ventuno

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La piccola Stilinski rabbrividì leggermente, quando parte delle sue gambe nude vennero a contatto con il ferro freddo delle panche degli spogliatoi femminili. -Okay, ragazze. Io vado.- esclamò Kira, sistemandosi per l'ultima volta la coda bassa. Quando rivolse un sorriso alle altre, i suoi occhi a mandorla si chiusero quasi completamente.

Si voltò e prese l'uscita, e dietro la sua uniforme da lacrosse si poteva leggere: Yukimura, 15.

-Ammazzali tutti!- esclamò Malia un pò in ritardo, dato che la kitsune si era già avviata verso il campo. Sierra, Allison e Lydia si voltarono verso di lei, con occhi e bocca spalancati.

-Che c'è?- domandò retorica la bionda. -Non è rompersi le ossa a vicenda, lo scopo del gioco?- domandò, quasi con fare ovvio.

Sierra le posò una mano sulla spalla, prima di scuotere la testa con in viso un'espressione divertita. -Non proprio.- sospirò, prima di scoppiare a ridere seguita a ruota da tutte le altre. Malia, però, si voltò per un secondo verso la porta dello spogliatoio: aveva sentito qualcosa.

-Il coach sta arrivando.- sussurrò, battendo una mano sulla coscia di Lydia per farle capire di mettere in pratica ciò che sapeva fare. Istintivamente, la rossa annuì e si diresse verso il bagno, iniziando a fingere di avere conati di vomito.

Due secondi dopo, esattamente secondo la previsione della bionda, il coach diede dei leggeri colpi alla porta dello spogliatoio. -Posso?- domandò, con voce accomodante. Si, perché il coach Bobby Finstock, anche conosciuto come insegnante di economia, con le ragazze non urlava alla stessa maniera di come urlava contro i ragazzi nel campo da lacrosse.

-Avanti.- disse Allison, grattandosi nervosamente il braccio: da quel momento aveva inizio la loro recita.

-Ragazze, andiamo! Perché ci mettete così tanto?- domandò il coach, allargando le braccia con fare esasperato. -Sono già tutti in campo ad allenarsi!- aggiunse.

-Ci scusi.- prese la parola Sierra. -Ma Lydia non si sente bene, e...non volevamo lasciarla sola.- iniziò a spiegare. La ragazza, assieme ad Allison e Malia, mise su un'espressione quasi afflitta, per le falsificate condizioni precarie dell'amica.

-Cos'ha Martin?- domandò il professore alle tre, che pareva essersi bevuto tutto quanto. -Ha la nausea, è da questa mattina presto ormai...- scosse il capo Allison, addirittura mettendosi una mano sul petto. A tutte e tre veniva da ridere, e ad essere sinceri anche a Lydia, che origliava tutta la conversazione dal bagno, ma si dovettero contenere.

-E' devastata.- aggiunse Malia, abbassando lo sguardo fino a portarlo sulle sue Nike nere, ma venne fulminata dai rispettivi sguardi di Sierra e della Argent, che le avevano espressamente chiesto di non aggiungere del suo nella conversazione.

-Lydia, ce la fai a correre?- urlò il coach, rimanendo fermo in piedi davanti alle tre ragazze, sperando che la sua voce raggiungesse il bagno dove si era chiusa la banshee.

-Credo di si, coach! Mi dia solo altri dieci minuti al massimo.- quasi supplicò, ed il professore si ritrovò ad annuire. -Certo.- mormorò tra sé e sé, prima di puntare il dito in direzione delle tre ragazze. -Voi.- disse. -Statele vicine, e quando sta meglio venite in campo.- ordinò, ma in maniera molto più dolce dei suoi soliti standard.

Dopodiché prese la porta e si allontanò, e appena un secondo dopo lo si potè sentire già armeggiare con il suo fischietto rosso. -Lahey! Era un passaggio quello, o cosa? E tu, Dunbar? Muovi il culo, andiamo!- lo si sentì urlare.

Le ragazze, una volta che Lydia fu di nuovo tra loro, scoppiarono in una sonora risata. -Ci ha creduto davvero.- disse la banshee tra le risate.

Almeno si erano guadagnate dieci minuti in più per parlare indisturbate, senza che ragazzi o altri atleti si intromettessero. Precisamente quindici minuti dopo raggiunsero il campo insieme, beandosi della vista dei loro amici che giocavano a lacrosse.

𝐏𝐮𝐬𝐡 𝐦𝐞 𝐛𝐚𝐜𝐤 • 𝐃𝐄𝐑𝐄𝐊 𝐇𝐀𝐋𝐄 •Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora