trentatré

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Sierra Stilinski si ritrovò presto a ringraziare il Signore, o chi per lui, per averle permesso di bearsi del battito del cuore del suo ragazzo a terra. Certo, era ancora debole, ma era vivo. Nonostante ciò, i suoi sensi di colpa non svanirono affatto, e mentre tutti gli altri compresi i coinquilini, lasciavano il loft, la piccola Stilinski si era imposta di rimanere nonostante fosse ancora parecchio arrabbiata con il ragazzo.

Doveva ammetterlo che non era facile resistere a Derek Hale mentre gli passava sul petto nudo e sugli addominali una crema per le ustioni, nonostante sapeva benissimo che non ne avesse bisogno.

Entrambi si limitavano al silenzio: quello di Sierra era freddo, tagliente e scostante; quello di Derek era miracolosamente divertito dalle espressioni di lei, nonostante sapesse bene che non fosse quello il momento di scherzare.

-Sai che non serve questa crema, e che guarirò da solo, giusto?- le domandò, squadrandola dall'alto al basso con aria di teatrale sufficienza. Inarcava leggermente la schiena quando sentiva quell'unguento freddo sulla sua pelle, oltre alle mani della piccola Stilinski che pareva bruciassero più delle sue ustioni, perché quello era l'effetto che lei aveva su di lui.

-Le tue ustioni non sono ancora passate, sto solo cercando di rendermi utile e scontare i miei sensi di colpa.- rispose Sierra, che però era fredda e scostante per davvero. Era dispiaciuta, certo, ma ciò non aveva annullato tutta la sua delusione.

-Sai che c'è?- domandò retorica pulendosi le mani, ormai seccata dall'atteggiamento del mannaro. -Penso che non ti sia gradito neanche il mio aiuto, visto che te la sei cavata benissimo in queste due settimane. Me ne vado.- sibilò a denti stretti, afferrando la sua felpa e avviandosi a passo svelto verso l'uscita.

-Sierra.- la richiamò lui, che vedendola andare via aveva messo da parte tutto il suo atteggiamento divertito e si era preoccupato per davvero. La piccola Stilinski non si girò.

-Sierra.- continuò Derek, alzando di poco il tono di voce, mentre si passava una mano sui capelli. Fu tutto inutile, dal momento che la ragazza non si voltò neanche per un secondo.

-Sierra!- esclamò, ormai arreso. -Che cosa vuoi.- sibilò a mo di minaccia la mora, ormai sul ciglio della grande porta scorrevole del loft. Si era scompigliata nervosamente e selvaggiamente i capelli, e tuttavia non si era ancora voltata verso di lui. Non voleva guardare quegli occhi verdi stupendi, perché su di lei avevano un effetto pericoloso e non poteva permettersi di cedere a quell'impulso passionale, dettato dalle strane leggi dell'ardore dei suoi sentimenti. Non poteva lasciarsi andare, non prima di aver avuto la meglio nella discussione.

-Lasciami spiegare.- disse Derek, serrando la mascella. Non c'era bisogno di specificare in merito a cosa servissero spiegazioni, perché sia lui che lei lo sapevano benissimo.

-Vuoi spiegare?- domandò retorica, inarcando un sopracciglio e scostandosi nervosamente una ciocca di capelli scuri dagli occhi. -Allora, andiamo. Spiegami perché mi vuoi tenere così tanto lontana da River, che cosa ha di pericoloso?- domandò ancora, avanzando verso di lui. Derek si rese presto conto di essere in trappola, e che quello era il momento della verità. Non poteva sfuggirle, altrimenti l'avrebbe persa per sempre.

-Ti ascolto.- lo incalzò lei, incrociando le braccia con fare impaziente e portandosele al petto. Il mannaro sospirò, e anche se gli veniva da sorridere non lo fece. Sierra Stilinski gli sapeva tenere testa, e ormai non poteva fare più nulla per tenerla lontana.

-Ho paura che se te lo dico...tu possa allontanarti per sempre da me.- rispose, abbassando la testa. Lo spaventava davvero la remota possibilità che la sua piccola Stilinski potesse provare paura, o ancora peggio disgusto, nei suoi confronti.

𝐏𝐮𝐬𝐡 𝐦𝐞 𝐛𝐚𝐜𝐤 • 𝐃𝐄𝐑𝐄𝐊 𝐇𝐀𝐋𝐄 •Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora