"Scott?"
"Sono qui, Lydia"Si guardarono attorno per capire se riuscivano a trovare qualche particolare familiare, un punto di riferimento per poter guidare il branco verso una precisa direzione.
Si sforzarono e fecero il possibile, ma attorno a loro era tutto buio. Lydia sentì le sue dita intrecciarsi con quelle del suo migliore amico: era il massimo che poteva fare per darle coraggio, per aiutarsi a vicenda. Scott, seppur molto lontana da lui, sentì una voce urlare disperatamente.
Prese un bel respiro cercando di calmarsi: l'aveva riconosciuta, la voce di Isaac. Corse nella stessa direzione tirando Lydia a sé, invitandola a seguirlo. Seppure quella fosse solo una visione e gli altri componenti della stanza non potevano percepire la loro presenza, i due si nascosero comunque.
Rimasero ad analizzare per un attimo la stanza in cui si trovavano: era in una specie di sotterraneo, ed era l'unica parte illuminata di quell'area. Videro degli uomini: erano in cinque, e uno di loro aveva una siringa in mano.
Erano tutti attorno a quello che pareva essere un lettino d'ospedale, da dove scorsero quei ricci capelli dorati, e quegli occhi blu inconfondibili.
Entrambi gli amici si lasciarono andare ad un sorriso più sereno, sollevati di sapere che fosse ancora vivo, nonostante gli stessero per fare un'iniezione e fosse legato a quella specie di materasso. Erano comunque felici di averlo visto.
-Sbrigatevi, non abbiamo molto tempo.- ordinò una voce molto dura, seppur ancora molto giovane. Scott, per quanto si appiattisse al muro per non farsi vedere, doveva comunque riuscire a scorgere il proprietario di quella voce.
Si face un pò più avanti, ma tutto quello che riuscì a scorgere, oltre i cinque uomini attorno al lettino dove era steso il suo migliore amico, fu una massa di capelli appena riccioluti, mori. Sicuramente non abbastanza per trarre delle conclusioni.
Un urlo, ancora più disperato di quello precedente, lo fece definitivamente appiattire contro il muro, nascondendosi sempre di più. Sia Scott che Lydia si tapparono le orecchie, perché faceva male ad entrambi sentire il dolore che provava Isaac mentre gli iniettavano chissà cosa nella vena del collo.
Ad un tratto non sentirono più nulla: né urli, né lamenti e né respiri. Tuttavia Scott riusciva ancora a sentire i battiti cardiaci del suo migliore amico, perciò non si spaventò ulteriormente.
-Cos'è stato?- mormorò forse uno dei cinque uomini, dalla voce roca e robusta, tanto quanto lo era la sua fisicità. Forse per un rumore che non poteva dipendere da loro, o forse per una semplice impressione dei cinque, quell'uomo si voltò verso il muro dove erano nascosti i due. Seppur non li potesse vedere, Scott e Lydia decisero di fuggire.
Erano ancora mano nella mano. Isaac non stava bene perché era in trappola, forse era sedato, era in pericolo e gli avevano iniettato qualcosa nella vena del collo, ma i due furono così felici di rivedere quel ragazzo anche solo per un momento, che corsero a perdifiato non avvertendo minimamente la fatica. Era quella felicità che non puoi nascondere, perché è troppo sincera. Un senso di sollievo che ti permette di tornare a respirare normalmente, che ti riporta a galla e ti riempie i polmoni di gioia.
Dovevano ancora cercare un punto di riferimento che li ricollegasse alla realtà, però.
Senza sapere dove li avrebbe portati, spalancarono una porta e si ritrovarono in una stanza gigante, che quasi sembrava una sala da ballo. Si separarono ed esaminarono ogni centimetro di quell'enorme edificio, che, una volta, sembrava un punto di ritrovo per molte persone. Osservarono il pavimento, una volta lucido ma ora pieno di polvere.

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𝐏𝐮𝐬𝐡 𝐦𝐞 𝐛𝐚𝐜𝐤 • 𝐃𝐄𝐑𝐄𝐊 𝐇𝐀𝐋𝐄 •
FanfictionSierra Stilinski, sorella gemella di Stiles, torna a Beacon Hills dopo quattro anni, dopo aver superato il lutto per sua madre. Timida, insicura ed estremamente sensibile, la piccola Stilinski crede che, tornando a casa dopo anni, troverà tutto com...