Si guardava continuamente.
Si guardava sullo schermo del suo telefono ormai obsoleto, sul vetro dell'autobus e sul piccolo specchietto che teneva in borsa.
Si guardava per paura del modo in cui potesse apparire alla gente: aveva paura che le espressioni del suo viso lasciassero trasparire il suo bisogno di affetto, la mancanza di calore umano, e, di conseguenza, la tristezza ed il vuoto che percepiva continuamente.
Aveva appena finito di osservarsi al suo piccolo specchietto tascabile che subito passava ad esaminare la sua collana; era una specie di abitudine: era composta da un ciondolo a forma di spicchio di luna, e, incollata sotto di essa, una piccola croce.
Non conosceva assolutamente il significato di quel gioiello ma, dal momento in cui sua madre glielo diede, acquisì molto valore.
Ricordava bene quella scena: sua madre era sul letto d'ospedale e le stava dando gli ultimi saluti. Quella donna, la stessa che l'aveva messa al mondo, la osservava con gli occhi spalancati; i capelli leggermente appiccicati con il sudore sulla fronte, affaticata dalla battaglia che stava cercando di combattere contro la demenza frontotemporale. E purtroppo arrivò a perderla, quella dannatissima guerra.
Entrambe avevano le lacrime agli occhi, e, quando Sierra, allora dodicenne, prese in mano il ciondolo e se lo legò al collo, non volle e non ebbe la forza di chiedere alla madre il motivo per cui glielo stesse dando e cosa avesse di speciale.
D'altronde non avrebbe ricevuto risposta: le sue palpebre si stavano chiudendo lentamente, e la figlia ebbe solo la prontezza di dirle "Ti voglio bene", mentre piangeva e si passava la collana tra le mani.
La perdita della madre fu terribile anche per suo fratello e per suo padre, ma per lei, invece, fu proprio devastante.
Non riusciva più a mettere piede in casa perché ogni angolo, ogni sedia o addirittura ogni granello di polvere che fluttuava in aria, le ricordava dei momenti felici passati a giocare, a ridere e persino a litigare con lei: quella bellissima donna dai capelli ramati e dagli occhi verdi che amava alla follia la vita, e, soprattutto, la sua bellissima famiglia.
Dopo neanche una settimana dalla sua perdita, quindi, decise di andare via.
Il padre, d'altronde, capì che era meglio lasciarla fare, che ognuno affrontava il dolore a modo suo, e quindi, la soluzione migliore per lei, era andare a stare dai nonni per tutto il tempo necessario per riprendersi e tornare a sorridere come un tempo.
Per un secondo posò lo sguardo fuori dal finestrino, e, nonostante le gocce di pioggia le ostacolassero la vista, lesse un cartello: Beacon Hills.
Tornava a casa dopo quattro lunghi anni e non era ancora convinta di aver fatto la scelta giusta, ma la mancanza del padre e del fratello, ora che aveva abbastanza metabolizzato il lutto, si faceva parecchio sentire.
Quegli anni lontani da loro erano stati un'agonia, ma non voleva ammetterlo: era troppo testarda ed orgogliosa per ammettere, anche solo a sé stessa, di aver fatto una scelta troppo azzardata.
Decise bene di tornare ad armeggiare con il suo specchietto, e, questa volta, si concentrò sui suoi occhi: era sempre stata curiosa di sapere il motivo per il quale, sebbene suo padre avesse gli occhi azzurri e sua madre verdi, lei e suo fratello, alla nascita, riportassero entrambi dei grandi occhi castani, con delle sfumature chiare simile al colore del miele.

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𝐏𝐮𝐬𝐡 𝐦𝐞 𝐛𝐚𝐜𝐤 • 𝐃𝐄𝐑𝐄𝐊 𝐇𝐀𝐋𝐄 •
FanfictionSierra Stilinski, sorella gemella di Stiles, torna a Beacon Hills dopo quattro anni, dopo aver superato il lutto per sua madre. Timida, insicura ed estremamente sensibile, la piccola Stilinski crede che, tornando a casa dopo anni, troverà tutto com...