quattro

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Alla fine aveva svolto il test con le sue forze: non riusciva e non voleva chiedere aiuto ai gemelli.

Non era spaventata, era insicura e piena di domande.

Nonostante si ritenesse risoluta e svelta, invidiava il fratello che riusciva a reagire ad ogni tipo di notizie, mentre lei era più riflessiva; non riusciva a gestire le emozioni ed era molto più teorica.

Era anche molto nervosa: puntellava velocemente le dita sui libri che stringeva al suo petto proprio come aveva visto fare da Stiles.

Delle volte pensava di dipendere proprio dal carattere di suo fratello. Il suo modo di essere forte agli occhi di tutti, si dissolveva nei suoi pensieri e nelle sue insicurezze. Pensava davvero che lui fosse un punto di riferimento, e che lei, da sola, non avrebbe potuto affrontare gran parte delle difficoltà della vita.

Derek intanto, mentre Sierra affogava in quel mare di domande, se ne stava seduto su una poltrona del suo loft, a braccia conserte.

-Secondo te l'ha scoperto?- domandò una voce femminile alle sue spalle, che lo guardava torturarsi le mani in silenzio.

-Mi stavo trasformando davanti a tutti, non so neanche come abbia fatto a trattenermi. Tu che dici, Cora?- domandò retorico il ragazzo roteando gli occhi, voltandosi definitivamente, fino a scorrere il viso piccolo di sua sorella minore: la terza sopravvissuta all'incendio.

La ragazza si scostò con uno sbuffo una ciocca di capelli mori dagli occhi, e non fece neanche in tempo a rispondere a tono al fratello, che subito al ragazzo squillò il cellulare.

Quando scorse il nome del contatto per poco non sbuffò anche lui, ma alla fine si limitò a rispondere.

-Che vuoi.- domandò alla seconda voce in linea, in maniera abbastanza seccata, tanto da farlo apparire più come un ordine che come una domanda.

-Ehi! Ehi, Derek, come stai?-

-Ci siamo visti due ore fa, Stiles, come vuoi che stia? Vai dritto al punto.- ordinò il ragazzo dai capelli corvini, alzando gli occhi al cielo. Sua sorella, proprio di fronte a lui, ghignava divertita nella sua direzione, perché a lei quel ragazzino fragile stava simpatico proprio per il fatto che sapesse come far irritare suo fratello. Derek, appunto, le fece segno di tacere, e di smetterla di guardarlo in quel modo.

-Ehm, ok, senti, sarò veloce. Dovresti andare a prendere mia sorella a scuola e portarla a casa. Io ed i ragazzi abbiamo da fare.- ammise il moro, che nel mentre dall'altro capo del telefono si scompigliava i capelli, preoccupato per un possibile rifiuto da parte dell'altro.

-Non so se sia una buona idea, dopo quello che avrebbe potuto vedere. Non può andarci qualcun altro?- replicò freddo, essenzialmente perché non aveva minimamente voglia di salire sulla sua Camaro...per una Stilinski, per giunta.

-E secondo te perché lo sto chiedendo a te, nonostante tutto? Dobbiamo discutere di ciò che è successo! Conosco mia sorella e farà domande, fidati di me. Dobbiamo solo essere preparati per qualsiasi evenienza.- esalò Stiles dall'altro capo del telefono, quasi arrivando a supplicare il mannaro.

Derek sbuffò sotto lo sguardo divertito di Cora, che alla fine forse era l'unica che veniva tagliata fuori dai comportamenti scostanti del fratello. Stiles non fece neanche in tempo a domandare "Quindi ci vai?" che subito l'altro gli richiuse il telefono in faccia, avviandosi verso la sua macchina.

𝐏𝐮𝐬𝐡 𝐦𝐞 𝐛𝐚𝐜𝐤 • 𝐃𝐄𝐑𝐄𝐊 𝐇𝐀𝐋𝐄 •Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora