ventotto

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-Sicuro di stare bene?- domandò Sierra, forse per la sessantesima volta in due giorni. Vedere il suo migliore amico steso su un letto d'ospedale iniziava a farle nascere una specie di istinto di madre iperprotettiva.

-Smettila di preoccuparti per me, hai già fatto tanto.- le rispose allora Isaac Lahey, di nuovo per la sessantesima volta sempre in quei due giorni.

-Tranquilla Sierra, davvero. Lo sorveglierò io per quest'ultima notte qui.- la rassicurò ulteriormente Melissa McCall, che per due lunghissimi giorni e due lunghissime notti aveva cercato di far svagare un pò la piccola Stilinski.

-Grazie, Melissa.- rispose Sierra, con un sorriso davvero riconoscente. Le era stata sempre vicino e anche lei, talvolta, aveva provato a persuaderla dalla sua intenzione di lasciare Beacon Hills quattro anni prima. Conoscendola, avrebbe dovuto capire che non l'avrebbe mai ascoltata.

-Ho controllato.- le sussurrò l'infermiera all'orecchio, prendendola un attimo in disparte. -E allora?- domandò la ragazza, leggermente spaventata dalla risposta. In realtà non aveva poi tanto da temere, ma finché il suo migliore amico sarebbe rimasto in ospedale lei non sarebbe stata mai del tutto tranquilla.

-Non risulta nulla. Nessun medicinale...o altro, iniettato nel collo di Isaac.- sussurrò velocemente, dato che un primario alla fine di quel lungo corridoio d'ospedale la stava chiamando.

-Ci vediamo, e stai tranquilla.- fu l'ultima cosa che sussurrò Melissa McCall alla piccola Stilinski prima di dover andare. Sierra rimase ferma sul posto, non sapendo assolutamente cosa dire. Era impossibile che tutti loro si fossero immaginati di aver visto una siringa impiantata nel collo del loro migliore amico, e lei non sapeva come spiegarlo.

-Vai a casa, sorellina. Io resto qui.- le sussurrò Stiles, avvolgendole le mani attorno alla vita e abbracciandola da dietro. Il suo gemello cercava ogni scusa per non dormire, e, di conseguenza, saltare le lezioni il giorno dopo. -Tanto hai già chi ti accompagna.- aggiunse suo fratello, sorridendo alla vista del ragazzo dai capelli corvini dietro di lui.

Sierra si girò verso Derek, e dopo due giorni sembrava guardarlo davvero. L'ansia e la paura per Isaac avevano messo in pausa il suo mondo e per quanto il mannaro la facesse stare meglio non era completamente serena.

Il ragazzo le tese la mano con un sorriso che sapeva di sollievo. Sollievo di poterla sentire di nuovo accanto a lui, sperando che nient'altro avrebbe potuto ostacolare tutto il desiderio che aveva di starle vicino.

Senza pensarci un attimo, Sierra intrecciò le dita a quelle meravigliose e grandi mani: le stesse che l'avevano stretta nei i giorni precedenti, ma a cui lei non aveva prestato attenzione. Avrebbe vissuto con quelle mani attaccate alle sue per sempre, come se fossero incollate.

* * *

-Buonanotte, ragazzina.- disse Derek a bassa voce, nonostante in macchina fossero solo loro. Lo disse lentamente perché, in realtà, non voleva allontanarsi da lei. -Non me ne sto andando.- rispose infatti Sierra, tempestando il viso di Derek di baci, per recuperare tutto ciò che in due giorni era stato assolutamente trascurato.

Era seduta sulle sue gambe al posto del guidatore, e lui aveva le mani sui suoi fianchi. Lei gli prendeva il viso tra le mani e faceva scontrare le loro labbra ripetutamente, perché non voleva entrare in casa, anche se doveva.

Non voleva perché si sarebbe rigirata tra le sue lenzuola per tutta la notte, toccandosi le labbra con le dita, cercando di ricordare i loro baci, sulla bocca e sul collo, e quei piccoli momenti in cui si staccavano per sorridersi e sospirare, e per riprendere fiato.

𝐏𝐮𝐬𝐡 𝐦𝐞 𝐛𝐚𝐜𝐤 • 𝐃𝐄𝐑𝐄𝐊 𝐇𝐀𝐋𝐄 •Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora