non mi passa!
M:Anzi dammi anche il telefono!
C: perché il telefono?
M: PERCHÉ DI SI! FINCHÉ NON IMPARI A COMPORTARTI! DAMMELO!
So come è fatta e mentre parla mando un messaggio ad Alessandro e Federico, chiudo il telefono e glielo appoggio in mano con la massima tranquillità.
C: tieni!
Lo prende nervosamente e va verso fuori
C: comunque, io avrò sbagliato, ma tu non hai nemmeno preso in considerazione che potrei avere ragione, grazie della fiducia mamma! Scusate ma studio!
Chiudo la porta. Con calma prendo lo zaino e infilo dentro un paio di cambi e lo stretto necessario e un telefono vecchio. Li sento parlare. Cerco l'unico paio di scarpe che per fortuna ho in borsa della palestra. Scrivo un biglietto per Azzurra " non ci sto chiusa in camera, non vi preoccupate, me la cavo, tanto la mamma è già incazzata, mal che vada gli ho tolto un peso e non mi deve più sopportare, ti chiamo quando posso, chiedi scusa al papà!" Apro la finestra e lentamente esco aggrappandomi alla finestra e su vari punti che avevo già visto, ho solo un salto che devo capire se sono in salotto, altrimenti mi vedono. Rischio e velocemente corro dietro casa ed salto la staccionata e vado in strada verso la fermata. Prima di andare in stazione prelevo soldi e vado in stazione. Mi dispiace per papà ed Azzurra ma mi sono rotta. A Federico gli ho scritto " Non ti preoccupare per me, se ti chiamano digli pure del messaggio che ti ho scritto, il tuo numero l'ho ben impresso 😘perdonami ma devo andarmene un po' ".
Ad Alessandro ho scritto" Ok ho combinato una delle mie, questa volta faccio quello che ho sempre detto di fare, vi voglio bene"
Prendo un biglietto e salgo in treno.

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