quattordici

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Un uomo scuro, piccolo e calvo varcò l'entrata del loft, e portava con sé una valigetta con degli attrezzi, come se l'avesse davvero dovuta adoperare.

Era, agli occhi degli abitanti di Beacon Hills, un semplice veterinario, ma, con Sierra, i ragazzi avevano preferito usare l'espressione druido per presentarlo. Non volevano si sentisse a disagio e che lei potesse pensare di venire trattata come un animale.

I ragazzi cercarono confusionalmente di spiegare tutto ad Alan Deaton, e finirono per essere zittiti da Derek, che ne aveva abbastanza del fatto che mettessero bocca su tutto, che parlassero di cose di cui neanche sapevano il significato.

In realtà, lo infastidiva il fatto che tutti stessero parlando di Sierra. Voleva essere lui e lui soltanto a proteggerla. Le parole ed i racconti di tutto il branco lo avrebbero reso una figura marginale, non di tanta importanza.

-I suoi occhi erano rossi, come quelli di Scott e dei gemelli.- asserì, dopo aver finito tutto il racconto delle vicende.

Il veterinario ascoltò in silenzio. Forse non sapeva neanche lui cosa Sierra fosse, e, per non lasciar trasparire la sua titubanza e meraviglia, evitò qualsiasi gesto, qualsiasi espressione che potesse evidenziare il fatto che neanche lui avesse una risposta alle domande dei ragazzi.

-Se con la sola forza del pensiero ha scaraventato il tavolino di legno come mi dite, è impossibile che sia un licantropo. Anche se aveva gli occhi rossi, non significa niente.- replicò risoluto Alan Deaton, senza staccare gli occhi dal viso spaventato dalla ragazza.

Era un uomo che ci sapeva fare con animali, creature soprannaturali e persone, quindi con uno sguardo riuscì più o meno a tranquillizzarla. I suoi occhi scuri trasudavano bontà, sicurezza da tutti i pori, quindi Sierra si sentì almeno un pò più a suo agio.

-E allora cosa significa?- domandò Derek, piuttosto impaziente. Aveva contato su Deaton, e ora aveva capito che neanche lui sapeva cosa dire.

Il veterinario non rispose, e passò ad esaminare il corpo della ragazza, forse per trovare delle ferite o degli elementi soprannaturali che la riconducessero ad una creatura.

I suoi occhi si spalancarono alla vista del ciondolo della collana con cui Sierra, nel momento di angoscia ed imbarazzo in cui si trovava, stava giocherellando. Esaminò attentamente quella mezza luna di ferro, sotto la quale c'era una piccola croce.

-Chi te lo ha dato questo, se posso chiedere?- domandò Deaton, prendendo il ciondolo in mano molto delicatamente.

La galanteria e la gentilezza di cui il dottore si avvaleva, fecero in modo che la ragazza non si indisponesse per quella domanda.

-M...mia madre. Nostra, madre.- rispose correggendosi, guardando Stiles.

-Claudia Stilinski.- esalò Alan Deaton, quasi sospirando.

Sierra rimase sorpresa da quelle parole, ma non potè chiedere spiegazioni. Il nome di sua madre, pronunciato in un contesto soprannaturale, le faceva parecchio paura.

-Lilith.- sussurrò finalmente il veterinario.

-Eh?- fece eco tutto il branco, compreso Derek.

-Il ciondolo della tua collana, Sierra, è il simbolo di Lilith.- iniziò a spiegare Alan Deaton, prima rivolgendosi solo alla ragazza e poi a tutti gli altri. -Nella religione mesopotamica, Lilith è il demone femminile associato alla tempesta, ed è ritenuta portatrice di morte e di disgrazia.-

𝐏𝐮𝐬𝐡 𝐦𝐞 𝐛𝐚𝐜𝐤 • 𝐃𝐄𝐑𝐄𝐊 𝐇𝐀𝐋𝐄 •Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora