Derek non era arrabbiato, non poteva e non riusciva ad esserlo con lei. Era solo deluso, perché era davvero convinto di poter cambiare con il giusto aiuto.
Sierra lo faceva stare bene e, qualsiasi piega avrebbe preso il loro rapporto, aveva bisogno di averla accanto. Almeno per il momento.
Sierra, invece, guardava il ragazzo alla guida con un'espressione lievemente dispiaciuta.
Da una parte si pentiva di ciò che aveva detto: in realtà non lo conosceva per niente e non sapeva il motivo per il quale avesse quel carattere. Si pentiva di averlo giudicato e, magari, di aver anche rievocato il suo passato. Lei, che sapeva benissimo quanto il dolore rendesse prigionieri, aveva comunque preferito infierire sui sentimenti di una persona.
Si sentiva male per questo e le dispiaceva per il ragazzo ma, da un'altra parte, pensava avesse ragione lei.
Derek non aveva il diritto di vietarle una cosa che lei intendeva fare, sopratutto ad un carattere determinato e testardo come il suo.
Questi pensieri contrastanti la mandavano totalmente in confusione ed una lacrima, una soltanto, le rigò il viso.
Derek non si voltò verso di lei, ma percepì comunque il suo stato d'animo, e quasi gli dispiaceva più per Sierra.
Se avesse potuto, avrebbe staccato le mani dal volante e le avrebbe assorbito tutto il dolore che conservava da anni, e che, almeno lei, era brava a nascondere.
Quello, però, non era dolore fisico, e Derek non poteva fare niente, se non starle accanto. Ma in quel momento, nonostante ne avesse voglia, si limitò a guidare.
-Dove stiamo andando?- domandò Sierra con un tono duro e pieno di astio, anche se di astio non ne aveva. Era solo per non arrendersi e non darla vinta a quel lupo scontroso.
-Seguimi.- ordinò Derek senza voltarsi, utilizzando lo stesso identico tono.
Arrivarono ad una casa che pareva abbandonata. Forse era per il buio o forse no, ma quella casa sembrava carbonizzata: aveva qualche tegola e qualche asse di legno a terra; era chiaramente sfitta.
Sierra attendeva solo il momento in cui il ragazzo avrebbe finito di parlare, così da rispondere e rincarare la dose del litigio.
-Questa era la mia vecchia casa.- mormorò, indicando con la mano destra quell'ammasso di travi di legno leggermente carbonizzate.
Lei incrociò le braccia con fare menefreghista. Derek deglutì e cercò di regolare il tono di voce, affinché non tremasse: non aveva mai parlato a nessuno del suo passato, e tutto il branco ne era venuto a conoscenza tramite fonti esterne.
-Lo era prima che venisse appiccato un incendio di cui si stanno ancora trovando i responsabili, dopo circa quindici anni. Lo stesso incendio che ha portato via la mia intera famiglia, eccetto due persone.- sussurrò, come se lo dovesse sentire solo lui. Tuttavia il suo tono di voce era fermo e freddo.
A Sierra sparì per un secondo la rabbia e provò una leggera compassione verso il ragazzo, che intanto continuava a parlare.
-Volevi sapere il motivo per il quale sono sempre freddo? Perché sono uno stronzo? Ecco a te.- replicò, mentre gli tornarono in mente tutte le parole orribili che gli disse la ragazza solo un'ora prima.
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𝐏𝐮𝐬𝐡 𝐦𝐞 𝐛𝐚𝐜𝐤 • 𝐃𝐄𝐑𝐄𝐊 𝐇𝐀𝐋𝐄 •
FanfictionSierra Stilinski, sorella gemella di Stiles, torna a Beacon Hills dopo quattro anni, dopo aver superato il lutto per sua madre. Timida, insicura ed estremamente sensibile, la piccola Stilinski crede che, tornando a casa dopo anni, troverà tutto com...