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Mio papà scuote la testa e guarda Azzurra che ride
A: quanto sei scema.
C: basti tu di intelligente! Ciao a TUTTI
Guardo Federico che gira la testa guardando la piscina, mi è sembrato di vederlo ridere?!?
Quando siamo fuori Azzurra mi guarda
A: ma sbaglio o il biondo è quello dell'altra mattina?
C: si cazzo, bella figura di merda, ho quasi litigato anche stamattina con lui ed i suoi amici.
A: lo sapevo che li avresti cercati nuovamente. Sei irrecuperabile e lui di poche parole e decisamente bello. Ti ha guardato malissimo comunque. Però sei riuscita a farlo ridere prima di uscire ed ora capisco perché, parlavi di lui.
C: già.
A: quando si dice che il mondo è piccolo. Studia e lavora a quanto pare.
Arriviamo in palestra e iniziamo il corso. Mi sfogo su per il sacco fino allo sfinimento e quando arrivo a casa mi butto a letto e crollo dormendo fino a cena. Finiamo di cenare e papà mi chiama nel divano
P: cosa succede piccola? Oggi pomeriggio ho sentito parte dei discorsi. Ti trovi così male a scuola?
C: scusami per oggi, non avevo capito che eri con delle persone.
P: non è quello il mio problema. Non mi piace quello che hai detto più che altro. Tu sei bellissima e sei perfetta così. Sei solo più emotiva e agitata di Azzurra, ma questo non significa che non va bene. Siamo tutti diversi e tu sei così, punto. Per esempio, con Azzurra mi viene male quando esce con la carta di credito e torna con i suoi vestiti striminziti, mentre a te potrei darti anche tutto il conto in mano senza vederlo variare, ma rischio di venire a prenderti come al solito in presidenza perché hai combinato qualcosa, ma mi credi che mi hai fatto sorridere ogni volta? Si non lo dire alla mamma però. Sono però preoccupato che qua tu possa farti male o che qualcuno te lo faccia, quello sì, perché non li conosco. Ma ti adoro così e mi dispiace sapere che non ti trovi bene a scuola.
Lo abbraccio
C:grazie papà, non ti preoccupare per la scuola, è solo un mese che sono la, devo solo abituarmi e socializzare. Non mi faccio male, non ti preoccupare dai,
P: mi prometti che non cerchi guai e non pianti casini con qualcuno?
C: ci provo
P: Camilla
C: ok provo a non farti fare brutta figura dal preside, anche perché questo non lo conosco. L'altro ormai mi chiamava per nome e alla fine gli ero anche simpatica e mi fermava per il corridoio a chiaccherare.
Si mette a ridere
P: però domani vai con tua sorella e ti prendi da vestire e se ti capita che ti invitano fuori, inizia ad andare, magari ti fai portare e venire a prendere da qualcuno di noi finché non li conosciamo bene ok?
C: cosa dovrei comprarmi me lo spieghi?
Si mette a ridere
P: abbiamo un festa aziendale a breve e dovremmo essere vestiti un po' eleganti, anche in pantaloni se ti va, non dico in vestito, semplicemente un po' elegante.
C: ok per te lo faccio.
Mi dà un bacio e mi butta sulle sue gambe accendendo la TV. Arrivano anche Azzurra e mamma ma dopo un po' mi viene sonno nuovamente e mi trascino in camera.
Mi sveglio e mi infilo la divisa. Inizio anche a sentire lo sforzo fatto in palestra e faccio fatica a muovermi. Oggi mi viene a prendere Azzurra e mi porto dietro un cambio, andiamo in centro dirette, mi cambierò in macchina.
Decido di scendere alla prima fermata, che senso ha scendere all'altra? Dopo ieri pomeriggio forse è meglio che non mi veda, magari si dimentica di me e non parla con i suoi amici. Faccio per scendere ma una signora anziana quasi cade e per aiutarla salto la fermata. Scendo, anche se non volevo, a quella dopo e prima di incamminarmi, butto un occhio se per caso è ricomparso il mio block notes sulla panchina. Niente e ho un gesto di stizza. Mi giro e quasi corro verso scuola. Sono a metà ed un ombra mi si para davanti improvvisamente: Massimo. Faccio un giro su me stessa guardando il cielo disperata
C: ciao Massimo, ti prego non è giornata
Mi sventola il mio block notes sotto il naso ed io tento di prenderlo ma lui ridendo me lo alza. È più alto di me e non ci arrivo
M: è tuo?
C: si, grazie
M: pensi di cavartela con un grazie?
Sospiro ed inizio ad innervosirmi, si avvicinano anche Gianni e Federico e lo guardano.
M: lo vuoi proprio?
Lo fulmino e lui si allontana
C: per favore mi dai quel block notes?
M: troppo semplice.
C: sei fortunato che ho promesso ieri sera di comportarmi bene, ma non istigarmi troppo.
M: uhhhh.....papi ti toglie la paghetta se non ti comporti bene?
Se non fosse che ci tengo da morire a quel diario, sarei già andata via o picchiato, il punto è che se lo capisce sono fottuta. Respiro a fondo
C:l'hai trovato tu?
M: non proprio, io avrei l'onere di tornartelo.
Guardo Gianni e Federico e mi chiedo chi dei due l'ha tenuto e magari aperto. Gianni mi sorride quasi dolcemente, mentre Federico guarda Massimo.
M: voglio un bacio in cambio di questo e non sulla guancia chiaramente.
Mi scappa una risata nervosa
C: sai cosa ti dico? Piuttosto che baciarti dagli pure fuoco, gli appunti tornerò a riprenderli.
Prende dalla tasca un accendino ed io mi sento morire dentro, me è meglio gli dia fuoco piuttosto che lo legga. Con la coda dell'occhio vedo Federico dire qualcosa a Gianni.
M: vado? Un bacio e non lo faccio.
C: fanculo, dagli fuoco!
Accende la fiamma e vedo fumo nell'angolo del block notes. Gianni si avvicina di colpo e glielo prende di mano
G: ti avevo chiesto solo di darglielo senza arrivare a questi livelli.
M: ma perché mi interrompete sempre sul più bello! Ridammelo, è una questione mia e sua!
G: no!
F: Massimo non esagerare su.
Federico gli dà una pacca sulla spalla e gli sorride e Massimo rotea gli occhi. Gianni si avvicina porgendomi il block notes, lo prendo tremando e stringendolo al petto felice.
Mi avvicino
C: grazie per averlo preso.
Mi sorride un po' sorpreso ed io titubante gli chiedo
C:L'hai letto?
G: no, non leggo neanche i miei di appunti figurati.
Gli do un bacio sulla guancia sollevata
C: grazie ciao.
Gli sorrido e me ne vado e li sento dire
M:cazzo non è giusto, mi fermate sempre sul più bello e tu ti prendi anche un bacio!
G:stavi esagerando.
M: però mi sembrava un po' troppo tesa per essere degli appunti. Non mi sono pensato di guardare, tu non l'hai guardato?
Non capisco la risposta, non voglio girarmi e vado a scuola. Benedetta e Noemi per fortuna non mi chiedono nulla di ieri e non insistono per la festa. Carlo si avvicina in ricreazione
Car: ma che problemi hai con quei tre? Ti ho rivisto prima
C: risolti. Scusa se ti ho risposto un po' male in questi giorni, ma sono un po' nervosa.
Carlo mi osserva poco convinto
Car: comunque ho capito di non esserti tanto simpatico ma almeno  dimmelo in faccia!
Lo guardo.
C: ok, ritengo tu sia un po' troppo strafottente, esibizionista e ti credi di essere Dio in terra solo perché arrivi con macchine diverse in continuo e parli come se tutte cadessero ai tuoi piedi. Almeno questo è quello che sono riuscita a vedere in te questo mese, sembri un gran stronzo. Però grazie di esserti preoccupato per me.
Cambia espressione per un attimo e fa per andare via ma torna indietro
Car: ho soldi e questo mi permette di essere quello che sono.
C: i tuoi genitori hanno soldi, non tu.
Car: saranno miei e ho già intestato un conto che posso utilizzare come voglio.
C: ok e quindi?
Ha un gesto di stizza
Car: non significa che sono uno stronzo.
C: ho detto che è quello che sembri, non che lo sei. Non mi hai mai parlato fino a due giorni fa, non posso sapere altro di te. Guarda che non pretendo di esserti simpatica nemmeno io, per esempio.
Car: sei un po' inavvicinabile e schiva infatti, parli solo con Benedetta e Noemi e a quei tre stronzi del tecnico, mentre a me rispondi male. Comunque stai attenta anche alle tue amiche.
C: perché devo stare attenta?
Car: perché qua dentro sembrano tutti amici, ma non è sempre così. Sono brave a farti i sorrisi e poi accoltellarti alle spalle. Comunque se sei qua, vuol dire che te lo puoi permettere anche tu e sei una stronza anche tu vista così.
Mi viene da sorridere e lo vedo rilassarsi.
C: ma se devo stare attenta a Benedetta e Noemi perché dovrei fidarmi di te scusa?
Si appoggia al muro e con la mano si fa segno verso di lui sorridendo
Car: perché sono bello, ricco, intelligente e simpatico e affidabile e tutte le ragazze mi vogliono chiaro!
Inizio a ridere
C: non basta per fidarmi di te.
Car: dammi la possibilità di farmi conoscere allora. Comunque grazie per la sincerità.
Sospira e dopo aver preso un respiro profondo mi dice
Car: ti dico solo che per me a volte l'unico sistema per rimorchiare ed avere amici, è ostentare quello che ho, altrimenti non mi guarderebbe nessuno. So di non essere un granché.
Lo osservo, è un ragazzo normale, magro, non fisicato e non lo noteresti per la prestanza fisica.
C: ma scusa, ti rendi conto che così rischi ti frequentare solo persone per interesse?
Abbassa lo sguardo
Car: si lo so, altrimenti però sarei solo..
C: cazzo sei più scemo di quello che pensavo
Mi guarda offeso ed io scoppiò a ridere
C: però quasi quasi così mi sei più simpatico
Gli tiro un pugno sulla spalla e lui fa una smorfia di dolore
Car: aiaaa
Lo prendo sotto braccio spingendolo in classe
C: almeno fossi un po' secchione! Hai margine di miglioramento.
Car: eh aiutami tu cazzo. Ti pago per migliorare la mia immagine ok?
C: senti scemo, mi stai pagando per essere tua amica?
Alza le spalle
C: lo vuoi capire che non funziona così?
Car: come devo fare con te allora?
C: nulla Carlo, se mi mai vai a genio lo faccio a gratis.
Car: si ma mi hai appena detto di tutto!
C: dai facciamo che se domani non hai nulla da fare, vieni da me e ti do ripetizioni di matematica, ma se solo sento mezza battuta del cazzo su di me, ti picchio, sappi che lo faccio e vedi di arrivare con la macchina più piccola che hai in casa.
Si illumina e fa per abbracciarmi
C:fermo là, non esageriamo ora.
Ride e si siede nel banco felice. Mi ha appena detto di non fidarmi e io invito a casa mia quello che fino a poco fa mi stava più sulle palle! All'una prendo lo zaino e scappo fuori guardandomi attorno. Non vedo Azzurra. Da distante vedo una testa biondo platino ed Azzurra che gli parla, ma perché? Mi avvicino lentamente e lei mi fa segno di avvicinarmi. Con lui Gianni e Massimo chiaramente.
A: ciao Cami, ho trovato Federico e mi sono fermata a fare due parole.
C: vedo.
Massimo si avvicina con un sorriso strano.
M: buongiorno Camilla.
C: non credere di salvarti perché c'è mia sorella!
Azzurra ride
A: ti chiami Massimo giusto?
M:si.
A: purtroppo ha ragione, è una testa calda.
M: non l'ho neanche notato.
Gianni ride
G: si ma tu sei un rompicoglioni però.
M: tu stai zitto che so benissimo che ti stanno sulle palle anche a te quelli di quell'istituto.
Gianni alza le spalle
A: Ve la porto via. Andiamo
C: dov'è la macchina?
Massimo fa segno verso un Mercedes parcheggiato poco distante e mi metto a ridere.
A: ah magari. No quella dopo.
La vecchia Panda celeste di Azzurra e parcheggiata dopo e i ragazzi la guardano stupiti. Federico si avvicina e la sfiora sorridendo
F: è questo il barattolino che vuoi tu?
I suoi occhi azzurri mi guardano divertiti
C: si qualcosa da ridire?
F: no ha un motore indistruttibile in effetti. Non so se ti sta dentro il palo però
M: palo, barattolino?
Federico non gli risponde e Azzurra se la ride
F: lascia stare
Forse non gli ha detto nulla. Salgo e Azzurra li saluta e parte
C: non avevi altro da fare?
A: veramente ero ferma e mi ha salutato lui ed io gli ho risposto. Gli stavo solo chiedendo che scuola fa. Ho scoperto che è tecnico meccanico, fa la quinta e che ha perso un anno di scuola e poi sei arrivata.
C: stamattina momenti picchio Massimo.
A: strano, in effetti è un po' irritante. Gianni e Federico mi sembrano più tranquilli.
C: Gianni secondo me si. Federico non lo capisco.
A: ti ha guardato male anche prima e ti stava prendendo in giro in effetti. Su cambiati se riesci.
Contorcendomi mi cambio e ci fermiamo in centro. Ci fermiamo a mangiare prima e poi iniziamo ad entrare nei negozi, con il risultato che al terzo, Azzurra si è presa un vestito un paio di scarpe, la borsa e un cappottino mentre io un paio di jeans e una felpa fighissima celeste.
A: Camilla daiii
Mi suona il telefono: Carlo
C: cosa vuoi?
Car: ma sei tu dentro un negozio in piazza?
Mi giro e guardo fuori, Carlo è fuori e mi fa segno con la mano entrando
C: Azzurra lui è Carlo.
Si presentano
Car: shopping?
A: si ma con lei è impossibile.
Car: vieni con me.
Lo seguiamo e mi porta dentro ad un negozio e va dietro al banco
Azzurra mi sussurra
A: ma è quel Carlo che dicevi ieri?
C: si
Carlo torna con una signora sorridente
Car: mamma lei è Camilla la mia compagna e lei sua sorella. Hanno una serata un po' importante ma Camilla non trova nulla che le va. Puoi aiutarla?
Ci fa accomodare.
Inizia a chiedermi cosa mi metto di solito e le dico la mia difficoltà. Mi sorride, si chiama Lorenza
L: ho capito, vediamo come posso aiutarti.
C: ma il negozio è di tua mamma?
Car: si.
A: tuo papà invece cosa fa?
Car: titolare di un concessionario di macchine.
A: figlio unico?
Car: fratello più grande di 25 anni.
A: single?
C: AZZURRA!!
Carlo ride
A: e che ho detto ora?
Car: no ed è all'estero.
A: ah niente da fare.
Arriva Lorenza con un serie di completi con pantaloni ed un vestito. Provo tutto e dopo poco mi ritrovo in cassa con un completo, pantalone e giacca corta nero in figura con un sottogiacca scollato, un po' corto argentato e un vestito, che mi hanno obbligato a prendere, nero fatto come una giacca con i bottoni. Carlo mi ha aggiunto un paio di scarpe bellissime alte ma molto comode e la borsa abbinata che ci sta con entrambi i completi. Mi tolgono di mano tutto prima che riesca a rivedere i prezzi.
Car: mamma, sconto vero?
M: certo Carlo. Mi fa piacere averti conosciuto Camilla.
Ringrazio Lorenza ed usciamo con Carlo
Car: bene sono contento.
A: grazie mi hai salvato il pomeriggio, da sola con lei non ne uscivo. Bel negozio tornerò sicuramente. Perfetto possiamo andare.
Car: ciao, ci vediamo domani.
C: ciao Carlo e grazie.
Andiamo a casa. I miei quando vedono cosa ho preso sono contentissimi. Cerco lo scontrino e le etichette ma sono sparite
C: posso sapere quanto è venuta tutta sta roba?
Papà sorride
P: non è un problema tuo, va benissimo così e comunque hai speso meno di Azzurra.
Azzurra ride e gli mostra il suo vestito verde smeraldo
A: è sobrio suvvia padre, è lei che è tutta in scuro.
C: la felpa è di un celeste stupendo e..
Mi blocco perché mi vengono in mente gli occhi di Federico, si è dello stesso stupendo colore. Quel ragazzo mi urta quanto mi attrae.
Papà ride
Sbuffo e vado ad appendere il tutto. In realtà mi piace tutto, solo che non sono abituata a vestirmi elegante. Alla sera Azzurra esce mentre io vado in camera a vedermi la televisione e chiamo Laura ed Ale in videochiamata visto che sono assieme.
A: dai un fine settimana veniamo a trovarti stai tranquilla ok?
L: si Cami arriviamo e dormiamo tutti assieme come ai vecchi tempi.
Domenica mattina dormo fino a tardi e verso le quattro vedo arrivare Carlo con una Golf ultimo modello.
C: questa è la macchina più piccola immagino.
Alza le spalle. Lo presento ai miei e vado su nella camera che usiamo anche da studio. Inizio a spiegargli matematica e dopo un'ora lo vedo sospirare
Car: dura, ma forse ho capito, sei più brava del prof a spiegare. Come te la cavi in fisica e chimica?
C: arrivo da un istituto chimico ti ricordo. Cosa ti serve?
Passiamo l'ora successiva con chimica e verso le sei scendiamo.
Car: mercoledì abbiamo compito di chimica, ho un 4 da recuperare e giovedì matematica, altro 5. Puoi aiutarmi per favore?
Mi guarda speranzoso.
C: io dovrei andare in palestra ad un certo punto della mia vita.
Car: cosa fai?
Restiamo a parlare un po'
Car: io sono un po' pigro e da solo mi sento un idiota e a disagio ad andarci
Più parla più mi rendo conto che è un ragazzo insicuro e solo.
C: domani vieni a casa con me, studiamo e vieni in palestra a fare una prova con me.
Car: sul serio?
C: si però ora sparisci che ti ho visto già troppo oggi.
Glielo dico ridendo e lui mi sorride.
Car: grazie.
Va via e io vado ad aiutare mia mamma che parte con una sfilza di domande alle quali non rispondo.
Lunedì arrivo a scuola e scendo alla prima fermata, non ho voglia di litigare di prima mattina. La mattina passa velocemente e all'una Carlo scappa fuori e mi fa segno di salire in macchina, è con la Golf
C:no, sali con me in bus.
Car: daiii. Allora ti raggiungo in macchina.
C: no o stai alle mie regole o niente.
Inizio a camminare verso la fermata dopo il tecnico.
Car: no dai, di là mi vedono.
Sorrido tra me e me. Sono una stronza lo so!
Arrivo in fermata e mi siedo. Carlo si ferma con la macchina davanti a me
Car: dai cazzo!
C: ciao Carlo ci vediamo domani.
Dall'altra parte ci sono Federico, Gianni e Massimo e ci osservano. Carlo impreca non so che santi e lo vedo parcheggiare un po' più in là e arriva nervosamente da me e mi sussurra
Car: non ho il biglietto.
Glielo porgo
Car: cazzo sei proprio stronza.
C: già
Si siede in parte e i tre davanti a noi ci guardano allibiti.
Alzo la mano e li saluto. Massimo fa per parlare, ma Federico gli tira una botta sulla spalla
C: ma che problemi hai con il bus?
Car: c'è troppa gente.
C: tienti stretto lo zaino ed il portafoglio, ci sono gli scippatori.
Mi guarda spaventato ed io inizio a ridere per la sua espressione.
C: occhio anche ai maniaci
Si alza
Car: mi stai prendendo in giro
Fa per andarsene e lo prendo per un braccio
C: dai fifone sali ti proteggo io!
Arriva il bus e lo spingo dentro.
Si guarda attorno e gli sorrido
C: bravo ci sei riuscito.
Car: inizio ad odiarti.
C: ti sto risistemando l'immagine
Car: come? Facendomi fare la figura davanti a quei tre?
C: perché ce l'hai con loro? Li conosci?
Car: con Federico ho fatto asilo, elementari e medie.
C: ma quanti anni hai?
Car: mi hanno bocciato due volte e Federico una, l'anno che è morto suo papà.
Ha un'espressione strana
C: ma eravate amici?
Car: più o meno, Massimo e Gianni li conosco un po' meno.
C: perché non vi parlate più?
Car: possiamo parlare di altro?
Non gli chiedo altro ed arriviamo a casa. Mia mamma ci ha preparato il pranzo e poco dopo ci mettiamo a fare chimica, verso le 4 andiamo in palestra. Ridiamo per tutto il tempo perché è imbranato e non riesce a fare nulla, ma l'istruttore lo incita e lo convince ad iscriversi. Lo accompagno fino alla macchina e lascio che mi accompagni a casa e poi se ne va. Martedì mattina mi accompagna Azzurra e Carlo arriva dopo pranzo verso le tre e ci prepariamo per chimica e ripassiamo un po' matematica. Alle sei e mezzo scendiamo dalla camera.
Car: Cami grazie speriamo bene per domani mattina, è chiederti troppo di metterti vicino per il compito?
C: Carlo sei preparato vedrai che ci riesci, se riesco mi sposto, ma stai attento.
Car: domani pomeriggio vai in palestra?
C: il corso è alle cinque se vuoi venire, ma devi ripassare matematica, ricordatelo.
Car: e se vengo per le tre?
Ci giriamo verso la piscina e restiamo muti entrambi davanti a Federico a petto nudo davanti alla piscina che ci guarda con il suo sguardo cupo.
F: ciao
Guardo Carlo, è imbarazzato secondo me.
C:ciao.
Arriva Marco, il signore che c'era con lui quando è venuto il primo giorno
M: Federico quanti pezzi mancano?
Si mettono a parlare loro due e io spingo Carlo verso la macchina.
Car: cosa ci fa qua?
C: a quanto pare lavora al pomeriggio e aiuta quel signore in vari lavori, compreso la nostra piscina.
Carlo lo osserva mentre alza un pezzo e lo appoggia a terra
Car: lui ha fisico, altro che io..
Vorrei aggiungere che in questo momento mi sta facendo un sesso della Madonna, ma mi sembra poco carino e me ne sto zitta mentre i miei ormoni impazziscono, ma che cazzo mi prende? Mi sta anche sulle palle.
Guardo Carlo che come me sta osservando Federico. Ci guardiamo con aria perplessa. Ma perché mi sembra che stiamo pensando la stessa cosa? NO VUOI....ora la butto cazzo.
C: cazzo anche se mi sta sulle palle mi fa quasi sesso! A te no?
Cambia colore e si gira abbassando lo sguardo.
Car: in che senso?
C: Carlo guardami.
Alza lo sguardo lentamente, è impallidito e gli sorrido
C: lo stavi guardando come me e ho avuto l'impressione che stessi pensando la stessa cosa.
Lo guarda velocemente e mi giro. Federico sta alzando un pannello e ha tutti i muscoli del busto tesi ed è sudato.
C: cazzo, lo prendiamo e lo buttiamo in camera mia?
Gli scappa una risata e lo guardo sorridendo.
Car: forse se lo fai tu, gli va anche bene, se lo faccio io ti assicuro di no.
C: sei sicuro?
Sotto voce dice
Car: si.
C: temo che non gli vada bene nemmeno io, gli sto decisamente sulle palle, mettiamocela via. Ok ci vediamo domani mattina.
Fa per salire in macchina ma torna indietro e mi abbraccia.
Car: vero che non lo dici a nessuno?
C: cosa che ti sei iscritto in palestra? No tranquillo. Non è quello? Mi sfugge qualcosa?
Mi sorride e sale in macchina.
Lo guardo andare via, è gay e non lo vuole fare sapere a nessuno. Torno dentro sovrappensiero.
Mia mamma mi chiama
M: Camilla porta qualcosa da bere ai ragazzi.
Perché iooo? Vado fuori
C: ciao volete qualcosa da bere? Acqua, una birra.
Marco mi sorride
M: abbiamo quasi finito per oggi, tra dieci minuti una birra me la bevo volentieri grazie.
C: Federico anche per te?
Mi fa segno di si. Vado in cucina e nel frattempo arrivano Azzurra e anche papà. Prendo un po' di birre, le metto in soggiorno e anche delle bibite e patatine. Federico si è rimesso la maglia e con Marco si avvicinano al tavolo con mio papà.
P: ciao ragazze, tutto apposto? Cami con le ripetizioni?
C: si tutto ok.
Mia mamma sorride sorniona
M: ho sentito che viene qua anche domani.
C: si abbiamo due verifiche e vuole recuperare le insufficienze che ha.
M: solo per quello?
Prendo le birre e le stappo porgendole a Marco e Federico e una me la tengo
C: Mamma per favore!
Guardo Federico e i nostri sguardi si incrociano, appoggio la birra sulle labbra e ne bevo un po' e lui fa altrettanto.
P:heiii da quando bevi?
Oh cazzo per guardare Federico non mi sono resa conto di quello che facevo. Sento sghignazzare Azzurra e Federico sorride mentre beve.

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