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C: cosa vuoi fare allora?
B: non lo so. Grazie ancora per ieri sera, ho passato una serata stupenda con lui. È dolcissimo
C: faccio fatica a crederci, sarà che con me non è proprio così.
Ride
B: è uno stronzo lo so.
Resto ancora un po' al telefono e poi ci salutiamo.
Lunedì mattina mi accompagna Azzurra ed entro diretta. Ci sono tutti che mi guardano e mi sorridono salutandomi. Ad occhio mi sono fatta conoscere venerdì. In classe entra il prof di educazione fisica e mi guarda
Pr: Camilla speravo di poter iscriverti alla competizione di kich boxing ma ho appena scoperto che non ci sono ragazze a sufficienza per creare il gruppo femminile, che rabbia.
C: peccato, avevo anche chi mi allenava.
Pr: a me di più, però volevo complimentarmi ancora con te.
C: grazie
Esce ed entra il prof di matematica. La mattina scorre veloce e all'una scappo in fermata a prendere il bus. Oggi vado in palestra. Mi siedo nella panchina guardando il telefono, nuovamente con la malinconia che mi attanaglia il cuore, finché non mi sento salutare. Alzo la testa e guardo al di là della strada. Ci sono Federico, Gianni e Massimo.
G: sono andati a casa i ragazzi?
C: si vi salutano. Massimo come stai?
Attraversa la strada e si piazza davanti a me serio. Gianni lo segue e lo guarda. Non mi alzo neanche
M: vorrei sapere cosa te ne importa.
Alzo le spalle sospirando chiedendomi cosa ho fatto ora
M: e mi spieghi perché sabato ti sei pensata di mettere in scena il teatrino?
C: il risultato ti ha dato fastidio?
M: non è quello il punto, non capisco perché l'hai fatto, pensavi di diventarmi simpatica e che ti avrei ringraziato? Ci sarei riuscito anche da solo a farglielo dire.
Gianni lo guarda sempre più male e Federico attraversa la strada.
Mi alzo e mi avvicino guardandolo negli occhi.
C: non l'ho fatto per te, l'ho fatto per Benedetta perché stava male e si, l'ho fatto anche per me, ma non per quello che hai detto tu.
M: ah no? Per cosa allora?
B: per una soddisfazione personale. Per capire se l'amore effettivamente può superare ogni ostacolo. Per capire se si può amare anche uno stronzo come te, arrogante, villano e sfacciato.
C: Ecco, sabato Benedetta me l'ha confermato e mi ha dato la speranza che come lei ama te, qualcuno possa amare anche una stronza, pazza, sfacciata ed altro come me! Comunque patti sono patti, se stai bene, ora puoi picchiarmi, facciamola finita e da oggi mi faccio i cazzi miei.
Fa un passo indietro e il suo sguardo cambia.
C: e allora? Vuoi prendermi di sorpresa alle spalle? Ora non hai voglia? Strano perché mi sembri carico. Sono qua, fai quello che devi fare cazzo e facciamola finita!
Allargo le braccia e lo guardo e lui si avvicina minaccioso. Federico fa un passo verso di lui.
M: tu non sei normale!
C: mai stata! Deciditi o mi picchi o salgo in bus che non ho tempo da perdere.
Alza la mano e mi prende il viso senza farmi male ed io sto ferma immobile guardandolo negli occhi. Mi guarda negli occhi con uno sguardo che non capisco
F: MASSIMO la pianti?
Mi lascia, si gira e se ne va. Federico mi osserva sempre con quei maledetti occhi azzurri ed il suo sguardo di disapprovazione e segue Massimo. Di certo non è lui che vuole una come me. Gianni mi mette una mano sul braccio
G: Camilla stai bene? Sei pallida. Non so cosa gli prenda, a volte non lo capisco. Lo fa solo per provocare, non ti avrebbe fatto nulla.
C: gli sto sulle palle esattamente come a Federico. Tranquillo sto bene. Ciao
G: Camilla non credo sia così difficile amarti come hai detto tu. Non sei una stronza.
C: Gianni grazie del tentativo di sollevarmi il morale.
Mi avvicino e gli do un bacio sulla guancia e salgo in bus. Gianni attraversa la strada e vedo che va via senza andare da Massimo e Federico, no non voglio che litighi con loro a causa mia. Non ho neanche il suo numero. Vado a casa e verso le cinque vado in palestra con Azzurra, Carlo è già che corre e mi saluta da distante. Stasera Azzurra ha voluto provare il corso di pole dance. Mi ferma Daniel
D: trovato nessuno per il corso?
C: no ma se sento mi ricordo di te. Io niente gare.
D: peccato. Prova di pole dance? Con la muscolatura che hai, parti avvantaggiata vedrai.
C: non so è tutt'altro di quello che ho sempre fatto.
D: si ma è molto difficile e duro vedrai.
Entro e dopo un'ora usciamo con Azzurra arresa ed io invece cocciuta e curiosa, ho deciso di fare il corso perché voglio vedere fin dove riesco ad arrivare. Ho male alle spalle però. Mi fermo un po' a correre con Carlo e poi andiamo a casa. Per tutta la settimana vado con Azzurra o prendo la prima fermata infilandomi velocemente a scuola, non ho più voglia di scontrarmi con nessuno. Non so neanche perché mi sono fissata. Mi dispiace per Gianni più che altro. Benedetta è sempre combattuta e si vede di nascosto con Massimo dicendo ai suoi che è sempre con me e mi dispiace dirle di no. Questa settimana sono tornata a fare il corso di pole dance, mi piace, non pensavo. Venerdì faccio per scendere e la solita vecchietta mi blocca e mi costringe a scendere alla seconda. Se non avessi verifica scenderei alla prossima ancora. Scendo e velocemente vado verso la scuola sperando di non trovare nessuno. Mi sento afferrare per un braccio e mi giro già pronta. Gianni mi sorride
G:ciao non ti ho più vista e non ho il tuo numero di telefono. Come stai?
Mi guardo attorno e vedo Federico e Massimo già davanti alla scuola
C: ti detto il mio, volevo scriverti anche io.
Ci scambiamo il numero
G: cosa volevi dirmi?
C: ti ho visto scappare via senza fermarti dai ragazzi, dimmi che non gli hai detto nulla.
G: più o meno,
C: ti prego non litigare con loro a causa mia, piuttosto non parlare con me e tieniti loro, non voglio che ti rovini l'amicizia con loro per me.
G: non sei tu il problema Camilla. Comunque non ti preoccupare, ci parlo si, ma voglio parlare anche con te. Mi spieghi perché continui, nonostante tutto, ad aiutare Benedetta per vederlo?
C: come lo sai? Massimo lo sa?
G: in realtà no, Benedetta l'ha detto a me, lui pensa che esca tranquillamente. So che anche sabato l'hai aiutata ad uscire.
C: ecco non dirglielo, lo faccio per lei. Lei non sa della discussione che ho avuto con Massimo? Io non le ho detto nulla.
G: stavo per dirglielo, ma poi ho lasciato stare, non voglio farlo litigare, dovresti dirglielo tu.
C: no è una questione tra me e lui, gli sto distante e basta. Scusa ma vado.
G: ciao anche io.
Scappo via.
Finito le lezioni Carlo viene a casa con me per fare ripetizioni e poi andiamo in palestra. Faccio la lezione di pole dance e poi lo raggiungo negli attrezzi.
Car: domani sera c'è una festa in disco vieni?
C: no ho una cena con i colleghi di lavoro di papà. Devo decidermi se mettere vestito o i pantaloni.
Car: vestito e poi ti spiego cosa abbinare.
C: ok capo. Hai trovato un lavoro?
Car: non so cosa fare.
C: ci ragiono.
Finiamo e andiamo a casa. Sono le sei e mi arriva un messaggio da papà
P: ''ciao io e mamma andiamo via e torniamo dopo cena. C'è Federico che sta sistemando le ultime cose e Azzurra, però lei tra un po' va via, come sei messa?"
C:" sto arrivando"
P:''perfetto"
Car: cosa è quella faccia?
Gli spiego
Car: non so cosa dirti, salutato e lascialo lavorare. Ti farei compagnia ma non posso.
C: tranquillo.
Arrivo ed entro, lui non si gira nemmeno e Azzurra mi chiama su.
C: dimmi
A: io vado fuori a cena, sei sola finché non tornano mamma e papà, ti fidi?
C: si, quando Federico va via mi chiudo dentro. Ne ha per tanto secondo te?
A: non so, so che dovrebbe finire. Ok vado
Scendo con lei.
C: hanno messo finalmente le tende alle vetrate, almeno non si vede più dentro da fuori.
A: si le preferisco anche io così. Cami vado, mi raccomando chiuditi dentro e chiama se hai paura, mamma e papà non dovrebbero arrivare tardi.
C: vaiiiii
Esce e resto ferma in sala osservando fuori Federico che sistema un pannello. Mi avvicino alla porta scorrevole d'uscita che butta al giardino. Ora è tutto chiuso e di entra diretti in piscina. Faccio un paio di passi ed entro.
C: ciao, se ti serve qualcosa ci sono io, sono qua in sala.
I suoi occhi azzurri mi fissano e il mio cuore fa in salto, ma perché mi fa sto effetto?!
F: ok cerco di finire così poi siete apposto.
Rientro e mi butto nel divano a studiare. Dopo mezz'ora sento cadere qualcosa e Federico brontolare qualcosa, vado di là e mi avvicino.
C: hai bisogno?
Si gira pallido tenendosi la mano, è pieno di sangue
C: cosa hai fatto?
F:mi sono tagliato con quel cazzo di taglierino.
C: vieni con me.
Mi segue e andiamo in bagno, gli prendo la mano e la metto sotto il rubinetto.
Ha un taglio abbastanza profondo sotto il pollice della mano sinistra.
C: è fondo. Resta sotto il rubinetto.
Mi sposto e prendo un asciugamano pulito
F: no lo sporchi di sangue.
Non lo ascolto e gli prendo la mano bloccando il taglio e comprimendo. Guardo e continua a sanguinare. Tampono ancora.
C: ti faccio male? Scusa sto cercando di bloccare.
F: no
.
Pov's Federico
Quanto sono rincoglionito, mi sono tagliato come un cretino per guardare dove era perché non la sentivo, con le tende non si vede più dentro. È davanti a me e mi sta tenendo la mano bloccando il taglio. È così vicina che sento il profumo che ha nei capelli. Alza la testa ed i suoi occhi mi osservano preoccupati, però è tranquilla. Dopo lo scontro che ha avuto con Massimo non l'ho più vista se non di sfuggita stamattina. Mi sono spaventato quel giorno, Massimo ha davvero esagerato, dopo ci ho quasi litigato e siamo tornati a parlarci oggi. Gianni era preoccupato per Camilla. Oggi ho detto di sì a Marco per riuscire in parte a vedere come stava. Mi sento in colpa per non essere intervenuto, non le avrebbe mai fatto niente, ma è stato uno stronzo e lei mi ha spiazzato nuovamente con il suo discorso e anche Massimo, me l'ha detto oggi.
F: non ti dà fastidio il sangue?
C: non più di tanto. Mi sono fatta male spesso, sono in po' irruenta forse l'hai capito.
Mi mostra un taglio sul polso.
C: uno dei tanti.
F: fatto come?
C: saltando una finestra di un vecchio istituto
Mi scappa mezza risata
F: non voglio sapere perché stavi entrando
C: oh nulla di che, andavamo a giocare nel campo da pallacanestro che ha dentro, solo che per scappare sono passata per dentro ed ho messo una mano sulla finestra con il vetro rotto
F: scappare...
Toglie l'asciugamano ed il taglio non sanguina più tanto. Allunga la mano e prende un disinfettante e un garza pulendo attorno. Prendere dei cerotti
C: sono gli steril strip, forse così non serve che vai a farti dare punti, proviamo, poi vedi tu. Devi stare fermo con la mano.
Sono fermo immobile che la guardo e lei con calma inizia a metterli. Continuo a sentire il suo profumo ed ora il calore della sua mano. Respiro a fondo.
Ha la mano ferma e delicata, ha delle belle mani e la felpa con la cerniera un po' aperta dove il mio sguardo cade nuovamente, distolgo lo sguardo.
C: comunque scappavo da un ragazzo che voleva prendermi, tanto per cambiare. Avevamo litigato per la partita.
F: ti ha preso?
C: si ma si è spaventato quando ha visto sangue e non ha fatto più nulla e nel frattempo era arrivato Ale in soccorso.
F: il tuo bodyguard
Sorride dolcemente
C: diciamo che ci guardavamo le spalle a vicenda, non so tra me e lui chi sia peggio.
F: vi vedrei bene assieme
C: io no, assieme facciamo danni, per lui ci vuole Laura. Infatti era lei quella che calmava entrambi. Non che sia una santa, ma è la più ragionevole. Loro due stanno bene assieme.
F: lui magari non è d'accordo.
Continua con calma a mettere i cerotti
C: scusa sposta la mano e appoggiala qua.
Si mette davanti a me di schiena, è quasi attaccata al mio corpo e mi viene voglia di appoggiare il viso tra i suoi capelli ed abbracciarla. Sposto la testa sopra la sua spalla e guardo la mano.
C: ahhh che bel lavoretto. Che dici?
Gira il viso verso di me e mi ritrovo le sue labbra vicinissime alle mie. Perché è così gentile con me? Non ho fatto nulla per meritarmelo. Si allunga con il braccio e prende un rotolo di garza e mi fascia una parte della mano e la blocca
C: ecco così non dovrebbe aprirsi. Comunque domani guarda e valuta. Dovresti evitare di bagnarti per un po'. Ti manca tanto per finire in piscina? Perché non è il caso che sforzi.
Esce da bagno e la seguo in piscina.
Pulisce a terra dove ho perso sangue e mi rimette gli attrezzi nella cassetta. Non riesco a parlare e seguo ogni suo movimento
C: perché prima hai detto che Alessandro non è d'accordo?
F: perché ho avuto l'impressione che gli piacessi tu.
C: ah nooo. È perso per Laura e lei di lui solo che non se lo dicono.
Perché mi sento sollevato?
F: mi sembrava geloso di te.
C: no, è solo protettivo e preoccupato.
Non mi hai detto cosa devi finire in piscina.
F: ho finito, mi sono fatto male riponendo gli attrezzi.
Chiude la cassetta e si guarda attorno e poi incrocia i mie occhi
C: bene, quindi non vieni più?
F: esatto, tolgo il disturbo
C: per me non sei un disturbo. Vuoi qualcosa da bere?
Esce con la borsa degli attrezzi che pesa parecchio, come nulla fosse. La osservo nuovamente, ha i muscoli del braccio teso, mi verrebbe da toccarla per sentirli, è strano vederlo in una ragazza. Ha su una tuta abbastanza attillata, ha un gran bel sedere ha ragione Massimo, però mi girano le palle pensando al suo commento. Mi torna in mente la foto che ha nel telefono, fatta da Azzurra, con la divisa corta, la camicia sbottonata, con i tacchi, è terribilmente sexy e quel idiota me l'ha ribadito in spogliatoio, stavo per tirargli un pugno. Mi ritrovo nuovamente a mangiarmela con gli occhi cazzo, la devo piantare. Tra l'altro non capisco come fa ad essere gentile con me! Appoggia la borsa vicino alla porta,si abbassa e la felpa si alza scoprendo un po' di schiena e intravedo il bordo degli slip. Mi giro per non guardarla,cazzo ho la testa in pallone, ma cosa mi prende? Si alza e va in cucina
C: vieni? Cosa bevi? Birra?
La raggiungo
F: no devo guidare
C: giusto tolleranza zero per tre anni.
F: va bene una coca grazie.
Sono quasi le sette e mezza e la pancia mi brontola per la fame.
C: anche io ho fame. Ti direi di fermarti a mangiare una pizza, ma dubito tu abbia voglia.
F:mia mamma mi aspetta, comunque grazie.
Il suo sguardo diventa nuovamente triste. È delusa glielo leggo negli occhi.
F: sei da sola a cena?
C: si. Va bene ti accompagno alla macchina, ti aiuto con la borsa.
F: mi arrangio tranquilla.
Le suona il telefono sul tavolo e prima che lo prenda, riesco a vedere il nome di Benedetta. Risponde
C: ciao dimmi? Si tranquilla, va bene, mandami il solito messaggio quando sei a casa così mi regolo se ci chiedono qualcosa. Sono a casa sola quindi puoi uscire anche ora si. Te l'ho detto mi basta vederti contenta, però sai che devi affrontarli. Ciao buona serata.
Riappoggia il telefono e va verso la porta prendendo la borsa e apre. La seguo fino alla macchina. Apro e lei mette la borsa dentro e mi guarda.
C; grazie per il lavoro.
F: grazie a te per la medicazione.
C: ciao.
Si gira senza aggiungere altro e va dentro chiudendo la porta. Vedo che fa partire l'allarme.
Salgo con una stretta allo stomaco e il solito senso di colpa. Per strada chiamo Massimo
M: ciao Fede
F: cosa fai stasera?
M: sta arrivando Benedetta e usciamo a mangiare qualcosa.
F: voi due soli?
M:si, strano ma vero, non so come fanno a star zitti i suoi.
F:sanno che è con te?
M: non so cosa gli abbia detto, ma la lasciano uscire.
F: ok ciao a domani.
Camilla sta coprendo Benedetta, ma Massimo non lo sa. Perché lo fa? Dopo quello che è successo lunedì io al posto di Camilla gli direi di arrangiarsi. Sto guidando e noto tre tipi saltare la staccionata di una casa e correre verso il quartiere di Camilla. Ma cosa cazzo fanno? Mi giro e torno indietro cercando di capire dove sono. Sento un allarme scattare. Chiamo i carabinieri, mi rispondono e gli spiego cosa ho visto. In quello vedo una macchina ferma, dal nulla sbucano e salgono i tre tipi di prima e scappano, sempre verso la casa di Camilla e gli descrivo la macchina ai carabinieri, mi dicono che arrivano. Cazzo è anche da sola. Torno verso casa sua e la chiamo ma è occupata. Riprovo e finalmente risponde
C: dimenticato qualcosa?
F: no, solo che mia mamma mi ha appena detto che esce e volevo sapere se il tuo invito è ancora valido.
C: certo, ordino un'altra pizza, cosa vuoi?
F: fa lo stesso, arrivo.
Non volevo spaventarla.Chiamo mia mamma e la avviso che ho un imprevisto. Parcheggio e mi guardo attorno finché non apre ed entro velocemente. Mi sta guardando stupita.
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Pov's Camilla
Mi asciugo velocemente le lacrime sperando che non si veda che stavo piangendo e poco dopo suona e apro la porta ancora incredula. Cosa gli ha fatto cambiare idea? Per quanto sapessi la risposta, prima ci sono rimasta nuovamente male al suo ennesimo rifiuto, non so neanche cosa mi abbia spinto a chiederglielo. Mi ha guardato male per tutto il tempo che l'ho medicato. C'è stato un attimo solo che ho letto uno sguardo diverso, quando era alle mie spalle e mi sono girata a guardarlo, ma ero troppo intenta a trattenermi a non appoggiare le mie labbra sulle sue per recepire e capire il suo sguardo. Poteva essere data da qualsiasi cosa la sua espressione, forse anche di dolore.
L'attrazione che ho per lui è sempre più forte e mi porta a fare cose stupide come chiedergli di fermarsi e impiegarci il triplo del tempo per medicato pur di sentirlo vicino e toccarlo. Sono stata stupida io ad avvicinarmi così tanto, ma non riuscivo a mettere bene i cerotti altrimenti. Entra guardandosi le spalle.
F: riaccendi pure l'allarme.
Mi osserva ed io sfuggo al suo sguardo per non fargli vedere gli occhi rossi.
C: ho preso una margherita e poi se ti piace la mia facciamo a metà
F: si va bene.
Lo vedo guardare in giardino.
C: ti fa male la mano?
F: non tanto. I tuoi a che ora tornano?
Penso sulle dieci.
Preparo la tavola velocemente e passo davanti allo specchio, si vede che ho pianto dannazione. Mi guardo un attimo e me lo ritrovo alle spalle che mi guarda.
F: stavi piangendo..
C: ogni tanto mi faccio prendere dalla malinconia, niente di grave, passa.
F:ti mancano i tuoi amici e la tua scuola mi sembra di avere capito.
C:si
F: che scuola facevi?
Inizio a spiegargli la scuola e i miei compagni chi erano e come eravamo in classe.
F: mi sembra di aver capito che il preside ti conosce bene
C: alla fine eravamo amici.
F:per cosa ci finivi in presidenza? A parte minacciare di dare fuoco ad un ragazzo.
C: ohhh....liti, discussioni con i prof, ritardi, scherzi, giochi fatti in classe e non graditi.
F: ma sempre tu?
C: no assieme ad altri ma poi parlavo sempre io, per quello mi chiamava capo banda.
Si mette a ridere
F: perché tu scusa?
C: perché ero quella che andava meglio a scuola e riuscivo a convincerlo con calma di cose assurde. Una volta ci hanno beccati con una vodka in classe, non ti dico il putiferio. Stavamo per beccarci una sospensione e io con calma ho spiegato al preside e al prof che ci ha beccato, che ci serviva in laboratorio per degli esperimenti.
Continua a ridere, mi piace vederlo cosi.
F: ma ti hanno creduto?
C: diciamo che il Proff di laboratorio mi ha aiutato quando è stato chiamato.
F: ti ha dato corda?
C: certo, non poteva fare altro visto che lo avevamo beccato fuori una sera ubriaco marcio e lo avevamo aiutato ad andare a casa, avanzavamo un piacere.
F: che infami!
C: perché? Il preside poi alla fine ha mandato fuori tutti e mi ha messo la bottiglia davanti e mi ha detto "Camilla ma voi vi bevete vodka da discount?" Io l'ho guardato e gli ho risposto di no che infatti serviva per il laboratorio. Mi ha guardato ridendo e mi ha risposto che ero falsa fino alla fine ma che prima o dopo mi avrebbe beccato.
F: non ci sei cascata.
C: comunque faceva veramente schifo quella vodka.
Sorride. Mi suona il telefono, è nuovamente Alessandro e rispondo
C: dimmi
A: prima mi hai messo giù, stavi piangendo?
C: no tranquillo
A: non mi piace saperti sola
C: non lo sono
A: e con chi sei?
C: Federico è tornato e mangia la pizza con me.
A: passamelo
C:non credo proprio.
A: dai nulla di che, muoviti o fatti dare il numero
C: Federico ti passo Alessandro
Gli porgo il telefono
F: ciao dimmi
Lo ascolta e mi guarda con un'espressione indecifrabile e poi gli detta il suo numero e me lo ripassa
C: devo preoccuparmi?
A: assolutamente no! Buona serata.
Metto giù e suonano il campanello, deve essere quello delle pizze. Mi alzo e Federico con un salto arriva prima di me e guarda fuori.
F: aspetta un attimo.
C: è quello delle pizze.
F: esco io, disattiva l'allarme
C: devo pagare
F: faccio io
C: esco io
Alla fine usciamo assieme ed un ragazzo viene avanti con le pizze. Le pago e rientriamo.
C: ti vedo nervoso.
Chiude la porta e mi fa mezzo sorriso
F: no è che non mi fido tanto di chi consegna le pizze.
Mi metto a ridere e lui mi sorride
Ci mettiamo a mangiare e ci dividiamo le pizze
F: avanzi i soldi
C:no mi stai facendo compagnia figurati e poi ti ho invitato io.
F: ma che sport hai fatto?
Gli racconto delle mie competizioni
F: Alessandro ti è sempre accanto, scusa rispondo un attimo al messaggio.
Guarda il telefono e risponde, ha una faccia divertita e poi lo ripone sul tavolo. Nel frattempo ho preso un dolce che ha fatto mamma e gli porgo una fetta e la mangia. Un rumore strano ci fa saltare in piedi entrambi
F: cos'è?
C: non so, sembra fuori.
Andiamo dalle vetrate, c'è confusione fuori e mi sembra di vedere un lampeggiante, forse sono passati i carabinieri. Cerco di aprire la porta ma Federico mi prende per un braccio
F: dove vai?
C: vado a vedere cosa succede
F: aspetta non uscire
Non lo ascolto ed apro la porta seguita da lui che brontola. Tutto ad un tratto due ombre passano di corsa davanti al cancello e lo saltano, venendo verso di noi. Sono coperti in viso.Non so più cosa fare e quando sono vicini Federico si para davanti a me e cerca di indietreggiare verso la porta spingendomi. I due lo prendono e lo buttano a terra, inizio ad urlare e uno mi blocca tappandomi la bocca. Federico è a terra immobile che mi guarda e mi rendo conto che quello davanti a lui ha una pistola. Ho il cuore a mille e il panico che mi blocca. Quello con la pistola fa segno a Federico di alzarsi ed entrare e mi sento spingere verso dentro. Vedo il lampeggiante venire verso di noi. L'uomo con la pistola mi si avvicina. Ho un attimo di lucidità o follia, non lo so e sorretta dal braccio di chi mi blocca, alzo le gambe e tiro un calcio alla mano dove tiene la pistola ed all'uomo. Quello che mi tiene per un attimo molla la presa e mordo brutalmente la mano che ho davanti alla bocca. Mi molla e cado a terra e gli tiro un pugno secco in mezzo alle gambe. Federico nel frattempo va addosso all'altro. Urlo e vedo il lampeggiante fermarsi. Quello che ho colpito, è a terra senza fiato, ma l'altro butta su per il muro Federico e prende la pistola a terra puntandola verso di lui mentre i carabinieri urlano di buttare l'arma. Presa dal nuovamente dal panico mi butto addosso a Federico per coprirlo
F: CAMILLA NO.
Sento partire uno paio di spari e poi confusione dietro di me. Vado addosso a Federico e alzo lo sguardo incrociando i suoi gli occhi azzurri spaventati.
F: Camilla
C: Federico stai bene?
F: si
Sento bruciare un braccio. Mi guardo e vedo sangue nella felpa. Mi giro, i carabinieri hanno bloccato i due tipi e li portano via in macchina. Arriva un'altra pattuglia.
F: Camilla ma tu sei fuori, ma perché non mi hai ascoltato? Dovevamo restare dentro, come cazzo hai fatto a colpirlo?
Inizio a tremare e a piangere e lui mi abbraccia
C: non so neanche cosa ho fatto.. scusami poteva spararti per colpa mia.
Si avvicina un carabiniere mentre gli altri portano via i due uomini
Car: ragazzi state bene?
F:erano tre...
Lo guardo, come fa a saperlo?
Car: si il terzo preso in strada, per fortuna un ragazzo ci ha chiamato. Sei tu?
Federico gli fa segno di si e gli spiega che li aveva visti saltare fuori da una casa ed era tornato indietro da me. Poi gli spiega cosa è successo ora. Io continuo a piangere tenendomi il braccio che mi fa sempre più male. Federico continua a stringermi ma quando mi passa la mano sul braccio mi lamento e si allontana guardandomi
F: Camilla ma sei ferita.
Lascio la mano e la felpa si riempie di sangue
C: non credo bastino degli steril strip
Federico impallidisce ed il carabiniere mi fa entrare e sedere.
Car: fammi vedere.
Federico mi aiuta ad abbassare la felpa sul braccio, ho un buco.
C: mi mancava una cicatrici da proiettile.
Il carabiniere guarda la ferita ed esce guardando il muro e torna dentro con un proiettile in mano.
Car: per fortuna si è piantato sul muro, è il caso che andiamo in pronto soccorso, perdi sangue.
C: fammi vedere
Sono più scossa per quello che è successo che per la ferita sinceramente. Cerco di calmarmi, mi guardo allo specchio, mi tolgo la maglia restando in canottiera mi metto l'asciugamano sul braccio. Il carabiniere mi osserva preoccupato.
Federico è pallido.
Car: ho bisogno dei vostri dati e poi vi accompagno in pronto soccorso e nel mentre faccio il verbale
Gli do i miei dati e Federico i suoi.
Car: sei minorenne, puoi chiamare i genitori della tua ragazza?
F: Camilla chiamo io tuo papà?
C: faccio io.
Prendo il telefono e chiamo papà
C: papà quanto vi manca per tornare?
P: tra un'oretta penso, problemi?
C: nulla di grave tranquillo, ma ho un problema al braccio e vogliono che vada in pronto soccorso e poi un altro problemino.
P: Camilla cosa hai combinato sta volta? Chi vuole che vai in pronto soccorso?
C: io nulla sto giro
Federico mi guarda male e sussurra
F: se mi ascoltavi e restavi dentro..
C: e se tu mi dicevi perché eri tornato indietro...
F: non volevo spaventarti!
P: ma con chi parli?
C: c'è anche Federico... papà..
Gli racconto velocemente cosa è successo.
P: arriviamo.
Il carabiniere esce cercando il suo collega e Federico mi guarda.
F:come stai?
C: sono più spaventata per quello che è successo che per il buco sul braccio.
Perché non mi hai detto perché sei tornato?
F: non volevo spaventarti, te l'ho detto. Certo che trattenerti è difficile cazzo non ascolti mai nessuno?!
C: lo so. Poteva spararti cazzo.
F: e invece ha sparato a te. Cosa ti sei pensata di buttarti addosso.
C: perché mi scocciava ti sparasse, hai già un taglio sulla mano, direi che ti basta in una sera.
Si guarda la mano e la garza è piena di sangue.
C: ecco hai rovinato il mio lavoro, te l'avevo detto di non fare sforzi.
Gli sorrido e lui prima mi guarda male e poi si avvicina di colpo e mi abbraccia per poi guardarmi vicinissimo, tanto vicino, sempre più vicino, ho quasi l'impressione di sentire le sue labbra sulle mie o lo sto sperando. Sento arrivare la macchina dei miei e si stacca velocemente.
Dopo poco arrivano di corsa ed entrano con il carabiniere di prima.
Papà ci guarda entrambi
P: vi siete fatti male entrambi.
F: io prima lavorando
P: Gabriella resta a casa che sta arrivando Azzurra ed io porto i ragazzi in pronto soccorso.
Mia mamma è agitatissima e si chiude dentro, mentre noi due saliamo con papà seguito dai carabinieri. Per strada papà vuole sapere tutto e Federico gli spiega.
P: Cristo se non tornavi era da sola. Conoscendoti saresti uscita lo stesso.
C: può essere.
P: Federico grazie per essere tornato indietro.
F: non deve ringraziarmi, ho sbagliato a non dirglielo, forse evitava di uscire.
P: Federico non è detto conoscendola, credimi.
Federico mi osserva, cosa sta pensando?
Guardo fuori dal finestrino, papà ha ragione, a volte sono incosciente, non sono facile lo so. Arriviamo in pronto soccorso e mentre aspettiamo finiamo con i carabinieri e dopo ci sediamo ad aspettare. Mio papa si mette accanto a me e mi prende il viso
P:piccola come stai? Sei troppo silenziosa per essere tranquilla.
C: grazie per non avere portato via la mamma, mi avrebbe messo ancora più ansia
Sorride
P: ho chiamato apposta Azzurra per tenersela a casa.
C: si Azzurra con lei va d'accordo, è me che non sopporta
Sento lo sguardo di Federico addosso.
.
Pov's Federico
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Tutto avrei pensato ma una serata simile no. È successo tutto così velocemente che non riesco ancora a rendermi conto del pericolo che abbiamo corso. Mi sento nuovamente in colpa per Camilla, avrei dovuto dirglielo e forse non usciva. Suo papà dice che l'avrebbe fatto lo stesso, ho capito che è imprevedibile e un po' pazza, ma forse riuscivo a bloccarla. Quando li ho visti entrare ho cercato di buttarla dentro, ma non ci sono riuscito, ha forza dannazione. Quando l'ha bloccata ed ho visto la pistola mi sono sentito l'adrenalina bloccarmi al momento. Poi ho visto lei tirare un calcio a quello di fronte a me con una velocita e forza assurda e cadere ed ho reagito anche io. Poi quella pazza si è parata tra me e l'uomo armato e quando ho sentito gli spari mi sono sentito morire. Per fortuna l'ha presa di striscio. Vederla piangere tra le mie braccia è stato una sensazione stranissima, non me lo aspettavo o non so, non volevo lasciarla andare. Dentro è riuscita anche a scherzare sulla mia mano. Stavo per baciarla, o forse l'ho quasi fatto, mi sembra quasi di avere sentito il calore delle sue labbra, o forse mi sbaglio, mi ha bloccato l'arrivo dei suoi. Volevo consolarla, calmarla, no...volevo baciarla e basta!
Guardo il telefono e rileggo i messaggio di Alessandro, quelli di prima quando gli ho dato il numero
A:" grazie per essere tornato da lei, ho bisogno di sapere che qualcuno un po' la controlli e le faccia compagnia"
F:" non so se a lei vada bene che lo faccia io"
A:" l'importante che vada bene a te. L'ho vista come la guardi, non sono scemo. Non ne approfittare o so dove trovarti 😂"
F:" non mi sembra una che si fa controllare e tanto meno indifesa comunque"
A:''tu se puoi, fallo e basta per cortesia. Carlo non basta, bravo ragazzo, ma è lei in questo caso che lo sta proteggendo, l'ho già capito"
F:" dove posso ci proverò"
A:" NO TU NON CI DEVI PROVARE CON LEI ,DEVI PROTEGGERLA, È DIVERSO🔪🔪🔪😂''
F:" Senti un po', ma non ti basta quella bella bambolina che hai là? Secondo me è innamorata di te!"
A:" magari! Lascia stare. Buona serata e grazie"

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