𝐏𝐮𝐬𝐡 𝐦𝐞 𝐛𝐚𝐜𝐤 • 𝐃𝐄𝐑𝐄𝐊 𝐇𝐀𝐋𝐄 •

ventiquattro

-Derek, io e Lydia dobbiamo parlarti.- disse Theo, grattandosi nervosamente il ciuffo di capelli scuri dietro la nuca. Il ragazzo dai capelli corvini scosse animatamente la testa. -Non c'è tempo. Theo, chiama tutto il branco- ordinò, mentre camminava nervosamente per tutto il soggiorno del loft, cercando una soluzione a tutto quel casino.

Il suo tono lasciava intendere che non avrebbe tollerato altre insistenze, ma a loro due non interessava. -Derek, davvero. Dobbiamo dirti una cos...-

-Ragazzi, ho detto che non c'è tempo!- sbattè le mani sul grande tavolo di legno Derek, richiamando tutti al silenzio, e invitando nuovamente Theo a chiamare tutti.

Lui e Lydia si guardarono ed annuirono: la loro notizia poteva aspettare. Alla fine, la sparizione di Isaac non aveva parecchio a che fare con i loro sogni. Forse erano solo degli stupidi incubi, cose irrilevanti al momento. Dovevano pensare a ritrovare il loro migliore amico.

Derek, d'altronde, non li avrebbe mai ascoltati. Era preoccupato per Isaac; non poteva vedere Sierra stare così male e non sapeva come avrebbe reagito il branco a quella notizia. Era sempre lui che riusciva a trovare tutte le possibili soluzioni ad un problema, nonostante quello furbo del gruppo fosse Stiles. Ripeteva a sé stesso che sarebbe andato tutto bene e che avrebbe presto trovato una soluzione. Ma sai, quando ragioni troppo su una cosa, alla fine è doppiamente più difficile portare a termine il ragionamento. Ti viene difficile perché ci pensi troppo, e ti riempi la testa di paranoie inutili.

Sierra lo capiva che Derek stesse male anche per lei, sapeva che non riusciva a vederla triste. Si asciugò le lacrime e smise di tremare, lo fece per lui. Gli prese la mano, lasciando che le loro dita si intrecciassero.

Era il suo modo di dirgli andrà tutto bene, e a Derek, quel modo di fare e di rassicurarlo, lo faceva impazzire, oltre che tranquillizzarlo davvero.

Svanirono ad entrambi le preoccupazioni quando videro il resto del branco precipitarsi di corsa dentro casa, come se fosse la loro. Come se fosse un rifugio sicuro dalle difficoltà, dalle intemperie e dal futuro.

Rimasero tutti quanti mediamente composti dopo la notizia che gli diede Derek: erano abituati a difficoltà del genere e, sebbene la cosa li terrorizzasse ogni volta, sapevano che dovevano resistere per la sicurezza degli altri. Dovevano essere forti per Beacon Hills.

-Allora, cerchiamo di guardare il lato positivo- cominciò Stiles. Ecco che Derek roteava gli occhi e guardava in cielo, sbuffando del fatto che dovesse essere sempre quel ragazzino fragile ed indifeso a dover prendere la parola per primo.

-Il fatto che il segugio infernale alla mia destra sia ancora qui, invece di essere partito alla ricerca di un corpo senza vita, è rassicurante, no?- aggiunse il moro, indicando Jordan Parrish alla sua destra. Si girarono tutti verso di lui, guardandolo con gli occhi spalancati.

Si guadagnò un pugno sul braccio da Peter e un'occhiataccia da Derek. Si erano entrambi accorti del modo in cui Sierra avesse ripreso a tremare e adesso avevano un problema in più. Suo fratello fece spallucce: -Era solo una constatazione, sorellina.-

-Allora, qualcuno ha un'idea su come trovarlo?- domandò Derek, lasciando perdere le provocazioni di Stiles. Ecco arrivare una proposta assurda da Liam, che suggeriva di brancolare nel buio in tutti i boschi di Beacon sperando di fiutare il suo odore.

La cosa che irritava Derek, era che tutti gli altri fossero d'accordo con la proposta del biondino. Alla fine gli facevano tenerezza, perché nonostante fosse più grande di loro di appena qualche anno, si sentiva davvero il fratello maggiore. Alla fine cercavano solo di dare una mano, e, non sapendo assolutamente come fare, si affidavano all'unica assurda proposta che era saltata fuori.